Bye bye fact-checking

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 


Nel film L’implacabile, tratto da un racconto di Stephen King, Arnold Schwarzenegger viene accusato di avere compiuto un crimine che non ha commesso, attraverso un video manipolato digitalmente. Diretto da Paul Michel Galaser, più noto per essere stato lo Starsky della serie televisiva Starsky & Hutch, questo film distopico del 1987 offre una riflessione molto incisiva al punto da risultare quasi ‘profetica’ sul ruolo delle fake news e della manipolazione dei media.

Ambientato in un futuro totalitario, il film mostra come il governo e i media possano collaborare assiduamente per distorcere la verità allo scopo di controllare la popolazione. Come se non bastasse, poi, il protagonista Ben Richards, interpretato da Schwarzenegger, viene costretto a partecipare a un sanguinoso reality show per guadagnarsi la libertà. I media distorcono i fatti, facendo sembrare Richards un colpevole senza scrupoli. Questa manipolazione è rappresentativa delle fake news, utilizzate per influenzare l’opinione pubblica e mantenere il controllo sociale.

L’uso delle fake news in questo film di quasi quaranta anni fa serve a denunciare la potenza dei media nel creare una realtà alternativa, che può essere facilmente accettata dalla popolazione ignara e ignorante. Le immagini manipolate, i video alterati e le narrazioni fabbricate nel film mostrano come la verità possa essere facilmente travisata quando chi detiene il potere ha il controllo dei mezzi di informazione.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

La critica del film alle fake news è particolarmente rilevante oggi, in un momento storico in cui la disinformazione e la manipolazione dei media sono fenomeni diffusi. L’implacabile ci ricorda l’importanza di un’informazione libera e veritiera come pilastro di una società democratica e la necessità di essere critici e vigili nei confronti delle notizie che ci vengono presentate. Il film, però, contiene qualcosa che lo rende “obsoleto”. O meglio, pur riuscendo ad essere profetico su tanti versanti, non è riuscito a preconizzare qualcosa che, invece, oggi fa un’immensa differenza ovvero i Social Media.

L'implacabile

L’implacabile

(Webphoto)

Ne L’implacabile i grandi Network asserviti al potere sono quelli che conosciamo da sempre e quindi, in quel contesto, c’è ancora una via d’uscita che il nostro protagonista utilizza nel finale che non vogliamo rivelare e che si nutre dello stesso ottimismo che qualche decade prima aveva animato anche Un volto nella folla di Elia Kazan.

Questa differenza ci riporta all’oggi quando il futuro distopico è già un presente – ahimé – ordinario con Meta che per strizzare l’occhiolino alla Presidenza Trump ha scelto di rinunciare al fact checking e lasciare liberi tutti di dire quello che vogliono senza controllo. In un’epoca in cui anche l’intelligenza artificiale può riprodurre realtà alternative, ecco che tutto diventa inquietante, spaventoso e soprattutto oggetto di possibili manipolazioni.

E c’è anche qualcosa di peggio: secondo alcuni studiosi il fact checking non viene abolito solo perché fastidioso per il potere, ma – soprattutto – perché inutile se non addirittura fallimentare: non solo infatti, non avrebbe la capacità di limitare la diffusione delle fake news, ma avrebbe addirittura rafforzato la polarizzazione degli schieramenti e gonfiato ancora di più le cosiddette echo chamber in cui le informazioni, le idee o le credenze vengono amplificate e rafforzate all’interno di un ambiente chiuso e omogeneo, dove vengono ripetute e confermate senza essere messe in discussione.

Questo fenomeno particolarmente diffuso nei social media, dove gli algoritmi tendono a mostrare contenuti che confermano le nostre opinioni preesistenti, crea un circolo vizioso difficilissimo da interrompere. Le echo chamber, infatti, possono rafforzare pregiudizi e polarizzare le opinioni, poiché le persone sono esposte principalmente a punti di vista simili ai propri. Questo può portare a una visione distorta della realtà e a una ridotta capacità di comprendere prospettive diverse.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Un volto nella folla
Un volto nella folla

Un volto nella folla

Così il fallimento del fact-checking rispetto alla diffusione delle fake news è un fenomeno particolarmente complesso che può essere attribuito a diverse cause. Innanzitutto, la velocità con cui le fake news si diffondono sui social media supera di gran lunga la capacità dei fact-checker di verificarle e correggerle. Gli algoritmi delle piattaforme social tendono a privilegiare contenuti sensazionalistici e polarizzanti, che generano più interazioni e quindi vengono visualizzati da un pubblico più ampio.

Un altro problema, poi, è la sfiducia crescente nei confronti delle istituzioni e dei media tradizionali. Molti individui vedono il fact-checking come un atto politico o di parte, soprattutto se le verifiche smentiscono convinzioni o narrazioni a cui sono affezionati. Questa percezione di bias mina l’efficacia del fact-checking, rendendolo inefficace per coloro che lo considerano non credibile. Inoltre, la mancanza di risorse e finanziamenti adeguati per i fact-checker limita la loro capacità di operare su larga scala.

Le organizzazioni di fact-checking spesso devono fare i conti con un enorme volume di informazioni da verificare in tempi molto brevi, il che può portare a errori e omissioni. Come se non bastasse, poi, le piattaforme sono programmate per l’intrattenimento e non per la diffusione delle notizie e questo peggiora la situazione perché le fake news spesso fanno leva sulle emozioni e sulle paure delle persone, rendendole più difficili da contrastare con argomentazioni razionali e verifiche dei fatti.

Il potere persuasivo delle fake news risiede nella loro capacità di creare narrazioni avvincenti e semplificate che soddisfano i pregiudizi e le aspettative del pubblico. Alla luce di tutto ciò, è chiaro che il fact-checking, pur essendo uno strumento importante, non può da solo contrastare l’enorme flusso di disinformazione. È necessario un approccio più integrato che coinvolga l’educazione dei cittadini, la responsabilizzazione delle piattaforme digitali e un maggiore impegno da parte dei media tradizionali per fornire informazioni accurate e tempestive.

Emily Pellegrini
Emily Pellegrini

Emily Pellegrini

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Uno scenario, quest’ultimo, che richiede tempo, investimenti e la consapevolezza della politica della necessità di educare i cittadini piuttosto che abbandonarli ad una società dalla matrice orwelliana. Cosa accadrà in futuro è difficile immaginarlo e sebbene sia complicato mantenere un certo ottimismo è anche vero che che il fenomeno delle notizie false che autoalimentano circoli viziosi tramite l’eco dei Social Media sta diventando sempre più inquietante, soprattutto, perché i Media tradizionali, invece, sempre più di frequente inseguono quanto mostrato sui Social Media dimostrando una volontà affannosa di acchiappare i clic piuttosto che mantenere una coscienza critica salda ed efficace.

Quindi il mondo de L’implacabile, oggi, diventato una triste e più sinistra realtà almeno potenzialmente, si arricchisce di casi ancora più gravi come quello della splendida Emily Pellegrini, modella ideale al punto, però, da non esistere, in quanto frutto dell’interazione tra Intelligenza Artificiale e pulsioni maschili. La sua creatrice ha, infatti, chiesto a Chat GPT quale fosse il prototipo di donna che piace agli uomini e ha ricevuto una descrizione chiara: una giovane con capelli castani, gambe lunghe, simpatica ed attraente. Emily, così, ha rapidamente guadagnato popolarità su Instagram, attirando migliaia di follower e numerosi commenti positivi.

Le sue foto e video, che puntano sulla sua bellezza e sensualità, hanno catturato l’attenzione di molti, inclusi personaggi famosi e sportivi di alto livello. Alcuni calciatori di fama mondiale hanno persino cercato di contattarla per invitarla a luoghi lussuosi come Dubai. Emily Pellegrini rappresenta un esempio interessante di come l’intelligenza artificiale possa essere utilizzata per creare personaggi che si confrontino con le aspettative e i desideri delle persone.

Il suo successo ha anche portato alla sua creatrice guadagni considerevoli, stimati intorno ai 10.000 dollari a settimana. Con l’aumento dei follower e delle richieste, sembra che Emily continui a crescere in popolarità e influenza. Ma per una modella finta che ha successo vero c’è anche chi si suicida quando scopre che la sua fidanzata ventenne su Tinder è in realtà un 64enne sotto mentite spoglie. Come dire “La verità fa male”, ma molto peggio fanno le notizie finte che avvelenano il nostro presente senza che nessun eroe come Schwarzenegger nel film ci venga a salvare…almeno per il momento.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link