Sestri: la mafia ieri e oggi. De Lucia e Palazzolo incontrano gli studenti del De Ambrosis

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Dall’Istituto Natta De Ambrosis (testo e foto)

Dialogo questa mattina al Natta Deambrosis di Sestri Levante tra gli studenti e Maurizio De Lucia, procuratore capo di Palermo, e Salvo Palazzolo, giornalista di Repubblica. Intensa la testimonianza di un impegno contro la criminalità. Tante le domande portate dagli studenti, partendo dalle aspettative che i due ospiti custodivano quando avevano la stessa età degli studenti presenti. Ragazzi e ragazze hanno poi cercato di conoscere meglio la lotta quotidiana, nei rispettivi ambiti di impegno, di De Lucia e Palazzolo.

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“In che maniera è cambiata la mafia nel tempo, quale la sua fisionomia oggi?”  “La mafia è una realtà veramente complessa. Io mi occupo di mafia da 30 anni ha detto il procuratore – e non ho ancora colto del tutto alcuni aspetti perchè è una realtà elaborata e sofisticata in divenire, poichè si adatta alla realtà del territorio. Ci sono fasi in cui ha molto potere, altre meno. Ci sono periodi in cui mostra tutta la sua recrudescenza con omicidi anche di uomini dello stato o vittime innocenti, altri periodi in cui sceglie di non farlo o non è in condizioni di compiere azioni cruente. Quindi una realtà che si adegua alle azioni dello Stato, ma principalmente si adatta all’economia presente sul territorio.”

Il procuratore ha detto quelli che lui definisce capisaldi della cultura della legalità: “La lotta alla mafia si vince con la cultura e con l’economia. Con l’economia perchè bisogna dare ai ragazzi possibilità di lavoro, occasioni professionali interessanti che non permettano di guardare alla mafia come unica possibilità di benessere, ma illegale. E la consapevolezza della legalità nasce dalla crescita culturale che pone la giustizia e la liceità al centro di ogni possibile sviluppo”.

Anche grazie alla scuola- ha detto la dirigente del Natta, Paola De Vicenzi- può nascere un futuro contro tutte le forme di mafia e criminalità. Questo incontro potrà, certamente, aiutare a continuare la riflessione e il comune impegno per un futuro libero dalla mafia.

«Perché avete scritto un libro sulla cattura di Matteo Messina Denaro?»
«Per tre ragioni – ha risposto De Lucia –. La prima per rispondere a quanti hanno avanzato dubbi e malignità sulla cattura. La seconda è quella di sfatare il fascino di un criminale feroce e senza scrupoli che ha ucciso tante persone, non fermandosi neanche davanti a un ragazzo di 12 anni, Giuseppe Di Matteo, strangolato e sciolto nell’acido. La terza è quello di sottrarre certe parole, come ad esempio “onore”, ai mafiosi: non c’è nessun onore in quello che fanno, sono solo dei vigliacchi assetati di soldi e potere. L’onore è delle persone che fanno il loro dovere».

“Perché non siete riusciti a prendere prima Messina Denaro?”.
«Perché non avevamo idea delle sue sembianze – ha risposto De Lucia – e per la rete di protezione e di appoggi di cui ha goduto in un territorio che conosceva benissimo».

“Perché le persone si avvicinano anvora alla mafia?”.
«Perché molta gente – ha detto con il magistrato – ha voglia di mafia per ottenere favori e potere». «La mafia, così come le altre organizzazioni criminali – ha detto – si evolvono così come si evolve la società. Non dobbiamo pensare più ai mafiosi come quelli con la coppola e la lupara, ma a persone che conoscono e utilizzano i moderni mezzi di comunicazione e sanno come muoversi nel mondo della finanza».

“Si riuscirà a sconfiggere la mafia?”.
«La mafia come diceva Falcone è un fenomeno umano e come tale nasce e finisce, ma è certo che un ruolo importante lo avrà sempre la scuola e in particolare gli insegnanti che “costruiscono” gli uomini e le donne di domani. Noi come magistrati e forze dell’ordine arriviamo quando ormai il danno è stato fatto».

Che giorno fu quello che portò alla cattura di Messina Denaro? il magistrato ha risposto: «È stata una gran bella giornata e non solo per noi magistrati e per le forze dell’ordine, ma per tutto il Paese, perché abbiamo vinto tutti».

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«Quello del giornalista è un mestiere bellissimo» ha detto Salvo Palazzolo rivolgendosi agli studenti «la mia speranza è che anche a voi ragazzi venga voglia raccontare la vostra città. Tanti colleghi più anziani mi hanno insegnato che bisogna guarda tutti i dettagli utili per capire. Siate curiosi e interessatevi ai fenomeni che vedete intorno a voi. Spetta a voi aver cura del vostro territorio e cercare di renderlo migliore. Non rassegnatevi alle cose che non vanno».

Maurizio De Lucia nasce nel 1961. Di origine triestina, è campano d’adozione. Entra in magistratura nel 1990, svolgendo il primo incarico come Sostituto Procuratore alla Procura del Tribunale di Palermo, durante il periodo delle stragi di Capaci e via D’Amelio. Ha condotto alcune delle principali inchieste della Procura di Palermo negli anni ’90: sulla Tangentopoli siciliana, le infiltrazioni di Cosa Nostra nel mondo degli appalti, il processo al Grande mandamento. Nei primi anni Duemila, le sue inchieste hanno demolito la rete di favoreggiatori del superlatitante Bernardo Provenzano, catturato l’11 aprile 2006. Dal giugno 2009 al luglio 2017 è stato Sostituto Procuratore della Direzione Nazionale Antimafia, coordinando le indagini sulle stragi di mafia ’92. Dopo l’incarico nazionale, diventa Procuratore Capo della Procura di Messina per poi ricoprire la carica di Procuratore Capo della Procura di Palermo dal 2022, coordinando le indagini e la cattura del superlatitante Matteo Messina Denaro, il 16 gennaio 2023.

Salvo Palazzolo, giornalista, lavora a Palermo per il quotidiano “la Repubblica”. Ha scritto Bernardo Provenzano. Il ragioniere di Cosa nostra (con Ernesto Oliva; Soveria Mannelli, 2001); Falcone Borsellino. Mistero di Stato (con Enrico Bellavia; Edizioni della Battaglia, 2002), Voglia di mafia. Le metamorfosi di Cosa nostra da Capaci a oggi (con Enrico Bellavia; Carocci, 2004), Il codice Provenzano (con Michele Prestipino; Laterza, 2008), I pezzi mancanti. Viaggio nei misteri della mafia (Laterza, 2010), Se muoio sopravvivimi, la storia di mia madre che non voleva essere più la figlia di un mafioso (con Alessio Cordaro; Melampo, 2012), Ti racconterò tutte le storie che potrò (con Agnese Piraino Borsellino; Feltrinelli, 2013) e Collusi. Perché politici, uomini delle istituzioni e manager continuano a trattare con la mafia (con Nino Di Matteo; Bur, 2015), La Cattura (con Maurizio De Lucia; Feltrinelli, 2024). Il libro: “La cattura. I misteri di Matteo Messina Denaro e la mafia che cambia” Un racconto in presa diretta della cattura di Matteo Messina Denaro e un’indagine profonda nei segreti della mafia di ieri e di oggi, con testimonianze e documenti inediti. “L’abbiamo preso!” urla al telefono il colonnello dei carabinieri. Sono le 9.12 del 16 gennaio 2023 e con quella telefonata la storia d’Italia cambia per sempre. A Palermo è stato arrestato, dopo trent’anni di latitanza, l’ultimo mafioso stragista ancora in libertà, il criminale più ricercato al mondo: Matteo Messina Denaro. Pupillo di Salvatore Riina, è il padrino che ha cambiato il volto della mafia dopo la stagione delle bombe, il boss che dalla strategia stragista ha proiettato l’organizzazione verso affari sempre più lucrosi. Nel suo covo di Campobello di Mazara ci sono quasi mille pizzini, la fotografia più aggiornata della mafia oggi: perché “la corona c’è chi se la eredita dalla famiglia, chi la riceve direttamente dal cielo. Chi se la prende con le proprie mani”. A raccontare l’ossessione di trent’anni e i retroscena della cattura è il procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia, che firma un intenso racconto con l’inviato di “Repubblica” Salvo Palazzolo. Un libro che ripercorre i segreti più profondi della primula rossa di Cosa nostra, dalle stragi del 1992-1993 alle complicità eccellenti, e che si arricchisce a ogni pagina di colpi di scena: la lunga indagine che ha portato alla cattura di Messina Denaro è stata costellata da imprevisti e dall’ombra di misteriose talpe ancora senza nome.



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