Lavoratore invalido civile senza 104: quali diritti?

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Tutti i diritti degli invalidi civili che lavorano ma che non possono prendere i permessi 104: bonus contributivo, congedo per cure, pensione anticipata.

L’Inps riconosce l’invalidità civile alle persone che, a causa delle patologie di cui soffrono, hanno subito una riduzione permanente della capacità lavorativa almeno superiore a un terzo. L’invalidità – anche quando è totale – è comunque compatibile con lo svolgimento di un’attività lavorativa. In questo preciso contesto si pone il seguente quesito: quali sono i diritti del lavoratore invalido civile senza 104?

La legge 104 si rivolge alle persone con disabilità fisiche, psichiche o sensoriali che incontrano ostacoli nell’apprendimento, nelle relazioni o nell’integrazione lavorativa. Chi è invalido, dunque, non ottiene il riconoscimento automatico dei benefici e delle agevolazioni previste dalla suddetta legge, in quanto lo status di invalido è differente da quello di disabile/portatore di handicap. Per tali ragioni, è importante sapere quali sono i diritti sul posto di lavoro dell’invalido civile senza 104. Approfondiamo l’argomento.

Chi è invalido civile può lavorare?

Come ricordato in apertura, chi è invalido civile può lavorare ugualmente, anche qualora il grado riconosciuto sia pari al 100%.

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Ciò accade perché l’invalidità esprime la riduzione della generica capacità lavorativa di una persona, la quale però in concreto potrebbe svolgere mansioni compatibili con le proprie patologie.

In altre parole, l’invalidità civile tiene conto in astratto dell’incidenza che determinate malattie possono avere sulla capacità di svolgere un lavoro generico.

La valutazione sulla riduzione della concreta capacità lavorativa è invece misurata in sede di riconoscimento dell’assegno ordinario di invalidità, di cui diremo nel prosieguo.

Quali sono i diritti degli invalidi che lavorano?

Chiarito come un invalido possa ugualmente lavorare, vediamo ora di quali diritti gode nello svolgimento delle proprie mansioni.

Bonus contributivo di due mesi

Chi ha un’invalidità superiore al 74% ha diritto a chiedere, per ogni anno di servizio effettivamente svolto, due mesi di contributi figurativi fino a un massimo totale di 5 anni a fini pensionistici.

Congedo per cure

Chi ha un’invalidità civile pari almeno al 50% ha diritto a un congedo di 30 giorni per cure, durante i quali può sottoporsi a visite specialistiche correlate alle patologie per le quali gli è stata riconosciuta l’invalidità.

Perché il congedo sia legittimo occorre che sia attestato dal certificato rilasciato da un medico del servizio sanitario nazionale a cui fa seguito il certificato rilasciato dalla struttura sanitaria presso cui è stata effettuata la prestazione sanitaria.

Esonero dalla visita fiscale

L’invalido in misura pari o superiore al 67% è esonero dalla visita fiscale se le assenze dal lavoro sono legate alle patologie dell’invalidità.

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Scelta prioritaria della sede

L’invalido in misura pari o superiore al 67% ha diritto alla scelta prioritaria della sede in caso di trasferimento lavorativo.

Quali sono i diritti pensionistici degli invalidi?

Gli invalidi civili possono andare in pensione prima degli altri lavoratori, purché sussistano le condizioni che vedremo.

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Il lavoratore con un’invalidità civile pari almeno al 74% può andare in pensione a 63 anni e 5 mesi con almeno 30 anni di contributi versati, con diritto a percepire fino a 1.500 euro lordi per dodici mensilità.

Per le donne con figli è prevista una riduzione dell’anzianità contributiva di un anno (se hanno avuto un solo figlio) o di due anni (se hanno avuto due o più figli).

Pensione di vecchiaia anticipata

Gli invalidi almeno all’80% possono andare in pensione a 56 anni (se sono donne) o a 61 anni (se sono uomini) con almeno 20 anni di contribuiti (o 15 anni, nel caso in cui si rientri nelle cosiddette “deroghe Amato”) da quando è sopraggiunta l’invalidità.

In caso di cecità totale, il requisito anagrafico viene ulteriormente ridotto a 51 anni di età per le donne e a 56 anni di età per gli uomini.

Bisogna inoltre essere iscritti all’assicurazione generale dell’Inps: la pensione di vecchiaia anticipata per invalidi spetta solo ai dipendenti del settore privato (sono quindi esclusi i dipendenti pubblici e i lavoratori autonomi).

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Opzione donna

Le lavoratrici invalide civili in misura pari o superiore al 74% possono usufruire di “opzione donna” con 61 anni di età e almeno 35 anni di contributi.

Per le donne con figli è prevista una riduzione del requisito anagrafico di un anno (se hanno avuto un solo figlio) o di due anni (se hanno avuto due o più figli).

Pensione lavoratori precoci

Con un’invalidità superiore o uguale al 74% si può andare in pensione con almeno 41 anni di contribuiti e 1 anno di lavoro prima dei 19 anni. Non c’è requisito anagrafico.

Assegno ordinario di invalidità

L’invalido civile totale a cui sia stata riconosciuta una riduzione della capacità lavorativa specifica – cioè in riferimento alle mansioni concretamente svolte – inferiore a un terzo ha diritto a percepire l’assegno ordinario di invalidità, purché abbia almeno 5 anni di contribuzione di cui almeno 3 nell’ultimo quinquennio precedente alla presentazione della domanda all’Inps.

L’assegno ordinario di invalidità è compatibile con l’attività lavorativa; non spetta ai dipendenti pubblici.

Pensione d’invalidità civile

Nel caso in cui il reddito personale annuo lordo sia inferiore a 19.461,12 euro, l’invalido totale – anche se lavora – ha diritto a percepire una pensione mensile pari a 333,33 euro, entro il limite del raggiungimento della predetta soglia di reddito.

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Gli importi sono aggiornati al 2024.

Iscrizione al collocamento mirato

Va infine ricordato che le persone disoccupate con un’invalidità accertata di almeno il 46% possono iscriversi al collocamento mirato presso i centri per l’impiego per essere assunti con preferenza rispetto alle altre categorie di lavoratori.



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