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L’unico «ingranaggio» fuori posto in una macchina ben rodata si trova in Primiero e sarebbe dovuto al ritardo della Regione Veneto nell’implementare il 112
Era il 1991 quando l’Unione europea decise di istituire un numero unico per le emergenze. Tuttavia, si dovette attendere fino al 2004 affinché i primi Paesi iniziassero effettivamente a introdurre l’utilizzo del 112. Ad oggi il numero unico è diffuso in tutti gli Stati dell’Unione europea (e non solo). L’11 febbraio (ieri) si è celebrata la Giornata europea dedicata al 112 e per l’occasione sono stati presentati i dati della Centrale unica di emergenza (Cue) della provincia di Trento. Nel 2024 sono state raccolte oltre 275 mila chiamate, circa 20 mila in meno rispetto all’anno precedente, ma con un significativo aumento delle emergenze gestite che sono passate da 126 mila a 141 mila.
I giorni più difficili
Il mese con il maggiore afflusso è stato agosto (29.425 chiamate), mentre il giorno «record» è stato il 12 luglio: 1.200 contatti per un’allerta meteo. In media, gli operatori della Centrale rispondono al telefono in appena 2,8 secondi, un dato rilevante in situazioni dove ogni secondo è prezioso. Il compito degli operatori è anche quello di riconoscere le varie situazioni: lo scorso anno, il 45,1% delle telefonate non ha riguardato reali emergenze. L’analisi delle chiamate evidenzia inoltre l’importanza dell’effetto filtro verso le centrali di secondo livello: soccorso sanitario (48,1%), carabinieri (23,8%), vigili del fuoco (13,5%), polizia (10,6%) e altri enti fra cui la guardia costiera (4%). Un altro dato significativo è l’attivazione del servizio di interpretariato a favore di 2.613 utenti, un numero mai così alto: tedesco, inglese, polacco, ceco, francese e arabo le lingue più richieste.
Le innovazioni
Per mantenere questi standard elevati, l’amministrazione provinciale ha deciso di rafforzare la squadra della Cue con l’ingresso di 8 nuovi operatori, portando il totale a circa 40 unità. «Un passo fondamentale per garantire un servizio sempre più efficiente e capace di rispondere alle esigenze della comunità», ha osservato l’assessora provinciale Giulia Zanotelli. All’incontro erano presenti anche l’assessore provinciale alla salute, Mario Tonina, e l’assessore comunale di Trento con delega al welfare di comunità, Alberto Pedrotti. Entrambi hanno voluto ringraziare gli operatori per l’eccellente servizio. Tonina ha inoltre sottolineato come il Trentino, grazie alla sua Autonomia speciale, abbia «la possibilità di essere un esempio di innovazione per altri territori italiani». Questo è già accaduto per il cosiddetto «filtro laico», che snellisce la gestione delle chiamate di competenza dei vigili del fuoco in caso di emergenze importanti. «Queste innovazioni sono state riprese a livello nazionale e sono diventate vere e proprie linee guida», ha ricordato il dirigente del Servizio prevenzione rischi e Cue, Bruno Bevilacqua.
Nel frattempo, in collaborazione con Trentino Emergenza è stata avviata una nuova sperimentazione che ha già consentito di salvare delle vite. È stata infatti prevista l’attivazione di una linea prioritaria per la gestione degli arresti cardiaci, migliorando l’efficacia e la rapidità dei soccorsi. Nel periodo di test — tra agosto e novembre 2024 — sono stati intercettati 128 casi, su un totale di 20 mila chiamate di natura sanitaria. Al momento si stanno portando avanti anche delle sperimentazioni che coinvolgono l’intelligenza artificiale, impiegata per la trascrizione delle chiamate.
Il caso Primiero
Se possibile, l’unico «ingranaggio» fuori posto in questa macchina ben rodata si trova in Primiero, ed è dovuto al ritardo della Regione Veneto nell’implementare il 112. Assieme a Campania, Molise e Basilicata (l’Emilia-Romagna ultimerà la migrazione entro aprile 2025), il Veneto è una delle quattro Regioni che non si è ancora dotata di una Centrali unica di risposta. Per ragioni geografiche, il Primiero si appoggia alle celle telefoniche del distretto di Belluno: per questa ragione quando si prova a contattare il 112 rispondono i carabinieri di Feltre. Ciò provoca dei ritardi nei soccorsi. «Il problema è noto — afferma Silvia Marchesi, ex direttrice della Cue che ora dirige l’Unità di missione semplice per l’intelligenza artificiale — e riguarda in particolare le zone di confine. Ci auguriamo che il Veneto possa attivarsi al più presto, ma dalle informazioni che abbiamo a disposizione sappiamo che ci vorranno ancora un paio d’anni».
L’applicazione
Da parte sua, il nuovo direttore della Cue, Italo Della Noce, ha evidenziato l’importanza dei nuovi strumenti a disposizione dei cittadini, come l’App «Where are U», che facilita la localizzazione degli eventi per i quali è richiesto l’intervento di soccorritori e forze dell’ordine. «Sono arrivato da sole due settimane — ha concluso Della Noce — ma qui ho già avuto modo di apprezzare il grande senso del dovere e la responsabilità che contraddistinguono tutti i nostri operatori».
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