Satispay introduce le commissioni per i piccoli pagamenti: cosa c’è da sapere

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Commissioni anche per i pagamenti sotto i 10 euro. L’annuncio di Satispay ha creato grande dibattito tra gli utenti e gli esercenti. Proviamo a capirne di più.

Cosa fa Satispay?

 

Si tratta di una società che ha messo a punto l’omonima app attraverso la quale è possibile trasferire denaro. In sostanza, si tratta di un’alternativa all’utilizzo delle carte di credito. L’applicazione consente agli utenti di pagare nei negozi fisici e online e scambiarsi gratuitamente denaro tra amici, oltre a beneficiare di una serie di altri servizi come buoni pasto, buoni acquisto, ricariche telefoniche, pagamento di bollettini, pagoPA e bollo auto e moto, donazioni, buste regalo e risparmi.

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Qual è la sua politica tariffaria?

 

Attualmente, per gli acquisti nei negozi fisici, i commercianti pagano una commissione pari a 0,2 euro, ma solo per le transazioni con importo pari o superiore a 10 euro. Sotto la soglia dei 10 euro, non vi sono commissioni.

Cosa cambia in concreto?

 

A partire dal prossimo 7 aprile, la commissione fissa di 0,2 euro sarà eliminata. Al suo posto, vi sarà una commissione dell’1% sull’importo transato, qualunque sia la cifra (quindi anche al di sotto di 10 euro). Qualche esempio può aiutare a rendere meglio il concetto: a fronte di un pagamento di 50 euro, la commissione sarà di 50 centesimi; per un pagamento di 5 euro si scende a 5 centesimi.

Quali le ragioni della protesta da parte delle associazioni dei consumatori?

 

“Questa decisione penalizza sia i consumatori che i piccoli esercenti”, ha dichiarato in una nota il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso. “Uno dei punti di forza di Satispay era proprio l’assenza di costi fissi per i pagamenti di piccola entità, un fattore che ha favorito la diffusione del servizio tra i cittadini e le attività di vicinato. Ora, con l’introduzione delle commissioni anche per i pagamenti sotto i 10 euro, si rischia di colpire proprio quei soggetti che più hanno bisogno di strumenti di pagamento digitali accessibili ed economici”.

 

Secondo Assoutenti, questa scelta rappresenta un passo indietro nella promozione dei pagamenti elettronici e rischia di disincentivare l’uso della moneta elettronica, andando in contrasto con le politiche di digitalizzazione e tracciabilità dei pagamenti sostenute dalle istituzioni.

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Cosa ha risposto l’azienda?

 

La società ha diffuso una nota per smentire innanzitutto che la scelta sia stata improvvisa. “Da inizio anno sono partite le comunicazioni alla rete di esercenti convenzionati che danno evidenza su un cambio delle commissioni, a partire dal 7 aprile”, si legge. Con la specifica che i cambiamenti impatteranno sugli esercenti e non sui consumatori. “Su tutte queste transazioni, così come per i trasferimenti tra privati (P2P), i consumatori continueranno a poter utilizzare il servizio in modo completamente gratuito, senza alcuna commissione”.

Quali le ragioni del cambio di tariffa?

 

“L’introduzione della modifica avviene a valle di anni di sviluppo e lancio di tanti nuovi servizi da parte di Satispay, tutti volti a favorire la crescita della clientela e degli incassi degli esercenti convenzionati”, spiegano dall’azienda. Con qualche esempio a supporto: “Il lancio dei Satispay Buoni Pasto – già scelti da oltre 20 mila aziende e utilizzati da oltre 100 mila utenti – e dei Satispay Buoni Acquisto (categoria Fringe Benefit), strumenti storicamente molto cari per i negozianti – che Satispay offre senza costi aggiuntivi ai piccoli esercenti”.

 

L’ad Alberto Dalmasso inquadra il cambio di rotta anche alla luce dell’ormai acquisita familiarità degli utenti con i pagamenti elettronici. Ormai “i negozianti accettano di buon grado i pagamenti elettronici, ma resta forte la necessità di attrarre sempre più clienti. Per questo lavoriamo ogni giorno, per creare nuovi servizi a valore aggiunto e far crescere con noi i nostri esercenti”.

 

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Quali sono i numeri della società?

 

La società dichiara 5 milioni di utenti e circa 400 mila esercizi commerciali aderenti al circuito. Ha chiuso il 2023 con ricavi da servizi per 22 milioni di euro, mentre le perdite hanno raggiunto 46,3 milioni di euro. In sostanza la crescita degli utenti non si è tradotta in profitti.

EY, i revisori dei conti di Satispay, hanno inserito nella relazione al bilancio 2023 un “richiamo di informativa”, in cui si sottolinea che non è in dubbio la sopravvivenza per un periodo non “inferiore ai prossimi dodici mesi”. Insomma, nessun allarme a breve, ma una situazione che merita di essere seguita con attenzione.

 

Il cambio di rotta – a detta di alcuni analisti – potrebbe portare alcuni piccoli esercenti a recedere dal contatto, ma non è detto che le nuove tariffe non producano un miglioramento in termini di redditività.

 

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Credits

Immagine: Pixabay



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