“Russia canaglia, l’Ue deve cambiare”. L’Italia dovrà raddoppiare la spesa

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La corsa al riarmo è partita. La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha auspicato oggi un aumento “significativo” delle spese per la difesa da parte degli Stati membri. Parlando al vertice internazionale sulla sicurezza di Monaco di Baviera la leader Ue ha detto senza mezzi termini che con una Russia “canaglia” ai suoi confini, l’Europa “deve cambiare”. E per farlo deve aumentare anche il budget destinato alle spese militari. Per consentire agli Stati membri di aumentare gli “investimenti nella difesa” la Commissione Europea proporrà di attivare la “clausola di salvaguardia” del patto di stabilità.

Von der Leyen ha citato espressamente il precedente della pandemia di Covid-19, che portò alla sospensione del patto di stabilità per quasi quattro anni. Si tratta dunque di una deroga ai vincoli di bilancio imposto dall’Unione. In soldoni agli Stati europei verrà concesso di fare più deficit. 

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La clausola di salvaguardia

L’attivazione della clausola di salvaguardia, ha aggiunto la presidente della Commissione europea, “consentirà agli Stati membri di aumentare sostanzialmente la loro difesa contro la spesa. Naturalmente, dovremo farlo in modo controllato e condizionato. Proporrò anche un pacchetto più ampio di strumenti su misura, per affrontare la situazione specifica di ciascuno dei nostri Stati membri, dagli attuali livelli di spesa per la difesa alla loro situazione fiscale. Per un massiccio pacchetto di difesa abbiamo bisogno anche di un approccio europeo nel fissare le nostre priorità di investimento. Ciò consentirà di effettuare investimenti in progetti difensivi di comune interesse europeo”. 

Von der Leyen: “L’Ue deve cambiare per adattarsi a una nuova realtà”

Riflettendo sulla situazione internazionale, Von der Leyen ha detto che “c’è un chiaro tentativo da parte di alcuni di costruire sfere di influenza. Visioni contrastanti dell’ordine mondiale stanno portando a un approccio più transazionale negli affari globali. E l’Europa deve cambiare per prosperare in questa nuova realtà” ha sottolineato la leader Ue. “Dobbiamo essere intelligenti. Dobbiamo essere lucidi su ciò che ci aspetta, da una Russia canaglia ai nostri confini alle sfide alla nostra sovranità e alla nostra sicurezza”.

In un punto stampa insieme al presidente della Baviera Markus Soeder, Von der Leyen ha aggiunto che l’Ue resta “fermamente al fianco dell’Ucraina. Insieme ai nostri numerosi partner internazionali vogliamo garantire che possa decidere da una posizione di forza le condizioni a cui tutte le parti deporranno le armi. Il futuro dell’Ucraina è anche il futuro dell’Europa”, ha aggiunto, rimarcando il fatto che “i Paesi europei dovranno garantire la sicurezza e assumersi la responsabilità della ricostruzione”. Come del resto ha fatto capire l’altro ieri il segretario alla Difesa statunitense, Pete Hegseth.

Il disimpegno degli Usa 

Proprio Hegseth a Bruxelles ha messo le cose in chiaro con gli alleati: “L’Europa deve fornire la quota maggioritaria dei futuri aiuti letali e non letali all’Ucraina” perché gli Stati Uniti “hanno come priorità la dissuasione dalla guerra con la Cina nel Pacifico”. Tradotto: con Putin dovete arrangiarvi da soli, anche se oggi il vicepresidente non ha escluso l’invio di truppe americane in Ucraina se la Russia non negozierà in buona fede. Pete Hegseth sostiene che i Paesi Nato dovrebbero portare la spesa per la Difesa  “attorno al 5% del Pil”. “I Paesi europei devono investire ora nella difesa” ha ribadito oggi in una conferenza stampa a Varsavia, “perché non è possibile dare per scontato che la presenza degli Stati Uniti nel continente durerà per sempre”.

L’Italia dovrà raddoppiare i soldi investiti nella difesa

La percentuale del 5% viene ritenuta però del tutto improbabile. Un mero espediente con cui l’amministrazione Trump tenta di fare pressioni sull’Ue. Anche perché oggi molto Stati membri non arrivano neanche al 2%. Parlando al vertice Nato di ieri a Bruxelles il ministro della Difesa Guido Crosetto ha fatto sapere che ci sarebbe un sostanziale accordo per arrivare al 3%. L’Italia è ferma all’1,54%. In poche parole la spesa andrebbe quasi raddoppiata. 



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