Spreco risorse idriche, Enas risponde a Coldiretti: “Tutti devono fare la loro parte”

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“E’ evidente che le finalità di Enas, sicuramente condivise anche da Coldiretti, sono quelle di riuscire a distribuire quanta più acqua possibile agli utenti finali, siano essi agricoltori, Cittadini o Imprese. Per questo motivo si è portato all’attenzione della stampa il tema di “aggredire gli sprechi” intendendo che è necessario fare una politica di attenzione agli sprechi di tutto il Sistema (sottintendendo “Enas compreso”) visto che le statistiche ci dicono che la risorsa sta diminuendo. Sistema che, per il settore agricolo, è composto da Enas (che con gli invasi e le condotte fornisce acqua ai Consorzi di Bonifica) dai Consorzi di Bonifica (che attraverso le proprie condotte irrigue forniscono l’acqua ricevuta agli agricoltori) e dagli Agricoltori (che la usano per la produzione dei beni di prima necessità che arricchiscono le tavole di tutti noi).
E’ quindi necessario, per poter garantire una maggiore quantità d’acqua nei campi che tutte e tre le componenti facciano quanto è possibile per ridurre gli sprechi d’acqua”.

Risponde così a Coldiretti l’amministratore unico di Enas, Marco Soriga intervenendo sulla questione dello spreco dell’acqua.

“Enas non ha in gestioni reti irrigue ma reti di adduzione verso i consorzi di bonifica (i quali sono possessori e gestori delle reti irrigue); per le proprie reti Enas pianifica ogni anno ingenti somme messe a disposizione dalla R.A.S. e si accede ai fondi comunitari e Ministeriali – scrive Soriga -. Nella sola tratta del Coghinas si stanno facendo interventi per 72 milioni di euro con PNRR e fondi regionali, si sta provvedendo, per lenire la siccità, a rimettere in esercizio, sollevamenti ed interconnessioni non in uso, si stanno mettendo in campo tutte le forze per garantire, per quanto tecnicamente possibile, i trasferimenti di risorse idriche fra i bacini più fortunati, verso quelli in sofferenza”.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

“Enas – aggiunge – sta provvedendo inoltre ad effettuare quei lavori che sono necessari per portare le dighe acquisite dai precedenti gestori al massimo livello d’invaso, correggendo, come nel caso della diga di Monte Lerno, quei difetti strutturali che hanno determinato l’imposizione – da parte del Ministero delle infrastrutture – di pesanti limitazioni d’invaso, così come sta continuando, sempre in collaborazione con il ministero, ad effettuare le operazioni di collaudo dell’invaso di Cantoniera, che permetterà di invasare a breve oltre 90 Milioni di Mc in più ed evitare di sversare l’acqua in eccesso rispetto alla capacità massima consentita.
Ciò non vuol dire che abbiamo completato il nostro lavoro – tutt’altro: altre importanti sfide devono vederci tutti protagonisti delle scelte, delle strategie e delle azioni per migliorare il sistema”.

E poi la replica: “Non serve a nessuno cercare di attribuire ad altri “l’unica responsabilità” di una situazione difficile affermando che “nulla è stato pianificato o fatto” per ridurre gli impatti di cambiamenti climatici e siccità, specie rivolgendo questa accusa ad un Ente che prima del 2024 per anni è rimasto privo contemporaneamente di una guida politica e tecnica stabile – precisa Soriga -. Questo per ribadire un unico concetto, e cioè che tutti dobbiamo “aggredire gli sprechi” delle condotte colabrodo, sia che queste siano gestite dai Consorzi, dai singoli agricoltori o da Enas. E’ un dato numerico rilevato che, in alcune aree della Sardegna, si fornisca più del doppio dell’acqua che in realtà arriva all’utente agricolo finale. Questo dato è certificato dal Sistema Informativo Nazionale per la Gestione delle Risorse Idriche in Agricoltura (che è gestito dal CREA, una agenzia Governativa), dove sono indicati consumi di oltre 4700 mc/Ha per l’irrigazione dei vigneti, che invece – dati alla mano – ne ricevono e ne usano molto meno della metà, proprio perché – come dice Coldiretti – gli agricoltori hanno da tempo adottato sistemi di irrigazione moderni e votati al risparmio idrico”.

“Per risolvere i problemi che affliggono le nostre terre per via della siccità – conclude – è quindi necessario che tutte le parti in gioco abbiano un atteggiamento onesto e fattivo per collaborare e permettere di creare quel clima “umano” dove sia chiaro che tutti fanno la loro parte innovando, risparmiando e lavorando per garantire un uso efficiente della risorsa idrica, e non esistono dalla propria parte i buoni e dall’altra i cattivi”.





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