Più nel mondo si fanno complicate le relazioni politiche ed economiche, più si ripresenta l’annoso problema dei limiti e delle divisioni in seno all’Unione Europea. Eppure, pur procedendo in ordine sparso su molte questioni, il nostro continente è anche capace di esprimere un consenso molto consolidato su determinati argomenti. Una conferma ci arriva da una recente indagine condotta dall’Eurobarometro. Stiamo parlando del sondaggio d’opinione sulla conoscenza e l’atteggiamento dei cittadini europei nei confronti della scienza e della tecnologia. Un’indagine nella quale non si rimane tanto sorpresi dalle risposte fornite dal campione, quanto dal poco scostamento che c’è fra i risultati relativi alla media dell’Unione Europea e quelli specifici riguardanti i 27 Paesi membri.
Scienza e tecnologia: cosa ne pensano gli europei
Diciamo subito che sul quesito più generale del sondaggio di Eurobarometro, e di maggiore valenza, si è registrato quasi un plebiscito. Infatti, nell’Unione Europea più di 8 cittadini su 10 (una quota dell’83%) ritengono che l’influenza complessiva della scienza e della tecnologia sia positiva.
Guardando invece al dato percentuale relativo ai 27 Paesi membri dell’Unione emerge, come anticipato, una “forchetta” statistica abbastanza contenuta. Relativamente al primo quesito, si va dal 94% dei cittadini svedesi che mostra molta o abbastanza fiducia nella scienza e nella tecnologia fino al 65% dei cittadini romeni.
Polacchi e spagnoli più positivi
Concentrandosi invece sulla risposta che è stata fornita nei maggiori Paesi dell’Unione, i più positivi sulla valenza di scienza e tecnologia sono i cittadini polacchi e spagnoli, rispettivamente con l’88% e l’87%. Leggermente al di sotto della media europea (81%) i tedeschi, mentre c’è meno fiducia in Francia, dove il 73% del campione si dice comunque molto o abbastanza fiducioso su scienza e tecnologia.
E l’Italia? Si colloca nel mezzo fra i grandi Paesi europei, quasi ricalcando il dato della media europea, ed esprimendo quindi anch’essa un grande ottimismo su scienza e tecnologia. Nel dettaglio, l’84% del campione nazionale ha fornito una risposta molto o abbastanza positiva, il 13% negativa e solo l’1% molto negativa, mentre il 2% non si è espresso.
I fattori di progresso scientifico e tecnologico più impattanti
Proseguendo nei quesiti del sondaggio e le relative risposte, fra i fattori di progresso scientifico e tecnologico che saranno più impattanti nei prossimi venti anni gli intervistati hanno indicato
- le energie rinnovabili (87%),
- le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (79%),
- i vaccini e la lotta contro le malattie infettive (77%).
Al riguardo, va evidenziato che anche in questo caso il risultato del nostro Paese è molto vicino a quello della media europea. Infatti, l’86% del campione italiano ha indicato le energie rinnovabili fra i fattori di progresso scientifico e tecnologico più impattanti nei prossimi venti anni, il 75% le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, il 72% i vaccini e la lotta contro le malattie infettive.
Serve più informazione scientifica
L’indagine di Eurobarometro mostra poi che la maggior parte degli europei desidera saperne di più sugli sviluppi scientifici (58%). Tuttavia, la mancanza di tempo (40%), la mancanza di interesse (37%) e la mancanza di conoscenze nel campo della scienza e della tecnologia (36%) rimangono ostacoli significativi in relazione all’approccio con la scienza e la tecnologia.
E per sviluppare l’interesse dei cittadini, nonché sensibilizzare l’opinione pubblica sul sostegno dell’Unione Europea alla scienza, alla ricerca e all’innovazione, è previsto l’avvio di una campagna di comunicazione dell’UE nella prima metà del 2025. Una campagna che illustrerà “i progetti di ricerca e innovazione sostenuti dall’UE e il loro ruolo nel migliorare la vita delle persone”.
Fiducia ed equità della scienza
Il sondaggio ha anche esaminato questioni più ampie riguardanti la fiducia e l’equità nella scienza. I risultati mostrano che il 77% degli intervistati concorda sul fatto che la scienza e la tecnologia dovrebbero prendere in considerazione le esigenze di tutti i gruppi di persone nello sviluppo di nuove soluzioni e prodotti, mentre un altro 72% ritiene che “il governo dovrebbe assumersi la responsabilità di garantire che le nuove tecnologie vadano a beneficio di tutti”.
Parallelamente, la maggioranza dei cittadini dell’Unione esprime la sua preoccupazione riguardo il potenziale delle applicazioni scientifiche per minacciare i diritti umani (58%), mentre quasi due terzi (64%) ritiene che sebbene la scienza e la tecnologia “potrebbero contribuire a migliorare l’ambiente e affrontare i cambiamenti climatici, per lo più aiutano le aziende a fare soldi”.
Opinioni contrastanti sull’IA
Infine, l’indagine di quest’anno si è concentrata sull’uso dell’Intelligenza Artificiale (IA) per la ricerca scientifica, rivelando opinioni contrastanti tra i cittadini europei al riguardo. Poco più di un terzo degli intervistati (38%) afferma di fidarsi della ricerca scientifica e delle scoperte create con l’aiuto dell’IA, mentre un quarto (25%) diffida di questo tipo di ricerca.
Tuttavia, la metà dei cittadini dell’Unione Europea (50%) concorda sul fatto che l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale nella scienza “fa progredire le scoperte scientifiche, il che porterà ad avere delle soluzioni a sfide importanti, come quella dei cambiamenti climatici e della cura alle malattie gravi”.
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