«Port’Alba è solo l’inizio la cultura una priorità»

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Oggi Port’Alba e Napoli festeggiano una vittoria collettiva, arrivata grazie anche all’impegno de Il Mattino, che nel 2023 lanciò una massiccia campagna di stampa per smantellare le reti di contenimento che da tempo immemore deturpavano lo storico arco della via dei libri, attraversata quotidianamente da migliaia di persone, napoletani e turisti. Il cantiere è stato allestito nella tarda mattinata di ieri, e «la durata prevista dei lavori è di 5 mesi». A parlare è Sergio Locoratolo, coordinatore delle Politiche Culturali di Palazzo San Giacomo, che su mandato del sindaco Gaetano Manfredi ha investito impegno e risorse per portare a termine il risultato, in sinergia con la Sovrintendenza. Ma Locoratolo affronta tanti temi, nella sua intervista, dal Castel dell’Ovo al Maschio Angioino, passando per la Venere degli Stracci alla nuova Casa del Cinema voluta dal Comune.

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«L’idea dell’amministrazione – esordisce – è quella di investire sulla cultura su tutto il territorio, per la creazione di una Napoli culturalmente policentrica». Perché – e su questo non ci piove – più cultura significa anche far crescere la qualità della vita. Partiamo dalla via dei libri.

Dopo due notti bianche e l’impegno dell’Associazione Culturale Port’Alba, con cui abbiamo organizzato un gran numero di eventi culturali, finalmente ci siamo. Le aree di cantiere sono state allestite, nei pressi dello storico arco. Come procederanno i lavori?

«La Sovrintendenza, che ha investito 120mila euro, si occuperà della facciata. Il Comune invece, che ha investito 180mila euro, si occuperà dei lavori al sotto arco, che elimineranno le reti di contenimento dalla storica porta».

A ritardare i lavori a Port’Alba c’è stata la vicenda giudiziaria. Il contenzioso tra Comune e privati per stabilire le responsabilità delle infiltrazioni è ancora pendente in tribunale. State eseguendo le operazioni in anticipo, in sostanza?

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«Sì, intendiamo festeggiare i 4 secoli della porta che fu fatta erigere da Antonio de Toledo nel 1625 restituendola alla cittadinanza e ai tanti turisti che transitano per uno dei crocevia più importanti di tutto il centro storico. A Port’Alba arriveranno presto anche le telecamere di videosorveglianza e l’accordo per le lanterne di Antonio Marras è stato prolungato. Mi poi lasci dire che la modalità con cui abbiamo portato avanti la soluzione per Port’Alba è estremamente funzionale. La sinergia tra istituzioni e l’ascolto costante con le associazioni del territorio sono strategie efficaci. La via dei libri, grazie anche ai librai e agli imprenditori della zona, si è rianimata con tanti eventi. E intendiamo esportare il “metodo Port’Alba” anche in altre zone della città».

Quali?

«Per esempio a piazza Mercato, dove abbiamo istituito un tavolo con le associazioni del territorio (tra cui Assogioca e Altra Napoli), composto anche dall’assessore al Turismo Teresa Armato, dal capo di gabinetto del sindaco Maria Grazia Falciatore e dalla seconda Municipalità. I risultati stanno arrivando. La chiesa di Santacroce e Purgatorio al Mercato sta diventando un importante centro di cultura, con interventi di qualità organizzati in sinergia col territorio. Tra i risultati principali c’è la mostra di Franz Cerami, terminata da poco. Piazza Mercato sarà poi l’epicentro del carnevale organizzato dal Comune, e ci sarà una sorpresa scenografica. La piazza sarà poi protagonista di una grande installazione artistica».

Oltre al Mercato, ci sono altre location in via di valorizzazione?

«Al Maschio Angioino si sta avviando un grande lavoro di razionalizzazione e di nuova destinazione degli ambienti. In particolare, si sta studiando la riqualificazione di alcuni spazi, come la Cappella Palatina, la Sala dell’Armeria e la Cappella delle Anime del Purgatorio. Sono poi iniziati i lavori a Sala Campanella, vicino Santa Chiara: diventerà una sala pubblica dell’Audiovisivo, sarà aperta a presentazioni, live, proiezioni. La Casa del Cinema. I finanziamenti sono comunali e i lavori sono già iniziati, nel 2026 si terminerà. Allo stesso tempo, nelle prossime settimane inizieranno i lavori nel complesso di San Domenico, che diventerà la Casa della Pubblica Lettura. Le risorse, in tal caso, ammontano a 2 milioni di euro e derivano da un Poc regionale. Importante poi il ruolo di Palazzo Cavalcanti, che è diventata la vera e propria Casa della Cultura della città, con eventi, laboratori e approfondimenti, anche scientifici. A breve lanceremo la programmazione per l’anno in corso. In generale, la cultura è una priorità dell’amministrazione. Le nuove politiche sui bandi ne sono un esempio: ne stiamo facendo partire tanti, e proprio ieri è stato pubblicato il bando Arte. Poco fa era partito un bando per il sostegno al settore dell’audiovisivo e a breve toccherà a quello del Maggio dei Monumenti, che nel 2025 ha per oggetto il Fuoco».

In cosa consiste, concretamente, l’innovazione nelle politiche dei bandi a cui si riferisce?

«In passato, il Comune recepiva i progetti dai privati e poi decideva in merito. Ora l’amministrazione dà le linee guida agli operatori già nei bandi. È il segnale di una politica culturale più forte e più organizzata da parte di Palazzo San Giacomo. Abbiamo poi stanziato un milione e mezzo di euro per il recupero delle biblioteche comunali. Entro giugno finirà la progettazione e, alla fine del percorso, Napoli sarà dotata di un sistema di biblioteche comunali al passo coi tempi».

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Passando a Castel dell’Ovo: è chiuso dal gennaio 2023. Ci sono novità?

«I lavori strutturali da 8 milioni (come da quadro economico) finiranno entro l’anno, e si è alla ricerca di ulteriori finanziamenti per completare la parte interna. Serviranno nuove risorse».

Chiudiamo su piazza Municipio. Dopo la Venere degli Stracci incendiata e poi risorta, e dopo il tanto chiacchierato Pulcinella “fallico”, sono previste altre installazioni d’arte contemporanea? Se sì, quando saranno presentate?

«A giugno ci sarà una nuova opera d’arte contemporanea. Consideriamo la Venere e il Pulcinella due grandi successi delle politiche artistiche e culturali dell’amministrazione. L’arte pubblica, che è accessibile a tutti, deve far discutere, e i dibattiti che le due opere hanno suscitato sono serviti a rendere piazza Municipio famosa in tutto il Paese come location di arte contemporanea. Sulla Venere degli stracci, da poche settimane la Sovrintendenza ha dato l’ok per trasferirla per almeno un anno nella chiesa di San Severo al Pendino».





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