l’Ue sfida le lobby del tabacco

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito personale

Delibera veloce

 


Negli ultimi mesi l’Europa sta intensificando gli sforzi per ridurre l’uso del tabacco e delle sigarette elettroniche. L’obiettivo è una generazione libera dal fumo entro il 2040. Lo scorso settembre la Commissione europea ha infatti presentato una raccomandazione non vincolante per vietare l’uso delle sigarette in spazi all’aperto come terrazze di bar e ristoranti, parchi giochi, fermate degli autobus e piscine, revisionando quella già promossa nel 2009.

Nel contesto di queste raccomandazioni gli stati membri possono decidere di adottare misure aggiuntive, come spiega a Domani Eva Hrncirova, portavoce della direzione generale della Commissione europea della salute e della sicurezza alimentare.

«Attraverso il programma EU4Health la Commissione fornisce finanziamenti per attuare le misure raccomandate, con una sovvenzione diretta di 16 milioni di euro – spiega Hrncirova – Inoltre sostiene la ricerca scientifica sul controllo della dipendenza dal tabacco e dalla nicotina attraverso il programma Horizon, con un budget totale di oltre 80 milioni di euro».

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

L’iniziativa rientra nella strategia “Europe’s beating cancer plan”, pensata per diminuire la percentuale di fumatori nell’Unione europea dall’attuale 25 per cento a meno del 5 per cento in circa 15 anni. Secondo i dati forniti dalla Commissione il tabacco resta la principale causa evitabile di malattie e decessi prematuri. Solo in Unione europea se ne contano circa settecento mila all’anno, al punto da rendere il contrasto al tabagismo un asse centrale della politica sanitaria comunitaria.

Divieto respinto

Eppure, nonostante i numeri parlino chiaro, durante l’ultima sessione plenaria il Parlamento europeo ha respinto la proposta sull’estensione del divieto di fumo nei luoghi pubblici con 378 voti contrari, 152 a favore e 26 astensioni. Quest’ultima era stata presentata congiuntamente da quattro gruppi politici: il Partito popolare europeo (Ppe), i Socialisti e democratici, Renew europe e i Verdi/Efa.

Tuttavia, durante le discussioni, i Conservatori e riformisti europei hanno introdotto emendamenti per escludere i dispositivi elettronici dal divieto, sostenendo che equiparare le sigarette elettroniche ai prodotti del tabacco tradizionali fosse eccessivo e lesivo della libertà individuale. Gli emendamenti hanno ottenuto così il sostegno della maggioranza del Ppe, causando una frattura tra i gruppi parlamentari.

Di conseguenza, i Socialisti e democratici hanno ritirato il loro appoggio alla risoluzione, ritenendo che le modifiche introdotte avessero indebolito il testo originale.

Negli stati

All’indecisione dell’eurocamera, rispondono però le reazioni concrete di alcuni stati membri. Si pensi per esempio alla Spagna, dove il ministero della sanità sta preparando una riforma della legge antitabacco per ampliare gli spazi liberi dal fumo, includendo terrazze, fermate degli autobus, banchine ferroviarie, spiagge, piscine e ingressi degli ospedali, regolamentando al tempo stesso la vendita dei dispositivi per il vaping.

In Francia il governo ha annunciato il divieto di vendita delle sigarette elettroniche monouso entro il 2025, citando preoccupazioni sia per la salute pubblica sia per l’impatto ambientale. Il programma nazionale francese per il controllo del tabacco prevede anche un aumento della tassazione sul tabacco e l’estensione delle aree libere dal fumo a spiagge, parchi e aree vicine a scuole e ospedali.

Non manca all’appello neppure l’Italia. A Milano a partire dallo scorso gennaio il divieto di fumo è stato esteso a tutte le aree pubbliche o ad uso pubblico all’aperto, incluse vie e strade. Fanno eccezione solo le aree isolate in cui è possibile mantenere una distanza di almeno dieci metri da altre persone. Questo divieto riguarda esclusivamente i prodotti del tabacco, mentre l’uso delle e-cig rimane consentito.

E d’impatto poi è stato l’esempio del Belgio che sempre a partire da gennaio è diventato il primo paese dell’Ue a vietare le sigarette elettroniche usa e getta. Il governo belga ha inoltre chiesto alla Commissione di estendere questo divieto agli altri stati membri, sottolineando la necessità di aggiornare e modernizzare la legislazione sul tabacco a livello europeo.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Fermare le lobby

ANSA

Uno degli ostacoli principali alla lotta contro il fumo è l’opposizione dell’industria del tabacco, che storicamente cerca di influenzare il dibattito normativo. La Commissione, spiega Hrncirova, riconosce «l’articolo 5.3 della convenzione sul controllo del tabacco dell’Organizzazione mondiale della sanità». Prevede che le politiche sanitarie pubbliche debbano essere protette «dagli interessi commerciali e di altro tipo dell’industria del tabacco».

Questo pilastro a ispirato diverse leggi e normative in tutto il mondo per limitare proprio l’influenza delle aziende produttrici. Ma le sigarette elettroniche continuano a essere promosse come strumenti utili per la cessazione del fumo tradizionale. «Il Comitato scientifico europeo per la salute, l’ambiente e i rischi emergenti ha evidenziato gli effetti negativi delle sigarette elettroniche e ha concluso che esistono prove moderate che siano un possibile trampolino verso il fumo tra le nuove generazioni. Inoltre ha rintracciato prove forti che la nicotina nei liquidi per e-cigarette contribuisca allo sviluppo della dipendenza», spiega Eva Hrncirova, che sottolinea inoltre quanto l’impatto economico della recente raccomandazione della Commissione è stato valutato nella cosiddetta “Analisi d’impatto della Raccomandazione” avviata già nel 2009.

Questa analisi ha dimostrato che eventuali influenze economiche negative, come la perdita di entrate fiscali, siano di fatto superate dai benefici per la salute pubblica e per la società, che si esprimono in termini di riduzione dei costi sanitari, miglioramento della qualità dell’aria e riduzione dei rifiuti ambientali (quali i mozziconi). E certi risultati sono stati confermati anche da uno studio condotto nel 2021.

Gli oppositori della raccomandazione europea sostengono anche che possa essere una violazione delle libertà individuali. Eva Hrncirova risponde che la sua natura non vincolante ne permette proprio un’attuazione in linea con le priorità di ciascun stato membro. «A loro poi chiediamo di riferire sull’applicazione e sui progressi delle misure adottate tre anni dopo l’adozione della raccomandazione e successivamente ogni cinque anni».

Le sfide

L’armonizzazione delle politiche fiscali sul tabacco e la regolamentazione delle sigarette elettroniche rimangono quindi priorità chiave per raggiungere la prospettiva di una generazione libera dal fumo entro il 2040. Per raggiungere questo obiettivo la Commissione ha sviluppato una strategia educativa per disincentivare l’uso del tabacco fin dalla giovane età attraverso kit di strumenti per contrastare le strategie di marketing aggressive dell’industria del tabacco.

Philip Morris International, per esempio, una delle principali aziende del settore, ha riportato che al 31 dicembre 2024 il 40 per cento dei suoi ricavi netti totali è derivato da prodotti senza fumo, cioè proprio dalle sigarette elettroniche. L’azienda vuole così aumentare questa percentuale a oltre due terzi entro il 2030, con l’obiettivo finale di eliminare completamente le sigarette tradizionali. E sono inoltre note le pressioni esercitate da aziende e lobby del settore per mantenere un regime fiscale favorevole per le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato. Ad esempio nel 2018 un rapporto della Commissione europea ha ritardato l’estensione della Direttiva sulle accise del tabacco (Tobacco tax directive) a questi prodotti, in parte proprio a causa dell’influenza dell’industria.

In quest’anno dunque ci si aspetta che le lobby del tabacco in Europa non faranno un passo indietro, anzi. Ci si aspetta infatti ulteriori combinazioni di strategie di lobbying politico, marketing mirato e diversificazione dei prodotti per mantenere e rafforzare la loro presenza nel mercato. Senza considerare la loro ricerca di alleati all’interno del Parlamento europeo, in particolare tra i gruppi di estrema destra, per assicurarsi nuovi sostenitori e influenzare le politiche a loro favore.

Richiedi prestito online

Procedura celere

 

Non stupisce pertanto quanto è emerso da una recente inchiesta promossa dal quotidiano francese Le Monde e denominata “Forever lobbying project” che ha rivelato una massiccia attività di lobbying per ostacolare persino la proposta europea di restrizione delle sostanze per- e polifluoroalchiliche (Pfas), sostanze chimiche utilizzate anche nell’industria del tabacco.

La sfida insomma è aperta, ma l’Europa sembra decisa a mantenere il passo. La lotta al tabacco non è solo una questione sanitaria, ma anche un impegno per migliorare la qualità della vita dei cittadini e ridurre le disuguaglianze sociali.

© Riproduzione riservata



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Source link