Report Sicilia porta alla luce un nuovo caso di gestione discutibile della pubblica amministrazione agrigentina. Una dipendente comunale, condannata dalla Corte dei Conti per danno erariale, continua a ricoprire il ruolo di Responsabile Unico del Procedimento (RUP) in numerosi progetti comunali, senza che nei suoi confronti sia mai stato avviato un procedimento disciplinare. Non solo: la stessa dipendente avrebbe ora presentato domanda per ottenere un incarico dirigenziale, grazie al supporto della stessa amministrazione che ha sempre negato ogni responsabilità politica sul caso dei SUV acquistati con fondi destinati alla solidarietà sociale.
La sentenza della Corte dei Conti e il danno erariale
Secondo la sentenza n. 147/2023 della Corte dei Conti, Sezione Giurisdizionale per la Regione Siciliana, la dipendente in questione, Angela Orlando, e il collega Gaetano Maria Di Giovanni, sono stati condannati in solido al pagamento di 120.000 euro per aver utilizzato indebitamente fondi pubblici destinati ai servizi sociali per l’acquisto di quattro SUV. La Corte ha evidenziato come l’operazione sia stata una chiara deviazione dagli scopi previsti dalla normativa e abbia rappresentato un danno per la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che aveva stanziato i fondi per attività educative rivolte ai minori.
Nonostante la gravità della condanna, il Comune di Agrigento non ha mai aperto un procedimento disciplinare nei confronti dei due dipendenti coinvolti. Secondo fonti interne, la mancata azione disciplinare sarebbe motivata dal timore che la Orlando possa rivelare chi, all’interno dell’amministrazione, abbia realmente dato l’ordine di procedere con l’acquisto dei veicoli.
L’ombra della promozione: un paradosso amministrativo
Oggi, incredibilmente, la stessa Angela Orlando ha presentato domanda per ottenere un ruolo dirigenziale all’interno dell’ente, avvalendosi del solo curriculum e del sistema di progressione economica orizzontale, senza alcuna reale valutazione di merito. L’anomalia è evidente: una dipendente condannata dalla magistratura contabile per danno erariale continua a gestire i progetti comunali più importanti nel settore dei servizi sociali, che, grazie ai fondi del Distretto D1, dispongono di ingenti risorse.
Non è la prima volta che nel Comune di Agrigento emergono situazioni simili. La stessa amministrazione che ha sempre negato la propria responsabilità politica nell’acquisto dei SUV – arrivando a dichiarare pubblicamente che la decisione fu esclusivamente dell’allora assessore e del sindaco – oggi permette a una dipendente condannata di avanzare nella carriera amministrativa senza alcuna conseguenza per il passato.
Un segnale di impunità nella gestione della cosa pubblica
Questo caso solleva interrogativi inquietanti sulla trasparenza e sulla gestione delle risorse pubbliche da parte del Comune di Agrigento. Se un dipendente condannato può non solo evitare sanzioni disciplinari, ma addirittura aspirare a una promozione, quali sono i criteri di valutazione e di meritocrazia che guidano le scelte amministrative? La vicenda rappresenta un pericoloso precedente per l’intera macchina burocratica locale, in cui il rispetto delle regole sembra secondario rispetto alle logiche di appartenenza e di convenienza politica.
Il Codacons, già autore della denuncia che ha portato alla condanna della Orlando e di Di Giovanni, ha chiesto un immediato intervento della Regione Siciliana e della Procura della Corte dei Conti per fare luce sulla questione e garantire che le progressioni di carriera siano assegnate in base a criteri di trasparenza e competenza, e non per mera opportunità politica.
Conclusioni
Agrigento, destinata a diventare Capitale Italiana della Cultura 2025, continua a far parlare di sé non per meriti amministrativi o gestionali, ma per scandali e vicende opache. Il caso di Angela Orlando è emblematico di un sistema in cui l’impunità e la mancanza di controlli interni mettono a rischio l’integrità della pubblica amministrazione. Chi pagherà il conto di questa ennesima anomalia?
Report Sicilia continuerà a seguire questa vicenda, portando alla luce ogni dettaglio sulla gestione poco trasparente dell’amministrazione comunale di Agrigento.
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