E se per battere i dazi convenisse la trattativa privata? Non solo nazione per nazione, bensì regione per regione, bypassando così la guerra commerciale cui «obbliga» l’Unione Europea, struttura geopolitica contraddittoria. Esemplare l’enfasi sulle auto elettriche contrapposta ai dazi sulle importazioni cinesi in questo ambito.
Nello specifico, i rapporti apulo-americani sono consolidati sul piano del turismo e dell’enogastronomia. Nel primo caso, basta citare la messe di star d’oltreoceano (e d’oltremanica) che hanno eletto la Puglia a buen retiro. Valga per tutti Ron Moss, che con Beautiful ha regalato al pubblico prevalentemente femminile infiniti dopopranzi di struggimento. Dismessi i panni di Ridge Forrester, l’attore si è trasferito a Fasano, dove risiede, acquistando la «Masseria Paretano», che risale al XIX secolo e sorge lungo il tratto della costa adriatica compresa fra Polignano e Ostuni. Con tipico spirito imprenditoriale americano, Moss l’ha trasformata in un resort country, non priva di un centro SPA e di maneggio. In più, c’è la possibilità di un giro in mongolfiera al costo di 150 euro a persona per 60 minuti. L’accoglienza per gli ospiti consiste in camere Classic e Comfort.
Ma questo è ancora gossip. Memorabile invece fu la vacanza della Trump family ai tempi della prima presidenza dell’uomo che si candida a stravolgere persino la geografia. Di più, nell’ambito degli affari va ricordato che diverse società degli Stati Uniti investono in Puglia grazie anche agli incentivi regionali, fino a un plafond di quasi cento milioni di Euro. Una cifra che include progetti nel campo delle tecnologie informatiche e della comunicazione, oltre che dello sviluppo aerospaziale. Ad esempio l’aeroporto di Grottaglie, da cui si prevede possano decollare gli shuttle con destinazione Marte, verrà adibito a Test Bed, ossia pista di collaudo per velivoli telecomandati. Inoltre, diventerà il primo spazioporto italiano, da cui possono partire voli suborbitali e lanci microsatelliti. Non solo. Sarà anche uno scalo merci spedite per via aerea e addirittura turismo spaziale, quasi una proiezione extra atmosferica degli itinerari costieri, dal Gargano al Salento.
Tornando all’economia operativa, quella che non si ferma alla teoria ma influenza i bilanci, quasi costantemente gli Stati Uniti si mantengono il terzo e il secondo partner commerciale per le esportazioni dalla Puglia. Se queste vengono precedute dalla Germania, vi tengono seguito la Svizzera, la Francia, la Spagna e il Regno Unito. Le vendite pugliesi verso gli USA ammontano a circa 888 milioni di euro, l’11% dell’intero fatturato export regionale.
Ora, i dazi di Trump, che per il momento hanno riguardato altre aree del globo, colpirebbero soprattutto le produzioni di punta del territorio: la pasta, l’olio, il vino e, naturalmente, l’arredamento, divani & co. La scorsa settimana Vincenzo Divella, titolare di un marchio d’eccellenza, ha dichiarato a un quotidinao che la sua azienda lavora molto con l’estero, e il nuovo corso degli Stati Uniti potrebbe creare problemi. L’auspicio è una risposta dell’Unione Europea. Quindi ha sottolineato il pericolo di una ripresa dell’inflasione sia in Italia che al di là dell’Atlantico, confermato anche dagli analisti finanziari.
Vi si aggiunge l’intreccio fra vendite e costi delle materie prime. La Divella acquista almeno 900 mila quintali di grano dall’estero, aggiunge il patron, non essendo la produzione italiana, pari al 30 per cento del totale, sufficiente a soddisfare la richiesta. Negli Stati Uniti, invece, si esporta pasta per un valore di 5,5 milioni di dollari. Non resta dunque che attendere le mosse di Trump per valutare l’impatto dell’iniziativa e modulare le contromosse.
Le quali potrebbero consistere appunto in accordi separati con gli Stati Uniti, facendovi convergere incentivi che di volta in volta tengano conto delle esigenze regionali, non necessariamente confinabili negli scenari dell’eurozona, dove ormai i Paesi trainanti, la Germania e la Francia, attraversano fasi critiche dagli esiti imprevedibili. Afferma il celebre motivatore americano Denis Waitley: «Dipendere dal governo per la tua futura sicurezza finanziaria è come assumere un contabile che è un accanito giocatore d’azzardo!». È una chiara indicazione.
Dopo tanto parlare di decentramento amministrativo, approdato all’ennesimo argomento «divisivo», l’autonomia differenziata, sarebbe lecito attrezzarsi in proprio per affrontare l’ennesima sfida del presente: i dazi.
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