Qualche settimana la bocciatura dei tre ricorsi presentati contro la realizzazione dell’impianto ‘Phobos’ tra Castel Giorgio e Orvieto da parte del Tar, poi martedì mattina la discussione in assemblea legislativa. A tornare sul progetto per la costruzione del parco eolico è la consigliera di Fratelli d’Italia Eleonora Pace, alla quale l’assessore Thomas De Luca ha risposto: «Se l’impresa presenterà domanda, il processo dovrà essere riattivato».
Phobos Nell’interrogazione a risposta immediata la consigliera ha spiegato che il progetto eolico tra l’altopiano dell’Alfina e il lago di Bolsena «prevede la realizzazione di un impianto finalizzato alla produzione di energia elettrica composto da 7 aerogeneratori e relative opere civili ed elettriche connesse oltre ad una nuova stazione elettrica in località Torraccia. La durata prevista per la realizzazione del progetto è di 30 anni». «Nonostante l’area destinata all’impianto eolico ‘Phobos’ ricada all’interno dell’Unità di Paesaggio 4TV, caratterizzata
da un paesaggio agrario storico di pregio, la Regione Umbria – ha puntualizzato Pace – ha espresso parere favorevole nel procedimento di valutazione di impatto ambientale». Infatti, «secondo le analisi presentate, l’impatto visivo dell’impianto sarà notevole: entro un raggio di venti chilometri, interesserà ben 30 comuni, di cui alcuni vedranno una porzione significativa del proprio territorio coinvolta. Si rischia di compromettere l’equilibrio paesaggistico/naturalistico dell’altopiano dell’Alfina, uno dei pochi altopiani italiani esistenti che ha grandi prospettive di crescita economica attraverso il turismo ecosostenibile».
Aree idonee Ricordando poi il ‘no’ del Tar ai ricorsi presentati da cittadini e residenti, la consigliera di FdI ha aggiunto: «Il ‘Decreto aree idonee’ del 21 giugno 2024 stabilisce i criteri per l’individuazione di superfici e aree idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili. Esso individua inoltre la ripartizione fra le Regioni dell’obiettivo nazionale al 2030 assegnando all’Umbria l’obiettivo di 1.756 Mw». Secondo Pace, è da chiarire dunque «come la Regione Umbria intenda raggiungere l’obiettivo fissato dal ‘Decreto aree idonee’ e quali modalità intenda adottare per garantire l’opportuno coinvolgimento degli enti locali per l’individuazione delle aree idonee/non idonee, così come previsto dallo stesso decreto». A rispondere all’interrogazione è l’assessore Thomas De Luca, che ha raccontato di aver «trovato la Regione senza una mappa delle aree idonee e di quelle protette. Cosa che le Regioni avrebbero dovuto fare entro 180 giorni dal decreto del 21 giugno 2024. Alcune
regioni si sono assunte la responsabilità di legiferare, altre regioni, come la nostra, no».
Transizione e rispetto identità umbra De Luca inoltre ha specificato che «al nostro insediamento pensavamo di trovare una proposta di legge pronta. Invece il cassetto era vuoto. Abbiamo dovuto analizzare il quadro che ci trovavamo di fronte. Un quadro che ci vede senza aree idonee e senza alcun tipo di strumento di pianificazione territoriale. La bozza del piano strategico non è mai stata approvata. Daremo un’accelerazione». Ritardi anche sul piano paesaggistico regionale, secondo l’assessore, che avrebbe visto il riavvio dell’iter nell’agosto 2024. Infatti, le «commissioni regionali che avevano il compito di formulare le proposte non sono mai state convocate». In ultimo, rispondendo all’ultimo quesito posto dalla consigliera di FdI, De Luca ha aggiunto: «Vogliamo coinvolgere
tutti i comuni e avviare un percorso che, con gli strumenti a nostra disposizione, ci consenta di ampliare le aree idonee e quelle sottoposte a tutela. Attualmente, per effetto delle decisioni del Tar, se l’impresa presenterà domanda, il processo dovrà essere riattivato. Ecco perché dobbiamo accelerare con la pianificazione che non c’è stata per 5 anni».
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