La Toscana rompe il silenzio sul fine vita

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 





0





0

Doverosa premessa: scrivo sulla legge regionale della Toscana sul fine vita con un punto di vista di cattolica e di compagna di un uomo, toscano, malato di sclerosi multipla da 25 anni. Una persona serena che vuole vivere e che ogni mattina dice agli altri: sarà una buona giornata.

La pagina che ha scritto la giunta regionale della Toscana è una pietra miliare sulla strada di una legge che in Italia la politica non vuole fare, quasi tutta la politica, non solo la destra. Ed è un riconoscimento di giustizia per centinaia di migliaia di malati terminali o cronici che, nella stragrande maggioranza dei casi, vogliono vivere fino all’ultimo battito del loro cuore e amano la vita più degli altri, ma chiedono la garanzia che, nel caso non ce la facciano più e non ci sia più niente da fare,possano lasciare questo mondo in serenità, addormentandosi per l’ultima volta su questa terra senza smorfie di sofferenza.

La Toscana dunque è la prima regione italiana a dotarsi di una legge che regola il suicidio medicalmente assistito.
Il Consiglio regionale ha approvato la norma – frutto di una discussione avvenuta sulla base della legge d’iniziativa popolare presentata dall’associazione “Luca
Coscioni” – con 27 voti favorevoli, 13 contrari e una consigliera che (nonostante fosse presente) ha preferito non esprimersi.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Il tema è inevitabilmente drammatico, lacera le coscienze, coinvolge le nostre emozioni, il nostro credere o non credere. Ma ancora una volta, come fu per l’aborto, la politica dovrebbe far prevalere l’interesse collettivo secondo quanto stabilito dalle norme e non  la posizione personale.

Chi da cattolico votò la legge sull’aborto spesso nella sua vita privata non ha abortito, ma capiva che lo stesso non poteva essere impedito ad un altro cittadino. Ora è la stessa cosa. La giunta della Toscana lo ha capito e la spaccatura è stata netta: tutto il centro sinistra, compresi i 5 stelle che sono fuori dalla giunta, e il gruppo misto hanno votato a favore e tutta la destra attualmente al governo ha votato contro, auspicando che il governo stesso impugni (come farà) questa decisione.

La legge regionale della Toscana sul fine vita, sul suicidio medicalmente assistito, è composta da 6 articoli e un preambolo che ribadisce il carattere meramente organizzativo delle norme e rimanda agli articoli 32 e 117 della Costituzione. «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizioni di legge» assieme alla competenza legislativa riservata allo Stato per determinare i livelli essenziali delle prestazioni che riguardano i diritti civili e sociali, con una competenza ‘concorrente’ sul tema della salute.

La Corte Costituzionale si era già pronunciata lo scorso anno mantenendo i requisiti fissati dal 2019 riguardo ai sostegni vitali del paziente e alla decisione demandata ad una commissione medica interdisciplinare della ASL escludendo ogni responsabilità per il medico che assiste il malato fino alla fine.. Nessuna regione è riuscita ad applicare la legge senza far attendere mesi ai pazienti, rinviando, decidendo solo in parte, ritardando la concessione dei farmaci palliativi, indicazioni che già sono contenute in una legge del 2017 che istituisce il cosiddetto “testamento biologico”, di cui mai nessuno parla. Tranne ovviamente i radicali e l’associazione Coscioni che di questo movimento sono stati gli unici testardi promotori.

Alcuni malati, lo sappiamo, sono andati in Svizzera a morire. La maggior parte erano malati cronici, di Sla o di sclerosi multipla, molti di più dei malati oncologici. E aggiungo: la sclersi multipla e altre malattie neurologiche in Toscana sono più diffuse che in altre regioni, esiste perfino un virus chiamato Toscana che aggredisce il cervello fin dall’infanzia.

Vorrei far capire a chi non ha esperienza diretta – che non auguro a nessuno – che un malato cronico che perde progressivamente a volte lentamente ogni sua capacità vitale e per ogni gesto, anche prendere un cucchiaino di miele, deve essere aiutato da un’altra persona, può diventare complicato continuare ad avere voglia di vivere. Se poi è accompagnato da dolori progressivi ancora di più. Se può solo comunicare con un gesto degli occhi non ne parliamo. E poi c’è un aspetto che nessuno analizza mai: occorre un’assistenza domiciliare o in ricovero che in Italia non esiste. Colpisce che la prima legge sul fine vita venga dalla Toscana, una realtà fra le migliori – forse la migliore- per questo tipo di assistenza, che, come al solito, se puoi pagare la trovi, ma se non puoi sei perduto. E i familiari possono non esserci, non farcela, non potere materialmente: oggi si chiamano caregiver e nessuna legge li riconosce.

Se si vuole ridurre al minimo il numero dei malati che chiedono il suicidio assistito c’è una sola cosa da fare: potenziare in modo notevole l’assistenza multidisciplinare ai pazienti in condizioni gravi, alle loro famiglie, alla loro comunità. E’ questo l’antidoto, non le polemiche. Il tormento della coscienza rimane, doloroso, angosciante.

Ma mi piace pensare che il più grande rivoluzionario della storia, di nome Gesù, sia accanto a quei malati che per loro scelta si addormentano forse anche con un sorriso.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link