Natura morta e fotografia di paesaggio in mostra da Viasaterna a Milano

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The Subject Matters, curata da Luca Fiore, presso lo spazio di Viasaterna a Milano indaga l’opera di cinque fotografi in relazione a quelle che Roberto Longhi, uno dei padri della storia dell’arte italiana, chiamava “questioni di minimi”. Soggetti considerati di scarsa importanza, che qui diventano il più delle volte storie poetiche. 

Takashi Homma, New Waves, 2003, Stampa FineArt, cm 100 x 125 © Takashi Homma, courtesy Viasaterna

Natura morta e fotografia di paesaggio da Viasaterna a Milano

Sono 47 opere, realizzate tra il 1992 e il 2023 da cinque autori nati fra il 1962 e il 1941: il giapponese Takashi Homma, l’inglese Vanessa Winship, la statunitense Terri Weifenbach, lo svedese Gerry Johansson e l’italiano Guido Guidi.
Il punto di partenza è la gerarchia dei generi pittorici, il sistema di classificazione sviluppato nel Seicento, secondo cui la pittura storica e il ritratto erano al vertice della piramide, mentre il paesaggio, le scene di vita quotidiana e la natura morta erano considerate minori. La fotografia, nel corso degli anni, si è concentrata anche su tali temi presunti inferiori, senza per questo escludere i maggiori: storia/reportage e ritratto.

Il significato di “The Subject Matters” secondo il curatore

Spiega il curatore: “La lingua inglese, per indicare ciò che si trova davanti all’obiettivo fotografico, usa l’espressione ‘the subject matter’. Se usiamo questa locuzione al plurale, ‘the subject matters’, essa può essere tradotta anche come “il soggetto conta”. Se poi consideriamo l’ambiguità della parola ‘subject’, c’è anche un terzo modo di intendere l’espressione, nel quale la parola “soggetto” indica la persona che compie un’azione. In questo contesto, potremmo dire che tanto più i temi (subject matters) sono di poco conto, tanto più il soggetto (artist) conta. Così la scelta dell’autore di concentrarsi su ciò che prima non veniva considerato importante ha, come conseguenza, la nobilitazione di quanto si sarebbe portati a ignorare o disprezzare”.

Guido Guidi e Vanessa Winship da Viasaterna a Milano

Nel corso degli anni, la galleria milanese ha presentato più volte il lavoro di Guidi, che qui propone un inedito del 2016 e alcune foto presenti anche nella mostra del MAXXI, Col tempo. Di grande raffinatezza i lavori di Vanessa Winship, tratti dal suo recente libro Snow sulle vedute di un desolato e gelido inverno del Midwest americano, che rimandano a certa pittura nordica sullo stesso tema. La fotografia è in grado di restituirci delle atmosfere non solo di ambito visivo. 

Terri Weifenbach, Jerry Johanson e Takashi Homma da Viasaterna a Milano

Il colore trionfa nei quattro lavori inediti di Terri Weifenbach, realizzati tra il 2019 e 2021 nel Jardin des Plantes e nella Butte Chaumont a Parigi. In tutto questo fa da contrappunto una piccola immagine in bianco e nero scattata nel giardino della sua casa di Washington DC.
Ha un taglio concettuale l’opera di Takashi Homma, che ogni anno riprende immagini del mare dallo stesso punto dalla Costa Nord di Oahu alle Hawaii. È una sorta di misurazione del tempo.
Le dieci fotografie in bianco e nero dell’ottantenne Gerry Johansson provengono dalla raccolta Spanish Summer. Sono immagini in cui è metabolizzata la storia della fotografia. Scorgiamo le tracce di certa straight photography, ma anche dei new topographics come Robert Adams, per i quali bellezza fa rima con normalità.

Angela Madesani

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