Il 2023 รจ stato un anno di luci e ombre: cominciato discretamente, ha avuto una fase di rallentamento nel periodo estivo e ha dato, alla fine, qualche segnale di ripresa.
Lombardia, nel 2023 esaurita spinta post-pandemia
Il periodo post Covid, che ha rappresentato una fase di forte sviluppo della produzione nel 2021, รจ cresciuto, anche se in maniera piรน attenuata, fino allโinizio del 2023.
Poi, come si puรฒ evincere dai dati di Unioncamere Lombardia, i primi sei mesi dellโanno scorso hanno registrato un sostanziale stallo; nel terzo trimestre, perรฒ, si รจ avuta una significativa contrazione della domanda che ha comportato una flessione dellโindice della produzione.
E nonostante lโanno si sia chiuso con indicatori congiunturali in significativo miglioramento, la crescita registrata su base congiunturale non รจ stata sufficiente a stabilizzare la produzione che si รจ fermata a -0,8% su base annua.
In effetti, il peso delle dinamiche negative del terzo trimestre รจ stato decisivo, tanto da pesare sul risultato tendenziale con un rilevante -1,5%.
La media del 2023 resta comunque in territorio positivo nonostante i valori finali siano molto prossimi allo zero.
Il confronto fra le medie dei tre anni sottolinea la straordinaria contribuzione del 2021, lโottima performance del 2022 e la stabilitร del 2023 con un rallentamento progressivo di anno in anno.
Il fatturato 2023 chiude lโanno con un dato negativo, ma la media sui dodici mesi resta solida a +2,1.
Non altrettanto si puรฒ dire per gli ordinativi: le difficoltร registrate nel terzo trimestre portano a una chiusura dโanno fortemente ridimensionata per la componente estera (+1,6%) e addirittura negativa per quella interna (-1%).
I settori in crescita e quelli in difficoltร
Lโanalisi di Unioncamere Lombardia mette in evidenza le importanti difficoltร di alcuni settori produttivi, soprattutto tessile e siderurgia. Il primo conferma i problemi facendo segnare il ricorso piรน intenso alla cassa integrazione.
Invece, crescita del comparto abbigliamento: era ripartito in ritardo rispetto agli altri settori, poi perรฒ, lungo il 2022, ha accumulato ritmi di crescita significativi che sono continuati, anche se a ritmi piรน calmierati.
Da sottolineare il contributo positivo dei mezzi di trasporto con una performance seconda solo a quella dellโabbigliamento (anche se lโanno precedente la crescita era stata modesta comparata a un 2021 eccezionale).
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Investimenti in calo
A riprova di un momento non particolarmente favorevole, nel 2023 si รจ registrato un calo della propensione a investire delle imprese lombarde in tutti i settori: diminuisce, infatti, la quota degli imprenditori che dichiarano di aver realizzato investimenti nel corso dellโanno, riportandosi sostanzialmente sui livelli del 2018-2019 o poco sotto.
Le ragioni? In particolare i problemi derivanti dai tassi e le incertezze dello scenario economico che hanno spinto a una maggior cautela negli investimenti.
Secondo lโindagine di Unioncamere Lombardia, lโindustria si conferma il settore con la maggiore intensitร di investimenti, realizzati da quasi i due terzi delle imprese del campione analizzato (61%), anche per via della maggiore dimensione media che le caratterizza.
Gli artigiani manifatturieri, caratterizzati da una dimensione minore, si fermano al 28%.
A livello settoriale, la quota di imprese investitrici si attesta intorno al 32% nel commercio e al 31% nei servizi. Da evidenziare come il ruolo della dimensione dโimpresa si conferma rilevante: in tutti i settori la quota di imprese investitrici sale allโaumentare del numero degli addetti.
Anche il confronto tra settori appare diverso se analizzato a paritร di dimensione.
Mercato del lavoro, chi cresce e chi no
Il rallentamento della produzione registrato lungo il 2023 ha avuto conseguenze anche sul mercato del lavoro: se a fine anno il tasso di uscita resta pressochรฉ costante, cosรฌ come nei mesi precedenti, altrettanto non si puรฒ dire per il tasso di ingresso che, dopo una crescita vertiginosa a inizio anno, si รจ andato progressivamente riducendo fino a portare il saldo in territorio negativo.
Nonostante un segnale di ripresa nella congiuntura dellโultimo trimestre, a fine 2023 il ricorso alla cassa integrazione registra un incremento sia in termini di quota sul monte ore complessivo (1,5%) sia per le imprese che vi fanno ricorso (10%).
Tra i settori, come detto, il tessile ha manifestato le difficoltร piรน consistenti (il tasso di utilizzo degli impianti รจ risultato sotto la soglia del 70%), seguito da siderurgia, carta-stampa e abbigliamento.
Secondo le stime Istat, comunque, alla fine del 2023 gli occupati in Lombardia erano 4 milioni e 562 mila, in crescita di 76 mila unitร rispetto allโanno precedente (+1,7%) e di oltre 100 mila in confronto al 2019.
Questa fase di crescita ha avuto inizio nel secondo trimestre 2021, allโuscita dallโemergenza sanitaria, ed รจ arrivato a portare il tasso di occupazione regionale a superare il 70%, un dato mai registrato da quando viene rilevato.
Se si vanno, poi, ad analizzare i nuovi ingressi nel mondo del lavoro, si puรฒ notare che nel corso del 2023 hanno mostrato un maggior incremento le donne (2,7%) rispetto agli uomini (1%), gli over 50 (5,2%), anche per motivi demografici, i laureati (8,7%) e i diplomati (4,9%) rispetto ai titoli di studio inferiori (9%), gli occupati full time (2,5%) e i dipendenti permanenti (2,2%) e, a livello settoriale, i servizi (3,3%) e il commercio (4,7%) rispetto alle attivitร industriali (2%) ed edili (2,4%).
A proposito di incremento della componente femminile, va sottolineato come questo abbia portato a una riduzione del divario tra tassi di occupazione per genere, con quello femminile (63,2%) che aumenta, su base annua, di 1 punto percentuale e di 2,9 punti rispetto al 2019, a fronte di una crescita rispettivamente di 0,6 e 0,5 punti per la componente maschile (77%).
Nonostante i progressi degli ultimi anni, che hanno visto crescere la partecipazione femminile nel mercato del lavoro, il tasso di occupazione regionale continua a essere penalizzato dal gap di genere: il confronto con la media dellโUnione europea (70,6%) evidenzia, infatti, un lieve ritardo della Lombardia interamente dovuto alla componente femminile (-2,9 punti), mentre su quella maschile risulta in vantaggio (+1,8 punti). Riguardo invece alle classi di etร , dopo un 2022 in cui era stata la componente giovanile dellโoccupazione a crescere maggiormente, torna a essere la fascia sopra i 50 anni quella caratterizzata da una maggiore espansione (+84 mila lavoratori, pari al 5,2%) come avvenuto negli anni precedenti.
Questo risultato si deve sia al processo demografico, che aumenta la dimensione della parte piรน anziana della popolazione, sia ai provvedimenti legislativi che hanno via via ritardato lโetร necessaria per il raggiungimento della pensione. La fascia 15-34 anni rimane comunque in crescita (+29mila occupati, pari al 2,8%) mentre la classe 35-49 anni registra unโulteriore flessione (-37mila occupati, pari al- 2,1%) confermandosi quella piรน penalizzata dal processo di invecchiamento in corso.
I tassi di occupazione risultano in ogni caso in crescita per tutte le classi considerate, evidenziando come, al netto dei fenomeni demografici, lโincremento occupazionale tocchi tutte le fasce di etร .
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