ECSA, A4E e T&E scongiurano la Commissione UE a promuovere la produzione di fuel puliti per il trasporto marittimo ed aereo

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ECSA, A4E e T&E scongiurano la Commissione UE a promuovere la produzione di fuel puliti per il trasporto marittimo ed aereo

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Raptis: abbiamo bisogno di ingenti investimenti, certezze e semplificazione dell’accesso ai finanziamenti pubblici e privati

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Bruxelles


13 febbraio 2025

ECSA, l’associazione di categoria delle compagnie armatoriali
europee, Airlines for Europe (A4E), l’associazione che rappresenta
le compagnie aeree europee, e Transport & Environment (T&E),
l’associazione ambientalista europea indipendente impegnata
nella riduzione dell’impatto ambientale dei trasporti, hanno
pubblicato una dichiarazione congiunta in cui esortano vivamente la
Commissione Europea e gli Stati dell’UE ad aumentare la produzione
di carburanti puliti per il trasporto marittimo e quello aereo in
Europa.



«In qualità di rappresentanti dei settori del
trasporto marittimo e del trasporto aereo e delle organizzazioni
ambientaliste – si legge nella dichiarazione – riaffermiamo il
nostro impegno nei confronti degli obiettivi climatici e industriali
dell’UE. Per raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo e del
Net-Zero Industry Act (NZIA) e garantire che questi settori
rimangano competitivi, ora dobbiamo dare priorità ai
carburanti puliti per il trasporto marittimo e per l’aviazione al
fine di decarbonizzare questi settori dei trasporti che sono “hard
to abate”. Una solida base industriale europea per i
combustibili puliti – sottolineano ECSA, A4E e T&E – è
essenziale per raggiungere gli obiettivi climatici e garantire la
leadership dell’Europa nell’innovazione verde. Questi carburanti
dovranno essere prodotti su larga scala per soddisfare gli obiettivi
climatici dell’UE per l’aviazione e per lo shipping».



«La
potenziale leadership dell’Europa nelle tecnologie dei carburanti
verdi – prosegue il documento – offre un’opportunità unica
per costruire una filiera che migliori la sicurezza energetica, crei
posti di lavoro e promuova gli obiettivi climatici. Tuttavia, i
progetti di carburanti verdi su larga scala affrontano notevoli
incertezze che scoraggiano gli investimenti privati. Questi
includono rischi tecnologici e requisiti di capitale iniziali
elevati che svantaggiano i “first movers”, siano essi
produttori, finanziatori o utenti finali. Ulteriori ostacoli
includono gli elevati costi di produzione dei carburanti puliti e un
disallineamento dei modelli di business tra i produttori, che
cercano contratti a lungo termine a prezzi elevati, e utenti, per i
quali impegni a breve termine per volumi di carburanti meno
consistenti comportano meno rischi. Questi fattori creano elevati
rischi finanziari e incertezza che potrebbero essere insormontabili
senza un sostegno pubblico più personalizzato di quello
fornito dagli attuali programmi EU Hydrogen Bank e ETS Innovation
Fund».

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«Per affrontare queste sfide – hanno scritto le tre
associazioni – esortiamo la Commissione Europea a: includere i
carburanti rinnovabili scalabili e le tecnologie innovative
necessarie per il trasporto marittimo e il trasporto aereo, due dei
settori più difficili da decarbonizzare dell’economia,
nell’ambito del prossimo Clean Industrial Deal; sfruttare il
Sustainable Transport Investment Plan (STIP) in linea con il
Competitiveness Compass per ridurre il rischio degli investimenti
necessari per aumentare rapidamente la produzione e la distribuzione
di carburanti rinnovabili scalabili per lo shipping e per
l’aviazione. Sulla base dello NZIA, lo STIP dovrebbe richiedere che
almeno il 40% dei carburanti rinnovabili scalabili necessari per
conformarsi a FuelEU Maritime e ReFuelEU Aviation venga prodotto
nell’UE».



Inoltre, ECSA, A4E e T&E invitano la Commissione Europea a
«creare una base industriale europea per i carburanti
rinnovabili scalabili per il trasporto marittimo e per il trasporto
aereo, riducendo i rischi dei progetti attraverso il sostegno
finanziario pubblico dell’UE e le entrate nazionali dell’ETS, nonché
meccanismi per la certezza delle entrate, come i contratti per
differenze. Ciò, in particolare, dovrebbe far fronte
all’incertezza derivante dagli elevati costi di produzione dei
carburanti rinnovabili scalabili, dagli impegni di acquisto a lungo
termine richiesti e dalla volatilità del mercato, che
attualmente in Europa impediscono ai progetti di fornire grandi
volumi di carburanti rinnovabili, in particolare carburanti a base
di idrogeno».



Le tre associazioni esortano poi a «sviluppare una
piattaforma di matchmaking integrata per facilitare l’accesso
aggregato ai programmi di finanziamento dell’Europa e degli Stati
membri secondo il principio dello sportello unico. Come
aggiornamento della Hydrogen Bank – spiegano – questo meccanismo
semplificherebbe le istanze, aumenterebbe la trasparenza e
migliorerebbe la comunicazione tra le aziende e le autorità»
e, infine, invitano a «facilitare il ruolo di aeroporti e
porti come hub energetici attraverso opere infrastrutturali per
carburanti rinnovabili scalabili e promuovendo la cooperazione
internazionale tra i porti».



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«Il rapporto Draghi
– ha ricordato il segretario generale dell’ECSA, Sotiris Raptis, in
occasione della presentazione odierna della dichiarazione congiunta
riferendosi al rapporto sul futuro della competitività
europea presentato lo scorso settembre da Mario Draghi – ha
riscontrato che lo shipping europeo, da solo, necessità di 40
miliardi di euro all’anno per decarbonizzarsi. Il Clean Industrial
Deal deve stabilire le condizioni per rendere disponibili carburanti
puliti per il trasporto marittimo. Abbiamo bisogno di ingenti
investimenti per i carburanti puliti, certezza attraverso solidi
requisiti vincolanti e semplificazione dell’accesso ai finanziamenti
pubblici e privati. Ciò è essenziale per mantenere il
trasporto marittimo europeo competitivo a livello internazionale,
assicurando al contempo un cluster industriale fiorente e
innovativo».





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