Gli accertamenti per il riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis a stranieri che abbiano origini familiari italiane è caratterizzata da particolare “complessità” da parte dell’ente competente, cioè il comune, che in questo caso è quello di Reggio Calabria. Per questo la giunta ha deciso di chiedere un contributo amministrativo di 600 euro per ciascun richiedente maggiorenne, in accordo con quanto disposto dal comma 636 dell’art. 1 della legge di bilancio 2025 (la n. 107/2024). A stabilirlo è la delibera 23 approvata all’unanimità il 13 febbraio scorso dalla giunta comunale.
Come si ricorda nell’atto, spetta ai comuni la titolarità del procedimento a seguito di istanza di riconoscimento del possesso della cittadinanza jure sanguinis di uno straniero iscritto nell’anagrafe della popolazione residente e per il quale sussiste la dimora abituale nel territorio comunale.
Un procedimento molto complesso la cui efficienza costa 600 euro
Il riconoscimento prevede alcune azioni di controllo, indicate dalle circolari ministeriali. Occorre infatti accertare il mancato esercizio da parte dell’interessato e degli ascendenti, della facoltà di rinuncia alla cittadinanza italiana, “presso il comune italiano di origine o di ultima residenza dell’avo italiano e presso tutte le rappresentanze consolari italiane competenti per le varie località estere ove gli individui hanno risieduto”. Per questa delicata verifica, l’ufficiale di stato civile deve ricostruire i singoli passaggi nell’albero genealogico del richiedente in base ai luoghi di nascita e di residenza all’estero dell’interessato e dei suoi ascendenti. I documenti presentati dal richiedente devono poi essere valutati con attenzione attraverso interlocuzioni con il consolato competente, per contrastare gli episodi di falsificazione e contraffazione, ultimamente registrati in aumento.
Una procedura che potrebbe richiedere fino a 180 giorni di impegno per l’amministrazione comunale, come determinato dalla giunta con le linee guida approvate con l’apposita delibera 173 del 23 settembre 2024. Un superlavoro che evidentemente giustifica il contributo amministrativo chiesto a chi ha necessità di riconoscere la propria cittadinanza italiana (e ne ha diritto, appartenendo per consaguineità con un avo a ceppi familiari del nostro paese) e ora dovrà pagare 600 euro.
Un contributo anche per chiedere certificati di stato civile ultracentenari
Va precisato che si tratta di provvedimento legittimo, perché è la citata legge 107/2024 a dare la possibilità ai Comuni di assoggettare le domande di riconoscimento del possesso della cittadinanza italiane al pagamento di una somma non superiore a 600 euro. Insomma, nei fatti è una sorta di tassa ma formalmente si tratta di un ‘aiutino’ finalizzato a “efficienza, efficacia e buon andamento” degli uffici amministrativi nello svolgimento dell’annosa procedura, e che sarà integralmente acquisito al bilancio del comune, restando ferme le disposizioni in materia di imposta di bollo. Per chi non paga o non lo fa nei tempi e nelle modalità esatte, si dà luogo a improcedibilità della domanda. Infine, se l’esito della ricerca o del procedimento fosse negativo, non c’è diritto al rimborso. Le somme incassate saranno inserite in un capitolo ad hoc in entrata del bilancio pluriennale 2025/2027 del comune di Reggio.
La stessa legge di bilancio chiede di mettere mano al portafogli anche a un’altra categoria di cittadini, coloro che chiedano certificati o di estratti di stato civile formati da oltre un secolo e relativi a persone diverse dal richiedente: fatta eccezione per le richieste presentate dalle pubbliche amministrazioni, la somma da versare per ottenere questo atto è di 300 euro. Detto fatto, anche questo contributo è stato istituito dal comune di Reggio.
L’opportunità offerta dalla legge di bilancio ai comuni e le somme acquisite a uno specifico capitolo di bilancio
La legge 107/2024 è entrata in vigore il 1 gennaio 2025 e con molta solerzia il comune reggino si è attivato per cogliere l’opportunità offerta dalla normativa. Lo ribadiamo: quella dell’amministrazione comunale è una legittima facoltà, della quale però si sarebbe potuto scegliere di non avvalersi o per lo meno di limitare l’entità del contributo. Invece la cifra stabilita è quella massima indicata dalla legge per entrambe le categorie di contribuenti interessati, gravati così da una spesa ingente che saranno obbligati a sostenere per il rilascio di documenti non certo velleitari. In particolare il riconoscimento della cittadinanza, spesso legato a situazioni di bisogno che stridono decisamente con la possibilità di sborsare 600 euro da parte dei richiedenti.
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