Rassegna stampa aumentata ESG/ 401

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In questo numero: Usa, la Sec pronta al dietrofront sulla disclosure – Norme Esg, pressione delle aziende Usa sull’Ue – Diversity, anche Iss si allinea agli ordini di Trump – Clima, gli asset owner bacchettano i gestori – Offset, Sbti ritarda lo standard della discordia – Usa, società “in silenzio” sulle questioni sociali

La “Rassegna stampa aumentata ESG” di ETicaNews, è un resoconto di analisi e commenti, principalmente orientato a livello internazionale, che punta la lente su alcuni dei principali snodi dell’informazione sui temi di sostenibilità negli ultimi sette giorni. Dando la precedenza agli argomenti su cui l’attenzione di ETicaNews è costante.

usa, la sec pronta al dietrofront sulla disclosure

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

  • OGGETTO – Il presidente ad interim Mark Uyeda ha detto che la Sec potrebbe ritirare la nuova norma che richiede a migliaia di società quotate di divulgare i rischi climatici
  • DATA – 11 febbraio 2025
  • FONTE – US SEC will not defend climate rule in court
  • PAROLE CHIAVE: Sec, Mark Uyeda, disclosure, rischi climatici, Gary Gensler, Camera di Commercio, Corte d’appello, causa

Il presidente ad interim della Securities and Exchange Commission (Sec) degli Stati Uniti, Mark Uyeda, ha detto che potrebbe ritirare la nuova norma che richiede a migliaia di società quotate di divulgare i rischi legati al clima e all’ambiente, approvata sotto l’ex presidente Gary Gensler. Uyeda ha ordinato agli avvocati dell’Authority di chiedere alla Corte d’appello federale di St. Louis di posticipare le argomentazioni sul regolamento, in una causa intentata dalla Camera di Commercio degli Stati Uniti e da altri gruppi. La nuova regola è stata infatti criticata dal mondo delle imprese e da molti procuratori generali repubblicani fin dall’inizio. Nonostante il regolamento finale sia stato annacquato, gli oppositori lo hanno comunque impugnato in tribunale. La decisione di Uyeda di non difendere il regolamento in tribunale ha suscitato forti critiche da parte dei commissari democratici della Sec, che ora dovrebbe passare a maggioranza repubblicana.

norme esg, pressione delle aziende usa sull’ue

  • OGGETTO – La Camera di Commercio americana per l’Unione europea ha chiesto a Bruxelles di ritardare l’applicazione delle sue regole Esg
  • DATA – 10 febbraio 2025
  • FONTE – US Companies Say ESG Rules Are a Serious Barrier to EU Trade
  • PAROLE CHIAVE: Camera di Commercio, Stati Uniti, Unione europea, regole Esg, revisione, Germania, Francia, Csrd, Csddd, Tassonomia

La Camera di Commercio americana per l’Unione europea ha chiesto a Bruxelles di ritardare e persino fermare l’applicazione delle regole ambientali, sociali e di governance (Esg) del blocco. L’ente, che rappresenta aziende statunitensi come Ford Motor, Exxon Mobil e Amazon, ha criticato le nuove normative Esg europee, affermando che costituiscono un serio ostacolo al commercio dell’Ue. La Camera di Commercio ha anche aggiunto che le aziende dovrebbero essere libere di ignorare le normative Esg fino al completamento di una revisione legislativa e alle necessarie modifiche. La richiesta si aggiunge alle pressioni da parte di Stati del blocco, Germania e Francia in primis, per semplificare le regole Esg per affrontare il calo della competitività e il declino economico delle aziende europee. L’Ue sta già lavorando a una revisione “omnibus” delle principali normative Esg: la Corporate Sustainability Reporting Directive, la Corporate Sustainability Due Diligence Directive e la Tassonomia verde.

diversity, anche iss si allinea agli ordini di trump

  • OGGETTO – L’Iss non prenderà più in considerazione la diversità come un fattore per la valutazione dei consigli di amministrazione statunitensi nelle sue raccomandazioni di voto
  • DATA – 11 febbraio 2025
  • FONTE – Diversity Is No Longer a Factor for Assessing US Boards, Proxy Adviser ISS Says
  • PAROLE CHIAVE: Iss, raccomandazioni di voto, assemblee annuali degli azionisti, diversità, equità, inclusione, consigli di amministrazione, Glass Lewis, Donald Trump

La società di consulenza Institutional Shareholder Services (Iss) ha aggiornato le sue linee guida sulle raccomandazioni di voto per gli investitori alle assemblee annuali degli azionisti. Nello specifico, l’Iss non considererà più la diversità come un fattore per la valutazione dei consigli di amministrazione statunitensi. «Iss non prenderà più in considerazione il genere e la diversità razziale e/o etnica del consiglio di amministrazione di una società quando formulerà raccomandazioni di voto in merito all’elezione o alla rielezione degli amministratori delle società statunitensi», si legge in un comunicato pubblicato sul suo sito web. La società ha spiegato che le nuove linee guida, che si applicheranno a partire dal 25 febbraio, sono allineate agli ordini esecutivi anti-Dei (diversità, equità e inclusione) del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. L’altra principale società di consulenza, Glass Lewis, ha per ora lasciato invariate le sue linee guida sulla diversità del board.

clima, gli asset owner bacchettano i gestori

  • OGGETTO – Un gruppo di 26 asset owner ha minacciato di licenziare i propri gestori patrimoniali se non  intensificheranno l’engagement con le società in cui investono sul rischio climatico
  • DATA – 13 febbraio 2025
  • FONTE – Long-term investors split with asset managers over climate risk
  • PAROLE CHIAVE: Asset owner, asset manager, engagement, rischio climatico, Donald Trump

Un gruppo di 26 istituzioni finanziarie e fondi pensione ha chiesto ai loro gestori patrimoniali un engagement più attivo con le società in cui investono sul loro rischio climatico. Gli asset owner sostengono che il cambiamento climatico è un rischio finanziario a lungo termine, in particolare per i fondi pensione che dovranno pagare i redditi pensionistici per i decenni a venire. Gli investitori istituzionali hanno minacciato di scaricare gli asset manager “disallineati” con i loro obiettivi sull’azione per il clima. Il gruppo rappresenta investitori istituzionali dall’Australia agli Stati Uniti per un totale di 1,5 trilioni di dollari di fondi. La mossa rivela una spaccatura nel settore degli investimenti su come affrontare i rischi finanziari del riscaldamento globale dopo l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca, che ha spinto molti grandi gestori patrimoniali a rinunciare a sostenere pubblicamente l’azione delle società contro i cambiamenti climatici.

offset, sbti ritarda lo standard della discordia

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

  • OGGETTO – La Science Based Targets Initiative ha posticipato l’inizio della prima consultazione su una nuova bozza del Corporate Net Zero Standard a non prima di marzo 2025
  • DATA – 13 febbraio 2025
  • FONTE – SBTi Pushes Back Timeline for New Corporate Net Zero Standard
  • PAROLE CHIAVE: Sbti, Corporate Net Zero Standard, consultazione, aziende, crediti di carbonio, Scope 3

La Science Based Targets Initiative ha aggiornato i piani per il processo di sviluppo del nuovo Corporate Net Zero Standard, ritardando le tempistiche per la consultazione e implementazione. Lo standard è stato lanciato nel 2021 per valutare e certificare gli impegni di decarbonizzazione delle aziende per raggiungere il Net zero. All’inizio dell’anno scorso, l’organizzazione ha annunciato piani per aggiornare lo standard, possibilmente già nel 2025, ma la notizia è stata accolta da forti polemiche a causa della possibilità ventilata di consentire l’uso di crediti di carbonio per aiutare ad affrontare le emissioni Scope 3 negli obiettivi climatici aziendali. In origine, Sbti aveva previsto di pubblicare una bozza per la consultazione nel 2024, con l’aggiornamento dello standard nel 2025. Nell’ultimo aggiornamento, l’iniziativa ha posticipato l’inizio della consultazione su una nuova bozza di standard a «non prima di marzo 2025», che sarà seguita da una seconda consultazione pubblica su una versione modificata in un secondo momento.

Usa, società “in silenzio” sulle questioni sociali

Secondo un nuovo sondaggio pubblicato da Grc Diligent e Fti Consulting, oltre l’80% dei consiglieri di amministrazione delle società negli Stati Uniti vedono un rischio significativo nel parlare di questioni sociali. Per lo studio sono stati  intervistati più di 200 consiglieri di società quotate statunitensi. L’indagine ha rilevato che le aziende percepiscono un rischio significativo nell’esprimere opinioni su questioni sociali a causa del clima politico polarizzato negli Stati Uniti. In particolare, il sondaggio ha rilevato che l’85% dei membri dei board ritiene che vi sia un rischio maggiore di perdere clienti prendendo posizione. Al contrario, solo il 18% ritiene che il board dovrebbe incoraggiare i propri membri a parlare pubblicamente per rafforzare le opinioni e i valori della propria azienda; e solo il 9% ha detto che il proprio ceo non ha mai espresso pubblicamente un’opinione a nome dell’azienda su questioni politiche o sociali potenzialmente divisive.

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