Energia e transizione: le sfide del futuro passano anche da Ravenna

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11 febbraio 2025 – ravenna – La transizione energetica impone scelte strategiche complesse, influenzate sia dalle decisioni politiche dell’Unione Europea negli ultimi dieci anni, sia dai conflitti internazionali che ne condizionano l’attuazione. In questo contesto, Ravenna – città con una lunga tradizione nell’industria energetica – continua a giocare un ruolo chiave.
Se ne è discusso a Palazzo Rasponi, in un incontro moderato da Agnese Pini, direttrice di Quotidiano Nazionale, Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno e Luce!, e dal vicedirettore del Resto del Carlino Valerio Baroncini. Tra i relatori, l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, l’amministratore delegato di Snam Stefano Venier e il governatore dell’Emilia-Romagna Michele de Pascale.

L’evento si è svolto con i main partner Eni e Snam, con i partner La Cassa di Ravenna e Rekeep e con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e dell’assessorato allo Sviluppo economico e Commercio del Comune di Ravenna.

È sulla neutralità tecnologica che si è concentrata l’attenzione. «Il problema – ha detto Descalzi – non è Trump». Serve laicità cioè affrontare i temi, studiare gli strumenti e le tecnologie e poi applicarle in maniera corretta rispetto agli obiettivi che vengono dati.

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A Ravenna sono stati realizzati il progetto di Eni e Snam per la cattura della CO2 e il rigassificatore di Snam. Vi è poi l’eolico offshore Agnes. Contemporaneamente si tiene OMC Med Energy, la fiera che dal 1993 approfondisce il dibattito su queste tematiche.

«Ravenna è stata ed è un centro industriale fondamentale per noi», ha sottolineato Descalzi, il cui futuro è nella cattura e stoccaggio della CO2. Dopo quello del gas, ancora una volta qui si è aperto un nuovo ciclo, quello sulla decarbonizzazione per tutti i settori che chiamiamo hard to abate, cioè le industrie pesanti, che difficilmente possono essere elettrificate o comunque non possono essere aiutate dalle rinnovabili. «Questo è un futuro importantissimo».

La realtà economica e politica mondiale in cui definire le scelte strategiche migliori è complicata. «Viviamo in una recessione geopolitica, è una situazione delicata dal punto di vista energetico, ma non solo, che va trattata con attenzione», ha affermato Venier, sollecitando l’urgenza di un mercato unico dell’energia europeo. «Vuol dire – ha aggiunto – ragionare in termini di analisi dei bisogni puntuali dei settori industriali e domestici, che ci porta a dire che ogni paese deve disegnare il suo percorso di transizione. Come Italia lo abbiamo fatto credo efficacemente e ci stiamo ancora lavorando».

Venier si riferisce anche alla nave rigassificatrice BW Singapore, prevista a Ravenna il 25 febbraio, che entrerà in attività da metà aprile. Oggi quasi la metà della domanda italiana potrà essere soddisfatta da gas liquefatto, ma non necessariamente solo da gas, perché il presupposto della sicurezza del sistema di approvvigionamento dipende dalla sua flessibilità e quindi dall’alternanza delle fonti.

Per de Pascale «bisogna darsi degli obbiettivi chiari perché in questo momento i costi energetici sono il principale freno alla competitività delle imprese del nostro paese nei mercati internazionali e un peso per le famiglie. Gli obbiettivi sono tre: approvvigionamenti sicuri, economici, con il minore impatto carbonico e danno per l’ambiente». Ma mentre Eni apre al nucleare da fusione, per il governatore dell’Emilia-Romagna il nucleare «è un’arma di distrazione di massa, perché non è la risposta che serve nei tempi che abbiamo davanti».

Descalzi ha concluso sostenendo che l’Unione Europea confermerà le proprie scelte degli ultimi anni, rendendo improbabile un’inversione di rotta nella politica energetica. «Stiamo ancora discutendo sui biocarburanti da oli vegetali mentre è stata accettata la cattura e lo stoccaggio della CO2, che fino a un anno fa era criminalizzata. Dobbiamo riuscire a integrare diverse fonti di energia per ridurre le emissioni, ma ci sono posizioni che vanno ancora cambiate. Da Ravenna può arrivare un contributo decisivo, non solo per l’Italia ma per l’intera Europa».
 



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