Maxi carico verso il mare: così il porto torna grande

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CREMONA – Camion e treni che vanno e vengono, muletti, torri di container e gru mobili che sembrano draghi e ieri mattina anche traffico navale, quello di Cremona non è ancora ai livelli dei grandi porti fluviali europei, ma qualcosa si sta muovendo. Ieri di buon mattino alle banchine ha attraccato la Java, una chiatta di quasi 900 tonnellate con il suo spintore il Navigator. E gli addetti della ditta Fagioli hanno caricato sull’imbarcazione due scambiatori, enormi macchinari che servono per l’industria petrolifera, ciascuno delle dimensioni di 25 metri per quattro e del peso di 165 tonnellate.

A soprintendere la delicata operazione sono stati i funzionari dell’amministrazione provinciale (il porto è sotto la giurisdizione della Provincia e della Regione) e una pattuglia delle Polizia locale. Ha diretto i lavori Enrico Popovich della Fagioli, un veterano dei carichi speciali. La Java, che ha risalito il Po grazie alle condizioni ottimali del livello del fiume, ha ripreso il largo nel primo pomeriggio di ieri, ovviamente passando dalle chiuse del mandracchio (in tanti sul Lungo Po hanno scattato foto), per far ritorno via Canal Bianco a Porto Marghera. Il viaggio durerà tre giorni, dopo due tappe: una a Mantova e un’altra a Chioggia.

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Dal porto veneto gli scambiatori verranno trasbordati su un’altra imbarcazione adatta alla navigazione marina. Un’operazione non nuova: l’estate scorsa un’altra chiatta, la Helga, aveva trasportato un trasformatore elettrico e uno scambiatore, con lo stesso tragitto.

porto

Sono, queste, operazioni che tengono viva la navigazione padana e fanno del porto un terminale completo di intermodalità: ruota, ferro e acqua. Per quest’ultimo sistema di trasporti, però, la rotta da fare è ancora lunga, ma i dati fanno ben sperare visto che nel 2024 la movimentazione è più che raddoppiata rispetto al 2023. Si è passati infatti da 1.145 tonnellate a quasi 3mila, ritornando a livelli precedenti. A causare il più che dimezzamento era stata anche la grande siccità e il crollo di una parete del mandracchio che ha reso inutilizzabile la conca. Nel 2023 le tonnellate trasportate su gomma sono state 715.122 e ben tre milioni su ferrovia ben tre milioni. I dati 2024 su gomma e su rotaia sono ancora in fase di elaborazione.

Il divario è evidente, ma come si accennava il Po non è sempre navigabile, per cui la condizione di precarietà della navigazione non spinge in questa direzione, che sarebbe una grande alternativa per la sicurezza stradale e al conseguente inquinamento.

Anche dal punto di vista organizzativo si sono fatti passi in avanti decisivi. Nel dicembre scorso si sono conclusi i lavori di rifacimento della copertura e degli impianti tecnologici della palazzina degli uffici del porto, con una spesa superiore ai 200mila euro. Inoltre è in corso la redazione del Piano regolatore portuale con il supporto di Centro Padane dopo che è arrivata la certificazione di Zls (Zone Logistiche Semplificate) per i porti di Cremona e Mantova. La firma da parte della presidenza del Consiglio dei ministri rappresenta una grande opportunità per il territorio. Le aree Zls sono infatti caratterizzate da una serie di semplificazioni amministrative e fiscali che favoriscono la possibilità di attrarre nuovi investitori. Numerosi i comuni coinvolti nel Cremonese, oltre al capoluogo, sono interessati Pizzighettone, Spinadesco, Casalmaggiore, Casteldidone, Piadena Drizzona, Rivarolo del Re, S. Giovanni in Croce, Sesto.

«SERVONO NUOVE AREE DI SVILUPPO»

È la Provincia di Cremona che svolge le funzioni di autorità per il porto e per le aree appartenenti al demanio portuale su delega della Regione Lombardia, ente titolare della struttura. La Provincia dunque provvede alla programmazione e alla realizzazione di nuove opere, nonché agli interventi di manutenzione straordinaria delle infrastrutture viabilistiche e degli edifici. Regione, Provincia e privati, in sinergia, promuovono accordi per la realizzazione e la gestione dei raccordi ferroviari e stradali. Ottima la posizione territoriale del porto che con l’area industriale adiacente al canale navigabile sono serviti da un raccordo ferroviario che parte dalla stazione di Cavatigozzi, inoltre è collegata alla Paullese tramite una bretella stradale a quattro corsie e attraverso la tangenziale urbana di Cremona, all’autostrada A21. In maggio si sono conclusi i lavori, finanziati dal ministero delle Infrastrutture, per la realizzazione delle opere di urbanizzazione di un’area di 13mila metri quadrati, completando così la nuova infrastruttura ferroviaria, un intervento da un milione di euro.

«L’area portuale — spiega l’amministrazione provinciale — è caratterizzata da un’intensa attività logistico-commerciale, e le superfici destinate alle concessioni sono ormai quasi esaurite. Per rispondere alla crescente domanda di spazi, si rende quindi necessaria l’individuazione di nuove aree di sviluppo. La Provincia si impegna affinché, nella pianificazione e realizzazione delle infrastrutture portuali, vengano coinvolti anche i privati, inclusi sotto il profilo finanziario».

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Nel 2024 è proseguita l’attività del Comitato di coordinamento tra gli ispettorati di porto delle Province e Regioni interessate dalla navigazione sul fiume Po, attualmente costituito in forma informale. L’obiettivo è uniformare, nel rispetto delle competenze delle diverse Regioni coinvolte, le prassi operative, le interpretazioni normative e la modulistica, con particolare attenzione ai procedimenti che richiedono l’intervento di più Ispettorati regionali. Una questione che va avanti da tempo e che crea non pochi disagi ai cittadini, considerato che spesso leggi e regolamenti non combaciano tra loro, così come tariffe per i servizi richiesti (caccia, pesca, concessioni, possibile balneazione).





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