Senza dimora, con 434 morti nel 2024 è record. La strage invisibile continua

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In crescita costante. Questo il primo dato che emerge dal report dell’Osservatorio Fio.Psd sulle persone senza dimora decedute in strada nel corso del 2024. Sono state 434 le morti, un numero che supera i 415 del 2023 e i 399 dell’anno precedente. 

Si muore tutto l’anno, non solo di freddo

I dati raccolti anche nel 2024 grazie al supporto delle organizzazioni socie della Federazione italiana organismi per le Persone senza dimora dimostrano ancora una volta che si muore durante tutto l’anno, una “strage invisibile” che non è legata a una particolare stagione.

Anche se è vero che i picchi si registrano nei mesi più caldi  – luglio e agosto – e tra dicembre e gennaio, nonostante i “piani freddo” messi in campo da molte amministrazioni locali. 

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«Anche quest’anno non si arresta la strage silenziosa delle persone senza dimora. Muoiono d’inverno e muoiono d’estate», afferma la presidente di Fio.Psd Cristina Avonto, «muoiono di freddo e purtroppo muoiono di caldo. Muoiono per malattie ma anche di aggressioni e incidenti. Muoiono di indifferenza e nell’indifferenza. La Federazione non smetterà di provare a illuminare questa zona d’ombra e di vergogna di una società che si definisce avanzata e civile».

In una nota Fiopsd sottolinea che i decessi riguardano persone che vivono in condizioni di particolare marginalità e isolamento, spesso lontane dal contatto con il sistema dei servizi presente nei territori.

Giovani: stranieri 6 su 10


Tra i dati colpisce l’alta presenza di giovani, che rappresentano la seconda fascia più colpita. L’età media, infatti dei morti quasi tutti uomini (91%), stranieri (61%), è di 44 anni. In un focus del rapporto si precisa che quella dei giovani è una realtà dai contorni sfuggenti e difficile da cogliere nelle statistiche, «ma le organizzazioni socie della federazione segnalano come un fenomeno in crescita».

L’ultima stima dell’Istat (2014) parla di oltre 13mila senza dimora giovani. Nel 2024 i giovani tra i 17 e i 29 anni rappresentano il 18% del totale delle morti tra gli homeless: 76 individui. Ed è la seconda fascia anagrafica più colpita dopo i 40-49enni. In questo caso si tratta di giovani uomini (89%) di nazionalità straniera (92%).

Nei dati analizzati vengono definite significative per conoscere la situazione di vita di questi giovani le informazioni legate alle cause di morte.

Si legge infatti che «risultano particolarmente esposti a situazioni violente e traumatiche: il 20% è deceduto a causa di aggressioni o omicidi, il 15% a causa di abuso di sostanze o alcool e il 15% per suicidi.

È rilevante sottolineare che tra i 36 suicidi accertati nel 2023, il 31% riguarda giovani, rendendo questa fascia d’età la più colpita». 

Foto di Paola Moretti da Fio.Psd

Nel report inoltre si ricorda che questo dato, sintomo di una profonda disperazione, «evidenzia quanto sia cruciale lavorare a tutela dei giovani e, soprattutto, al loro stato di salute emotiva e mentale spesso deteriorata da traumi, stress cronico associato alla vita in strada e totale assenza di una rete relazionale».

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Più morti nel Nord Italia

A livello regionale, le aree con il maggior numero di decessi sono la Lombardia (18%, pari a 78 decessi) e il Lazio (12%, pari a 50 decessi). Significativi anche i dati del Veneto (11%, 48 decessi), della Campania (10%, 44 decessi) e dell’Emilia Romagna (9%, 39 decessi).

In generale l’area più colpita è il Nord Italia con oltre la metà dei decessi, a livello locale le grandi città rappresentano i luoghi intorno ai quali si concentrano la maggior parte delle persone senza dimora, tuttavia – si sottolinea – che i dati del monitoraggio mettono il luce che vi è un’estensione del fenomeno sempre più marcata anche nei centri di medie e piccole dimensioni. 

2025 già 44 morti, al 6 febbraio

Sul sito della Fio.Psd è possibile leggere un aggiornamento costante dei morti in strada tra le persone senza dimora a al 6 febbraio il conteggio era già arrivato a 44 decessi, più di uno al giorno.

Un conteggio che non è fine a se stesso, ma che – come quello del monitoraggio – ha l’obiettivo di «stimolare una riflessione su come intervenire per interrompere una spirale di povertà, isolamento e vulnerabilità. Potenziare le azioni di prevenzione, intercettare precocemente il disagio e offrire interventi mirati e tempestivi, in primis orientati al reinserimento in casa, è una priorità». 

La casa un obiettivo: 10 anni di Housing First

Uno dei gli obiettivi resta quello di: «Partire dalla strada per arrivare alla casa, come insegna il modello Housing First che ad oggi – si legge nel report – rimane l’approccio più promettente. Accompagnare le persone verso un alloggio sicuro e dignitoso, verso spazi di stabilità e accoglienza, dove sia possibile ricostruire legami, promuovere autonomia e restituire dignità alla vita».

Al modello Housing First, che celebra quest’anno il suo decennale in Italia, la Fio.Psd dedica una due giorni a Torino (il 12 e 13 febbraio) durante i quali saranno presentati i dati e i risultati di questi primi dieci anni del progetto.

In apertura foto di Michela Razza – Immagini e grafiche da ufficio stampa Fio.Psd

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