Divampa la polemica in Consiglio comunale sullo striscione “Istria, Fiume e Dalmazia terre d’Italia” srotolato domenica scorsa da Gioventù Nazionale, la sezione giovanile di Fratelli d’Italia nella via intitolata ai martiri delle foibe, in occasione della Giorno del Ricordo. A puntare il dito, prima con un comunicato e poi con un question time in Consiglio comunale (discusso dal consigliere Eros Brunelli), è stato il Movimento 5 Stelle secondo cui “lo striscione nero rivendica come terre italiane Istria, Fiume e la Dalmazia”. Lo stesso striscione è stato esibito anche in una manifestazione in centro a Bologna.
“Non crediamo che il vicesindaco Bongiorno voglia aprire una disputa internazionale con Slovenia e Croazia, ma certamente visto il ruolo che ricopre nell’amministrazione comunale, un po’ più di prudenza e di decoro non guasterebbero. Richiamiamo il nostro vicesindaco ad atteggiamenti più consoni al ruolo che ricopre”, è l’attacco dei pentastellati forlivesi a Vincenzo Bongiorno, che ha posato dietro il cartello e poi postato la foto sui propri canali social.
“Non abbiamo dato vita a una manifestazione irredentista, che forse non sarebbe neanche nell’alveo della legalità, ma rivendichiamo la vicinanza di quelle terre alla cultura italiana”, spiega Bongiorno, rispondendo al question time. “Il colore nero dello striscione ha alcuno significato se non per far risaltare la scritta bianca. ‘Terre d’Italia’ sta a significare lo storico legame di quelle terre con l’italianità, un rapporto che ha radici ben prima del ‘900”. Un legame “che dopo la pulizia etnica di Tito è stata rescisso”, aggiunge Bongiorno.
Il M5S: “Prima delle foibe ci fu l’invasione italiana della Jugoslavia”
Nella sua lunga analisi il Movimento 5 Stelle ricorda, continua la nota, “i fatti che hanno preceduto le foibe”: “il 6 aprile 1941 le forze armate di Germania, Italia ed Ungheria iniziarono l’invasione del regno di Jugoslavia fino a quel momento rimasto neutrale rispetto agli schieramenti in guerra. L’Italia partecipò attivamente all’invasione con circa 200.000 uomini al comando dei generali Vittorio Ambrosio e Alessandro Pirzio Biroli, con l’obiettivo di raggiungere prima Lubiana e successivamente Sebenico, Spalato, Ragusa e Mostar, con un’operazione a tenaglia da nord e da sud vista anche la presenza italiana in Albania”.
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“L’esercito jugoslavo si dissolse rapidamente e la Jugoslavia fu spartita fra i paesi che l’avevano occupata, compresa l’Italia. Cessata la resistenza da parte delle truppe del regno, iniziò quella dei partigiani jugoslavi guidati dal maresciallo Tito, mentre le truppe di occupazione si macchiarono di orribili crimini, con una vera e propria campagna di sterminio verso ebrei, serbi e rom. Anche le truppe italiane vennero coinvolte in rappresaglie, devastazioni di interi villaggi, esecuzioni sommarie, e nella creazione di campi di concentramento in cui furono internati, secondo diversi studi, circa 100.000 jugoslavi”.
Ed infine: “La vicende delle foibe si intreccia inevitabilmente con questi eventi e nella umana pietà verso le vittime che vanno giustamente ricordate e onorate, ancora una volta si può e si deve concludere che quella tragedia è figlia della sciagurata alleanza fra il nazismo di Adolf Hitler e il fascismo nostrano di Benito Mussolini abbagliato dal miraggio di improbabili vittorie e per questo schierato dalla parte sbagliata della storia”.
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Bongiorno ha però contestato che ancora nel 1998, quando lui si diplomato al Liceo scientifico “non c’era una riga sui manuali di storia della vicenda delle foibe”. E attacca Brunelli: “Mi domando se lei appartiene ai giustificazionisti, secondo cui gli italiani di quelle terre ‘se la sono andate a cercare’.
“Anti-italiani” , “No, antifascisti”
Miccia che poi fa intervenire Fabrizio Ragni, capogruppo di Fratelli d’Italia che ha accusato il consigliere pentastellato di avere “un sentimento anti-italiano”, precisando poi che “quello con lo striscione non era un evento istituzionale, che si è tenuto lunedì, senza simboli di partito, ma un evento organizzato da Fratelli d’Italia il giorno prima, la domenica”.
A replicargli Diana Scirri, consigliera di Avs: “Molto grave la definizione di anti-italiano, le uniche affermazioni di Brunelli sono antifasciste, non anti-italiane”. Ed infine: “Il problema è il messaggio veicolato da quello striscione, cioè l’appartenza all’Italia di luoghi che hanno rivendicato la loro autonomia e per questo sono stati perseguitati dal regime fascista. Le foibe non siano una scusa per un nuovo colonialismo a oriente”. Ed infine “colore e font dello striscione danno un ulteriore peso al messaggio”.
Il Partito Comunista scrive alle ambasciate
Sull’episodio interviene anche il Partito Comunista Italiano, dell’Emilia-Romagna, che ha scritto alle ambasciate di Slovenia e Croazia: “A Forlì ci si è spinti oltre e è spuntato uno striscione di chiara matrice fascista sostenuto fra gli altri dal vicesindaco di Forlì, Vincenzo Bongiorno ( Fratelli d’Italia) , e dove fa mesta comparsa fotografica l’onorevole Alice Bonguerrieri di Fratelli d’Italia, il partito della Premier Meloni. Il Partito Comunista Italiano condanna la volgarità e la provocazione all’ordine pubblico di tale gesto che offende la nostra Costituzione antifascista”.
Ed ancora: “Invitiamo le rappresentanze diplomatiche di Croazia, Slenia e Montenegro a prendere le dovute ed ufficiali distanze da chi, per ignoranza e pericoloso, strisciante fanatismo, in modo illegale, “ricorda“ i fasti di una vigliacca e sanguinaria invasione, causa indiscutibile di 1,5 milione di morti innocenti, distorcendo volgarmente il sacrificio illuminante della guerra di liberazione Jugoslava e dei Partigiani caduti per la libertà sotto la guida del Maresciallo Tito Broz”.
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