Rilevante è la presenza dei vini dell’area etnea, con una predominanza dei rossi sui bianchi, soprattutto se si prende a riferimento la superficie vitata. Le tre annate 2023, 2022 e 2021, pur diverse dal punto di vista climatico, sono accomunate dalle difficoltà che i produttori hanno dovuto affrontare per salvaguardare la qualità delle uve e il patrimonio viticolo.
Con le dovute eccezioni, i Nero d’Avola occidentali ci sono sembrati in leggero arretramento, mentre quelli orientali hanno guadagnato in leggerezza, risultando più dritti e acidi.
I Catarratto di montagna e quelli da vecchie vigne hanno dimostrato una maggiore tenuta, riuscendo a esprimere con forza la loro impronta geologica e varietale. I Grillo, salvo poche eccezioni, hanno perso in tensione acida e vena salina, apparendo un po’ più “grassi” e meno incisivi. In ripresa i vini da Frappato e i Cerasuolo di Vittoria, che hanno riacquistato parte delle sfaccettature territoriali perse nelle precedenti annate. Gli Etna Rosso si dividono in due categorie: una che tende alla rotondità e all’appiattimento delle diversità, e un’altra, più interessante, che cerca succo e tensione gustativa. Sono gli Etna Bianco, invece, a confermare ancora una volta le ultime, ottime prestazioni. Salmastri e aromatici i bianchi delle isole minori, nonostante la drastica riduzione delle quantità registrata nel 2023. Chardonnay e Syrah in discreta forma, così come i vini da perricone. Piacevoli sorprese dai blend di uve rosse autoctone, che si distinguono per bevibilità e impronta gastronomica. Di pari passo è cresciuto l’interesse per i vini rifermentati e per i vini rosa, così come per i Passiti e i Marsala, questi ultimi in particolare nelle tipologie “Altogrado” e “Perpetuo”, ma anche nei Vergine, dove il tempo, ingrediente fondamentale ma costoso, è cruciale. Gli “orange wines” stanno perfezionando la loro identità, diventando più nitidi, con personalità, spontaneità e tensione gustativa.
In sostanza, la viticoltura siciliana sta cominciando a sentire gli effetti del cambiamento climatico? È necessario rivedere o ripensare la gestione della vigna e, di conseguenza, del vino? Non c’è dubbio che queste siano questioni su cui i produttori stanno riflettendo seriamente.
Ecco la lista dei 52 espositori siciliani presenti a Slow Wine Fair
Provincia di Agrigento
Baglio Del Cristo Di Campobello – Campobello Di Licata
Cantina Tulone – Sciacca
Cva Canicatti – Canicatti
Morreale Agnello – Agrigento
Sapiddu – Menfi
Serra Ferdinandea – Menfi
Provincia di Catania
Alice Bonaccorsi Valcerasa – Randazzo
Calcagno – Passopisciaro
Dimore Di Giurfo – Acicastello
Giuseppe Lazzaro – Milo
Grottafumata – Catania
I Custodi Delle Vigne Dell’Etna – Castiglione Di Sicilia
I Vigneri – Milo
Nuzzella – Piedimonte Etneo
Palmento Costanzo – Passopisciaro
Sive Natura – Sant’agata Li Battiati
SRC Vini – Randazzo
Stanza Terrena – Castiglione Di Sicilia
Tenuta Valle Delle Ferle – Caltagirone
Tenute Nicosia – Trecastagni
Vivera – Linguaglossa
Provincia di Palermo
Bosco Falconeria – Partinico
Casa Alte – Camporeale
Castellucci Miano – Valledolmo
Centopassi – Palermo
Planeta – Palermo
Porta Del Vento – Camporeale
Provincia di Ragusa
Catina Horus – Acate
Guerrieri-Vigneti e Cantina – Comiso
Provincia di Siracusa
Marabino – Noto
Ramaddini – Pachino
Provincia di Trapani
Agricola Millami – Marsala
Al fèu 1915 – Misiliscemi
Baglio Diar – Marsala
Baglio Ingardia – Paceco
Barraco – Marsala
Birgi Vini – Marsala
Ciello – Marsala
Del Grillo – Alcamo
Donnafugata – Marsala
Elios – Alcamo
Fabio Ferracane – Marsala
Fabrizio Vella – Marsala
Funaro – Santa Ninfa
Gaudioso – Partanna
Maniscà – Alcamo
Possente – Alcamo
Rocche Della Sala – Partanna
Vitedovest – Marsala
La Sicilia nella Fiera dell’Amaro d’Italia
A Slow Wine Fair la Sicilia è rappresentata anche nella Fiera dell’Amaro d’Italia, organizzata in collaborazione con Amaroteca e ANADI – Associazione Nazionale Amaro d’Italia. La quinta edizione torna a BolognaFiere con tante novità, come l’area dedicata agli spirits, e 26 realtà da 13 regioni italiane, selezionate secondo precisi criteri, quali l’utilizzo di ingredienti locali e provenienti da coltivazioni sostenibili e di prodotti a basso impatto ambientale. Dalla Sicilia, i liquori di Paesano, realizzati da ingredienti coltivati esclusivamente in Sicilia secondo agricoltura etica e biologica: dal pistacchio al fico d’india, fino al Carciofo Nostrale di Niscemi, Presidio Slow Food.
La masterclass
A inaugurare la prima masterclass, il 23 febbraio alle 12, sono i Catarratto Boys, una comunità di giovanissimi produttori che oltre 10 anni fa decise di rinverdire un’antica tradizione di coltivazione legata al catarratto, vitigno a bacca bianca identitario della Sicilia, coltivato da più di tre secoli nel territorio di Alcamo e della provincia di Trapani. La narrazione di questo movimento, unito dal desiderio di valorizzare le differenti espressioni territoriali, viene accompagnata dalla degustazione di otto etichette di alcune cantine aderenti: Elios, Fabio Ferracane, Porta del Vento, Nino Barraco, Possente Alessandro Viola, Viteadovest e Bosco Falconeria. A guidarla, Giancarlo Gariglio, curatore della guida Slow Wine, e Francesco Abate, responsabile Slow Wine per la Sicilia.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link