Linee di mandato, scontro in Aula. Fabbri: “Pronto al terzo mandato”. Fiorentini: “Ferrara come Bondeno”

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Un po’ come Alfred Hitchcock che si palesa solo in una scena della sua pellicola. Dopo un pomeriggio di discussioni, ragionamenti, critiche e contrapposizioni, il sindaco Alan Fabbri si presenta nell’aula del Consiglio. “Voglio rassicurarvi, farò quanto in mio potere, sfruttando anche l’incarico in Anci, per realizzare un Fabbri 3.0”. Terzo mandato. Per cui “ascolterete ancora – è l’esortazione alla minoranza – le mie linee di mandato. Se voi sarete eletti in minoranza”. È una voce che echeggia, però, in un’aula semi-vuota. I colpi di teatro, questa volta, non li ha solo Fabbri nella sua faretra. L’opposizione è uscita dall’aula poco prima. E la regista è la dem Sara Conforti. Lapidaria, la conclusione della sua intemerata: “Non accettiamo che venga continuamente svilito il ruolo dell’opposizione”. Una chiosa in antitesi con l’inizio del suo intervento che – abilmente – ha usato l’arma dell’ironia per sottolineare il punto di vista opposto sulle priorità della città rispetto a quello contenuto nelle sfide di mandato oggetto della votazione di ieri pomeriggio in Aula. Nel merito, Conforti si concentra in particolare sulle frazioni “che non sono al centro, come viene detto”, sull’”atteggiamento irrispettoso del sindaco” e sull’offerta turistica. “Mi dovete spiegare qual è il nesso fra sagre e turismo enogastronomico”. A suonare la carica anche il capogruppo della civica, Fabio Anselmo che affronta il tema della sicurezza. O, meglio – citando anche il servizio del nostro giornale – “il rischio di infiltrazioni mafiose a cui è soggetto il nostro territorio”. “Ferrara – prosegue – è una città di mafia e le nostre imprese sono in pericolo di essere condizionate”. “Questo è il problema – prosegue – che non si risolve con le zone rosse (sottolinea citando il documento di Fabbri, ndr)”. “Avete vinto le elezioni – chiude – ma non siete i depositari della verità. Anche perché di problemi, in questa città, a partire dalla desertificazione bancaria, ce ne sono tanti”. A proposito di impresa, è Elia Cusinato che con tono pacato, quasi curiale, torna sul dossier Sipro. “Quello del futuro dell’agenzia di sviluppo – dice – è un grande tema, perché anche da lì passa il futuro del territorio”. Se il collega dem, Enrico Segala, sottolinea un sostanziale abbandono delle frazioni (per lo meno dalla sospensione dell’assessore, Nicola Lodi, riconoscendogli in qualche modo un merito), è Massimiliano Guerzoni (Lega) a difendere l’operato della Giunta per il forese citando come esempi virtuosi gli interventi a San Bartolomeo in Bosco. Anche Brando Sarto (Civica Fabbri) imposta una linea di difesa dell’amministrazione incardinata sull’aver “rilanciato una città che rischiava di andare a picco”. Davide Nanni (Pd), storce il naso. Secondo lui questa amministrazione “ha speso tantissimi soldi per fare propaganda, pregiudicando l’equilibrio dei conti pubblici. Una tattica che elettoralmente ha pagato, ma totalmente priva di visione a lungo termine”. Perché, dice il dem, “sullo sviluppo non ci si può basare solo sulla Zls: deve esserci un ragionamento più ampio, di contesto generale in cui Ferrara faccia pesare il suo ruolo”. Senza contare che “le tasse, per i ferraresi, sono aumentate”. I rilievi di Anna Chiappini hanno un respiro culturale con un’esortazione a “uscire da questa narrazione che vorrebbe, con l’avvento di Fabbri, il ritorno della stagione dei duchi”. Il capogruppo dem, Massimo Buriani, avanza una critica metodologica perché “queste linee di mandato avrebbero dovuto essere discusse poco dopo l’insediamento. E invece in questo modo il sindaco dimostra di non aver rispetto del lavoro dei consiglieri comunali”. Per la cronaca, nella seduta di ieri, è stato approvato – senza i voti della minoranza – anche il Dup (il principale documento strategico dell’amministrazione). Se Anna Zonari si focalizza (un po’ in tandem con la pentastellata, Marzia Marchi) “sull’assenza di attenzione alle vulnerabilità e alle disuguaglianze”, è Leonardo Fiorentini, consigliere di lungo corso e navigato degli interventi in Consiglio, a tracciare la sintesi della prospettiva dell’opposizione: “Queste linee di mandato restituiscono l’idea di una ’bondenizzazione’ di Ferrara”. La replica di Fabbri è squisitamente politica. “Alle elezioni – spiega – abbiamo vinto col 58% e l’opposizione ha primeggiato solo in quattro dei 160 seggi presenti nel Comune. Sono pronto al Fabbri 3.0”. Per chiuderla con Hitchcock: il sindaco che visse tre volte?



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