Sanremo 2025. Intervista a Paola Giorgi di Bottega Teatro Marche dopo la masterclass al Villaggio del Festival

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di Stefano Fabrizi

Ci troviamo a Sanremo (14 febbraio 2025)  in piazza Colombo, davanti al parco Suzuki. In questa location suggestiva, abbiamo il piacere di incontrare Paola Giorgi di Bottega Teatro Marche che ha appena terminato una masterclass al Villaggio del Festival, all’interno di Villa Ormond che ospita la location allestita da Camera di Commercio per promuovere il “bello” delle Marche.

Paola, ci racconti perché lei è qua, in questo momento, durante il Festival?

“Siamo venuti a presentare un bellissimo progetto innovativo che coniuga teatro e intelligenza artificiale. È un lavoro portato avanti da Bottega Teatro Marche con Amat e con l’equipe del professor Emanuele Frontoni. Devo dire che è un viaggio bellissimo, molto sperimentale e innovativo. Non sappiamo nemmeno noi quale sarà la meta finale, ma devo dire che è esaltante. Stamattina abbiamo tenuto una masterclass al Villaggio Sanremo e i ragazzi erano curiosissimi e interessati: hanno partecipato, fatto domande e questo ci fa capire che siamo sulla buona strada. Ringrazio la Camera di Commercio delle Marche che ci ha invitati a questa bellissima esperienza. Sanremo è veramente bello, anche se non si canta. Comunque è una bellissima esperienza.”

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Per chi non conosce Bottega Teatro Marche, potrebbe darci una breve descrizione?

“Bottega Teatro Marche è una società di produzione teatrale. Produciamo spettacoli dal vivo e siamo un’impresa culturale, portando avanti un lavoro da tanti anni”.

Qual è il sogno nel cassetto di Bottega Teatro?

“Il sogno nel cassetto, nel cassetto più in fondo, è continuare a sperimentare in ambito teatrale, ma facendo in modo che il teatro vinca su tutto. E vincerà anche nei confronti dell’intelligenza artificiale. Questa è la sfida che portiamo avanti con il progetto Ol.T.Re – Ologrammi per un Teatro Reale”.

Ha avuto modo di ascoltare qualche canzone del Festival?

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“Assolutamente sì”.

Allora ci dica la sua top five finale.

“Vi sorprenderò! Faccio come Carlo Conti e non le dico nell’ordine. Però nella mia top five ci sono Holly, Giorgia, Fedez, Irama e poi voglio mettere Massimo Ranieri. Voglio essere classica perché comunque il bel canto ci deve essere”.

La cronaca della masterclass: l’Intelligenza Artificiale a Teatro, arriva l’attore “aumentato”

È un attore, recita e si esibisce in scena di fronte a un pubblico. Ma non è in carne ed ossa: si tratta di un avatar, pronto ad interagire con gli altri attori della compagnia e con gli spettatori. È il teatro la nuova frontiera dell’Intelligenza Artificiale: presto potremo assistere a rappresentazioni teatrali in cui ologrammi creati dall’AI reciteranno insieme agli artisti ‘veri’, senza soluzione di continuità tra il mondo reale e quello ‘aumentato’.

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Accade grazie al progetto Ol.T.Re – Ologrammi per un Teatro Reale, creato da Bottega Teatro Marche su intuizione di Paola Giorgi e in collaborazione con Amat e il professor Emanuele Frontoni, docente presso l’Università di Macerata e tra i maggiori esperti di Intelligenza Artificiale. L’iniziativa, in fase sperimentale avanzata, è stata presentata  il 14 febbraio a Villa Ormond – Villaggio del Festival a Sanremo, in una masterclass di fronte ad oltre 70 studenti selezionati in tutta Italia, tenuta proprio dall’attrice e produttrice marchigiana, che ha visto il patrocinio di Regione Marche e Camera di Commercio delle Marche.

Un filo rosso collega oggi più che mai il mondo dell’arte con quello della tecnologia. Il progetto fa di questo assioma il concetto di partenza e punta ad integrare l’intelligenza artificiale nel mondo della creatività e dello spettacolo e impiegare le tecnologie di generative AI e di avatarizzazione dei personaggi, per dare vita a performance impossibili nel mondo fisico, superando i limiti del corpo umano e creando esperienze immersive uniche.

Un performer può ora esibirsi simultaneamente in più luoghi – ha detto Paola Giorgipuò interagire con il pubblico in modi innovativi e trasformarsi in tempo reale durante lo spettacolo. La ‘generative AI’ funge da collaboratore creativo, suggerendo variazioni, generando alternative e aprendo nuove direzioni artistiche. Si crea così un dialogo e un confronto di idee continuo, si possono esplorare stili inediti e scoprire combinazioni inaspettate”.

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L’ibridazione digitale delle arti sta dando l’opportunità, come sostiene a sua volta il professor Frontoni,non di sostituire, ma di amplificare la propria espressione artistica. Il futuro del teatro, ma non solo, potrebbe essere sempre più legato a questa simbiosi creativa tra umano e artificiale, in un contesto in cui l’IA aprirà nuove frontiere per l’immaginazione”.

Ol.T.Re è un progetto pilota in grado di valorizzare tutto il settore dello spettacolo, dal volto ‘vivo’ all’innovativa connessione con forme ibride, tra performance teatrale e nuove tecnologie, creando un prodotto culturale nuovo e digital-oriented. Con questa prospettiva, il teatro si pone l’obiettivo, oggi una sfida, di attrarre soprattutto le nuove generazioni native digitali.



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