Quella che si terrà in Germania è un’elezione che pochi avevano previsto e che ancora meno desideravano. Tuttavia, il voto del 23 febbraio si preannuncia come uno degli eventi politici più significativi degli ultimi decenni. È praticamente certo che sancirà la fine dell’era Merkel, nonostante possa sembrare sorprendente.
Anche se Olaf Scholz, socialdemocratico, è attualmente il cancelliere, il suo breve mandato ha rappresentato, di fatto, una prosecuzione dell’eredità politica di Angela Merkel. Con Friedrich Merz, leader dei cristiano-democratici e candidato favorito per diventare il prossimo cancelliere, la situazione è destinata a prendere una nuova direzione.
Questo cambiamento è rilevante non solo per la Germania, ma anche per l’intera Unione Europea. In quanto maggiore economia del continente e Stato membro più popoloso, le dinamiche politiche ed economiche di Berlino hanno inevitabili conseguenze sull’intero blocco. Turbolenze politiche o una recessione in Germania finiscono per influenzare l’intera UE.
Per capire le proposte dei partiti e gli scenari che potrebbero emergere dal voto, Euractiv.com ha messo a punto delle istruzioni per orientarsi nelle elezioni in Germania.
I partiti e i leader
Cristiano-democratici (CDU-CSU)
L’Unione Cristiano-Democratica e Unione Cristiano-Sociale (CDU-CSU), secondo partito per seggi in Parlamento federale (196 seggi), è un’alleanza politica conservatrice nata dopo la Seconda guerra mondiale, che combina politiche sociali tradizionali con un approccio economico liberale.
Dal 1949 la CDU-CSU (PPE) ha governato la Germania per la maggior parte del tempo diventando la forza politica dominante, i più importanti cancellieri della storia tedesca vengono, infatti, da questo partito: Konrad Adenauer, Helmut Kohl e Angela Merkel, che ha guidato il Paese per 16 anni consecutivi.
Friedrich Merz: il leader discusso
Friedrich Merz, dopo un passato travagliato nella CDU dalla quale era stato fatto da parte dalla stessa Angela Merkel per poi far ritorno nel 2018, dal 2022 ricopre la carica di Presidente della CDU ed è adesso incaricato di rilanciare la coalizione alle elezioni ormai prossime.
Noto per aver riportato il partito su un percorso più conservatore dopo gli anni centristi di Angela Merkel, Merz è sostenitore di un’Europa forte, promuove politiche economiche liberiste e un controllo più rigido sull’immigrazione.
La CDU è il più grande gruppo di opposizione che, secondo recenti sondaggi, è destinato a governare il Paese. La sua campagna elettorale promette un giro di vite sull’immigrazione e una deregolamentazione dell’economia tedesca che adesso si trova in difficoltà a causa anche dell’aumento del costo dell’energia, essenziale per la produzione industriale e la crescita economica.
La CDU/CSU avrà quasi certamente bisogno di uno, forse due, partner di coalizione per governare, il che potrebbe rendere difficile l’attuazione delle sue promesse. La decisione estemporanea di Merz di cercare di far passare in Parlamento una legislazione anti-immigrazione con il sostegno del partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) potrebbe ritorcersi contro gli elettori.
Il Partito Socialdemocratico di Germania (SPD)
Il Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD) insieme alla CDU/CSU è stato a lungo uno dei due partiti dominanti nel Paese. Fondato nel 1863 è uno dei più longevi e influenti partiti socialisti d’Europa, nonché il più antico della Germania. Nato per rappresentare la classe operaia, si è evoluto nel tempo, diventando un pilastro della socialdemocrazia europea e sostenendo un modello di economia sociale di mercato.
La sua linea politica è orientata alla giustizia sociale, al rafforzamento del welfare e alla sostenibilità economica, con particolare attenzione ai diritti civili e al lavoro. Storicamente vicino ai sindacati, l’SPD (S&D) promuove anche l’integrazione europea e una politica estera multilaterale. Tra i suoi leader più importanti figurano Willy Brandt, Helmut Schmidt, Gerhard Schröder e l’attuale cancelliere Olaf Scholz.
Tradizionalmente, il partito si alterna al potere con la CDU/CSU e guida il governo dal 2021 in un’ampia coalizione con i Verdi e il Partito Liberale Democratico (FDP).
Olaf Scholz: il cancelliere in ritirata
Olaf Scholz, cancelliere in carica, ha guidato la Germania in occasione di importanti eventi geopolitici, dall’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022 alla creazione della “risposta tedesca” agli attacchi di Hamas del 7 ottobre contro Israele, oltre ad aver affrontato la crisi energetica e l’inflazione nel Paese.
Queste crisi lo hanno reso, secondo un sondaggio di opinione, il cancelliere più impopolare dall’unificazione tedesca, e inoltre la situazione è stata aggravata da alcune rivelazioni secondo cui alcuni membri della leadership del SPD avrebbero cercato di eliminarlo prima della campagna elettorale,
Il Partito Socialdemocratico tedesco sta puntando in campagna elettorale su un mix di politiche socialdemocratiche sempreverdi: tra cui la garanzia delle pensioni e dell’occupazione industriale attraverso una spinta agli investimenti e alle sovvenzioni.
I Verdi tedeschi
Die Grünen, i Verdi tedeschi (Greens/EFA), nati nel 1980 dal movimento ambientalista della Germania Ovest e dalle proteste contro l’energia nucleare e gli armamenti, dopo la riunificazione del 1990, si sono fusi con Bündnis 90, un’organizzazione per i diritti civili della Germania orientale socialista.
Il partito è diventato più popolare nel corso del tempo a tal punto da puntare nel 2021, senza successo, alla Cancelleria federale, in una campagna guidata dall’attuale ministra degli Esteri Annalena Baerbock. Oggi conta 117 deputati al Parlamento federale ed è il secondo partito della coalizione di governo.
Robert Habeck: lo scrittore-leader
Il vice-cancelliere e ministro dell’Economia e del clima ha guidato i Verdi tra il 2018 e il 2022, accelerando la trasformazione del partito in un gruppo pragmatico di centro-sinistra, insieme alla ministra degli Esteri Baerbock. Il suo passato di scrittore lo rende occasionalmente oggetto di scherno.
Habeck esce indebolito dal periodo di governo, segnato dall’impopolare legge sul riscaldamento, con cui ha cercato di imporre la sostituzione dei sistemi a combustibili fossili nelle abitazioni private con soluzioni più costose come le pompe di calore. Nonostante le difficoltà, punta sull’energia giovane e sulle sue proposte di politiche di sicurezza improntate al rigore, oltre a investimenti nell’economia a zero emissioni, per rilanciare il partito.
Per molti del centrodestra, i Verdi sono considerati una bandiera rossa e visti come ecologisti ideologici e dogmatici. La spinta pragmatica di Habeck su questioni come l’immigrazione, nel frattempo, sta mettendo a rischio il sostegno della sinistra, mentre all’interno il leader deve fronteggiare fratture come il recente scandalo delle accuse di molestie sessuali contro un politico dei Verdi.
Partito Liberale Democratico tedesco (FDP)
Nel corso degli anni il FDP (Renew europe) ha riunito diversi filoni della tradizione liberale tedesca, che erano stati schiacciati dai nazisti. Fondato nel 1948, il partito ha svolto a lungo il ruolo di kingmaker nella politica tedesca, passando da coalizioni con il SPD e la CDU, ma negli ultimi anni ha perso importanza a causa della maggiore frammentazione della politica tedesca. Di recente, si è concentrato soprattutto sulla promozione di politiche a favore dell’economia e sulla strenua opposizione al debito pubblico.
Christian Lindner: salvezza o condanna del FDP
L’ex ministro delle Finanze si è unito ai liberali all’età di 16 anni e guida l’FDP dal 2013. È famoso per aver riportato i liberali al Bundestag nel 2017 dopo la pesante sconfitta del 2013, il che lo ha reso una figura cruciale all’interno del partito. Ad oggi, il FDP, con i suoi 90 seggi, è il quarto partito il Parlamento.
Lindner è noto per le sue scelte fiscali e per le sue politiche a favore delle imprese. Ora, la sua sfida sarà riuscire a tenere il FDP all’interno del Bundestag (Camera dei deputati tedesca).
La popolarità dell’FDP è, infatti, crollata durante il governo. Lindner sta ora cercando di organizzare una rimonta con una campagna incentrata sulle imprese e sulla deregolamentazione.
Centinaia di imprenditori e rappresentanti delle imprese tedesche si sono riuniti mercoledì a Berlino e in altre città per chiedere un cambio di governo dopo le elezioni di febbraio.
“Devono accaderne molte di cose prima che gli imprenditori manifestino”, ha dichiarato …
Come tutti e tre gli ex partiti di governo, il FDP deve scrollarsi di dosso l’impopolarità della precedente coalizione. Le rivelazioni secondo cui avrebbe cercato di architettare la rottura del governo non hanno aiutato. Superare l’ostacolo del 5% è una delle sfide principali che il partito deve affrontare oggi.
Alternative für Deutschland (AfD)
Fondato come partito euroscettico nel 2013, l’AfD ha rapidamente guadagnato popolarità come partito anti-establishment. Nel corso del tempo, ha adottato dure posizioni anti-immigrazione, proponendo politiche xenofobe e di “remigrazione” di massa. L’AfD (Europa delle Nazioni Sovrane) è attualmente sotto inchiesta da parte dei servizi segreti tedeschi per presunti legami con gruppi golpisti.
Nel 2017, per la prima volta, Alternative für Deutschland (AfD) è entrata nel Parlamento tedesco, ottenendo un ampio sostegno da elettori contrari all’immigrazione e alla politica dell’UE. Da allora, il partito ha consolidato la sua posizione, emergendo come principale forza di destra alternativa, e ad oggi è il quinto partito in Parlamento (76 seggi).
Alice Weidel: una contraddizione nei fatti
Weidel è una politica di estrema destra insolita: la co-presidente di AfD ha lavorato per Goldman Sachs, parla mandarino e vive ha una relazione con una donna nata in Sri-Lanka. È diventata in breve tempo il volto pubblico del partito – alcuni dicono, amichevole.
La leader è balzata agli onori della cronaca mondiale non solo per essersi intrattenuta in livestreaming con Elon Musk durante la campagna elettorale, ma per avuto proprio dal multimiliardario americano un appoggio sostanzioso alla propria candidatura.
Grazie alla retorica anti-immigrazione e all’uso strumentale della situazione di crisi perenne in cui si trova la Germania, l’AfD è al secondo posto nei sondaggi e si avvale di una forte base di elettori soprattutto nell’ex Germania dell’Est. Il partito punta su un mix di politiche anti-immigrati e anti-UE, tra cui la richiesta di uscita della Germania dall’Unione.
Il partito è isolato da un cordone sanitario che si sta piano piano sgretolando. A gennaio, infatti, c’è stato un passo “storico” verso la normalizzazione, quando la CDU l’ha indirettamente invitato a influenzare un voto sull’immigrazione.
Die Linke – La Sinistra
Il partito Die Linke (The Left) è nato nel 2007 dalla fusione di fuggitivi del SPD perché troppo a sinistra, con il partito successore di quello che era stato il partito di governo dell’ex Repubblica Democratica Tedesca, di stampo socialista.
Il gruppo parlamentare del partito si è spaccato in questa legislatura, perdendo 10 dei 38 seggi, dopo che Sahra Wagenknecht, una delle figure di spicco di Die Linke, ha abbandonato il partito per fondare una propria formazione rivale ed è stata raggiunta dai suoi alleati.
Jan van Aken e Heidi Reichinnek
Die Linke punta principalmente su tre figure note che corrono in circoscrizioni locali per spianare la strada del partito verso il Bundestag. I due candidati principali sono relativamente sconosciuti.
L’ex assistente sociale Heidi Reichinnek si distingue per la sua retorica diretta in parlamento e per il suo successo sui social media. Il co-presidente di Die Linke Jan van Aken ha recentemente ammesso di aver fatto trapelare nel 2016 documenti relativi al Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti, contribuendo a mettere l’opinione pubblica contro l’accordo commerciale.
L’ultima volta il partito non ha superato la soglia elettorale ed è riuscito a entrare in Parlamento solo grazie alla scappatoia già citata, perché i suoi candidati hanno vinto in tre circoscrizioni. Spera di utilizzare nuovamente questo trucco e ha schierato tre grandi del partito a questo scopo. Il partito spera inoltre che le sue politiche possano conquistare gli elettori di sinistra delusi dallo spostamento a destra di Verdi e SPD.
Il partito sta ancora soffrendo per la partenza di Wagenknecht e deve affrontare la difficile concorrenza della sua nuova formazione e dell’AfD nelle sue tradizionali roccaforti nell’ex Germania dell’Est. Ancora una volta, i suoi sondaggi sono troppo vicini al 5% per essere confortanti.
Alleanza di Sahra Wagenknecht (BSW)
La BSW – Alleanza di Sahra Wagenknecht – è uno dei partiti più recenti della Germania, fondato nel gennaio 2024 come emanazione di Die Linke. La sua fondatrice e omonima, Wagenknecht, si è distaccata da Die Linke per le sue posizioni sociali conservatrici. Il partito si presenterà per la prima volta alle elezioni nazionali ed è noto per il suo particolare mix di politiche “sinistra-conservatrici”.
Sahra Wagenknecht: nomen omen
Wagenknecht ha prestato il proprio nome e la propria popolarità a BSW. Ha ricoperto una serie di posizioni di alto profilo nel suo ex partito, diventando alla fine una delle politiche tedesche più famose e polarizzate. Prima di diventare membro del Bundestag, è stata membro del Parlamento europeo.
La leader è largamente nota per le sue posizioni anticapitaliste e per le sue critiche alla politica occidentale nei confronti della Russia e dell’espansione della NATO.
Nelle sue prime elezioni nazionali, il partito vuole ripetere il successo ottenuto l’anno scorso alle elezioni regionali nella Germania orientale. La campagna è incentrata su Wagenknecht e sull’opposizione alle forniture di armi all’Ucraina e al potenziamento militare globale.
Un’esponente politica radicale di estrema sinistra che intende promuovere la pace con la Russia di Vladimir Putin sembra destinata a giocare un ruolo chiave nelle elezioni regionali di domenica (1° settembre) nell’ex Germania dell’Est.
Sahra Wagenknecht, 55 anni, nata nella Germania …
Il partito sta affrontando un’intensa concorrenza da parte di Die Linke e di AfD e potrebbe aver perso credibilità dopo essere entrato in coalizione con partiti consolidati nella Germania orientale. I suoi temi geopolitici preferiti, come la guerra in Ucraina, hanno avuto finora un ruolo minore nella campagna elettorale.
Come stanno andando le campagne elettorali?
I partiti tedeschi di centro si stavano preparando a fare campagna elettorale sullo stato desolante dell’economia tedesca, ma il dibattito è stato finora dominato dalla migrazione.
Dopo una serie di attentati negli ultimi due mesi in cui i sospettati erano immigrati – attacchi con coltelli ad Aschaffenburg e Solingen e un attacco al mercatino di Natale a Mannheim – le prospettive si sono spostate verso posizioni più dure sull’immigrazione.
Secondo un recente sondaggio, l’attuale opposizione conservatrice – i cristiano-democratici (CDU) e il loro partito gemello bavarese, l’Unione cristiano-sociale (CSU) – è in testa con il 30%, seguita dall’estrema destra Alternative für Deutschland, che si avvia a registrare il suo miglior risultato di sempre con il 22%. I partiti dell’ex coalizione sono rispettivamente al 15,5% (SPD), al 13% (Verdi) e al 4% (FDP).
Come siamo arrivati a questo punto?
Scholz guidava una coalizione a tre composta da SPD, Verdi e FDP. La coalizione, troppo soggetta a diatribe interne, si è sciolta il 6 novembre dopo che Scholz ha licenziato il presidente del FDP e ministro delle Finanze Christian Lindner, in seguito a una faida sulla politica economica e sul bilancio del governo.
La rottura non è stata amichevole ma era inevitabile. Sebbene Scholz e Lindner rappresentino schieramenti politici diversi, nel 2021 hanno formato una coalizione con i Verdi e si sono subito trovati in contrasto tra loro. L’attacco su larga scala della Russia all’Ucraina ha colpito duramente l’economia tedesca, mettendo in crisi i piani di spesa attentamente calibrati. Ne sono seguiti scontri praticamente su tutto, in particolare sull’allocazione di un bilancio vincolato da rigorose regole sul debito. Nessuna coalizione nell’era moderna è stata meno popolare del governo di Scholz.
Le tensioni hanno raggiunto l’apice a novembre, quando l’FDP ha segretamente pianificato il suo ritiro dall’impopolare coalizione. Ma Scholz ha superato l’FDP e ha licenziato Lindner, provocando il ritiro dell’FDP dalla coalizione.
Con la sua coalizione a pezzi, Scholz non ha avuto altra scelta che avviare le prime elezioni lampo in Germania dal 2005, convocando un voto di fiducia, che ha perso come previsto il 16 dicembre. La camera bassa del Parlamento tedesco, il Bundestag, è stata quindi sciolta il 27 dicembre e la data delle elezioni è stata fissata per il 23 febbraio, sette mesi prima di quanto inizialmente previsto.
Come funziona il sistema di voto tedesco?
I tedeschi che hanno compiuto 18 anni hanno diritto di voto. Non eleggono direttamente il cancelliere, ma saranno i rappresentanti eletti nel 21° Bundestag a votare poi il cancelliere.
Le elezioni tedesche seguono un modello ibrido. Il Bundestag è selezionato in base ai principi della rappresentanza proporzionale e dell’elezione diretta dei deputati.
Ciò significa che i tedeschi esprimono due voti ciascuno. Un voto elegge un deputato locale per ogni circoscrizione, mentre un secondo voto determina la quota di seggi di ciascun partito attraverso la rappresentanza proporzionale.
È possibile votare per un singolo candidato del partito A e contemporaneamente esprimere un secondo voto per la lista del partito B del rispettivo Stato federale.
Soglia di sbarramento
Ventinove partiti concorrono per 630 seggi. Per entrare nel Bundestag, i partiti devono superare una soglia del 5% nel secondo voto.
Se non riescono a farlo, non ottengono alcun seggio, a meno che almeno tre candidati del partito non vincano le loro circoscrizioni locali, nel qual caso il partito riceverebbe ulteriori seggi in base alla loro quota di secondi voti.
Il cancelliere
Dopo i colloqui con i gruppi di partito del Bundestag appena eletto, il presidente tedesco propone un candidato.
Questa persona deve ottenere la maggioranza in parlamento per diventare cancelliere, cosa generalmente concordata in anticipo dai partiti nei negoziati di coalizione. In caso di insuccesso, verrà proposto un altro candidato che dovrà ottenere la maggioranza dei voti.
Se anche questo candidato non ottiene la maggioranza, inizia una terza fase: Il candidato con il maggior numero di voti vince. Il presidente tedesco deve quindi nominare il vincitore come cancelliere entro sette giorni o sciogliere il Bundestag, portando a un’altra tornata di elezioni nazionali.
[A cura di Sara Bertolli]
Questo articolo è stato riadattato per il sito di Euractiv Italia.
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