Lectio magistralis? Sì, di falsificazione della storia. – Il Pungolorosso

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Il 2 febbraio Mattarella ha tenuto una cosiddetta “Lectio Magistralis” agli studenti dell’Università di Marsiglia. Sin da subito si sono levate qui in Italia lodi sperticate nei confronti del presidente della repubblica, come se avesse rivelato al mondo intero chissà quali somme verità…

Il solito lecchinaggio istituzionale da parte dei fautori del pensiero mainstream, teso questa volta a diffondere una spessa coltre fumogena su ciò che sta realmente accadendo a livello internazionale.

Non a caso all’incredibile parallelo tra il Terzo Reich di Hitler e la Russia di Putin fatto in quella occasione da Mattarella, Mosca decide di replicare solo il 14 febbraio, quando gli schieramenti imperialistici sull’Ucraina sono stati da poco messi seriamente in discussione dall’iniziativa “di pace” (hai detto pace?) di Donald Trump per l’Ucraina.

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Trovandosi l’U.E. in difficoltà, spiazzata dal tavolo “di pace” in cui la sua presenza non è prevista, e giocando la Russia – come del resto gli USA – sul “divide et impera” in Europa, ecco la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova accusare il presidente italiano di “oltraggio” verso l’intero popolo russo che, fatto incontestabile, pagò con 28 milioni di morti l’aggressione hitleriana. A seguire, a stretto giro, l’avvertimento che la Zakharova ha fatto ieri: la cosa “avrà delle conseguenze” per l’Italia. 

Il Cremlino si rivolge per caso a Roma perché Bruxelles intenda? vuole scompigliare il precario equilibrio del governo Meloni sul ruolo dell’Italia in questa guerra? o ha entrambi gli obiettivi? Rimane comunque, da ambo i lati, l’uso della storia per finalità di propaganda imperialista. 

Da parte di Mosca (la quale – con Stalin – non fu certo immacolata nei suoi rapporti col nazismo), quando continua a sostenere che quella in Ucraina non è una guerra, ma una “operazione speciale” (di guerra, o cosa?), tesa esclusivamente a difendersi dalle minacce esterne e ad estirpare il nazismo in Ucraina. Mentre invece è ben nota, a chiunque la voglia vedere, la politica imperialista di Putin proiettata verso la progressiva riconquista degli spezzoni dell’ex Impero URSS e a far tornare a pieno titolo la Russia nel gruppo delle grandi potenze mondiali. Così come sono noti gli stretti legami del gruppo di potere di Putin, dentro e fuori la Russia, con forze politiche dal retroterra fascista e perfino (come il fondatore della Wagner) di simpatie naziste.

Ma l’uso della storia per finalità di propaganda imperialista è ancora più sfacciato da parte dell’imperialismo occidentale. Si racconta la favola della guerra in Ucraina sostenuta dalle “pacifiche” democrazie, costrette loro malgrado a difendere con le armi libertà, autodeterminazione degli ucraini e sicurezza di fronte al ritorno di regimi autoritari e oligarchici, impegnati nello sfaldamento dell’“ordine internazionale”… Quando invece anche ai bambini è nota la politica pressante condotta dall’Occidente, in questi decenni, per accerchiare la Russia, insediando nei paesi dell’Est Europa governi “amici” in grado di assorbirli nella NATO e nell’U.E. Dall’89 ad oggi la linea di frontiera della NATO è avanzata di 1.000 chilometri verso la Russia. 1.000 chilometri! E si ha l’impudenza di parlare di democrazie pacifiche…

E’ esattamente di simili esigenze di dominio e di rapina che si fa paladino Mattarella, “piegando” la storia alle mire espansioniste dell’imperialismo occidentale (degli imperialismi occidentali): nella aggiornata versione di una U.E. che non deve replicare le politiche di appeasement implementate negli anni ’30 dalle democrazie europee (Francia e Gran Bretagna). Politiche che, precisa Mattarella, non fermarono Hitler e non impedirono la seconda guerra mondiale.

Per Mattarella la Monaco del 1938 (la Conferenza che sancì tale appeasement) non deve essere replicata nel 2025. Cosa che in realtà si è già parzialmente tradotta, qualche giorno fa, nel rilancio dei propositi riarmisti e guerrafondai europei; espressi in occasione della Conferenza sulla Sicurezza dei capi di Stato, tenutasi proprio a Monaco il 14 febbraio.

Notare come Mattarella taccia accuratamente sul reale contenuto della politica delle potenze europee nel ’38, il cui scopo non era affatto quello di preservare la pace, bensì di prendere tempo per prepararsi alla guerra ed intanto spingere il regime nazista ad attaccare l’URSS. Egli, in sostanza, dà lezione su come l’imperialismo d’Europa dovrebbe muoversi per diventare “soggetto” della politica internazionale anziché rassegnarsi a restare “oggetto”, per diventare “protagonista” senza restare un “protetto”. Su come, in sostanza, le potenze europee debbono prepararsi alle guerre future.

Dentro il solito canovaccio bolso e offensivo per le vittime dell’imperialismo che egli sponsorizza, Mattarella si lancia in retorici appelli al ripristino degli organismi di mediazione e di cooperazione internazionale (l’ONU in primis), i quali avrebbero garantito 80 anni di pace… Pace per chi? Non certo per i nove decimi del globo terrestre, investito come non mai – nel periodo suddetto – da crisi, devastazioni e guerre provocate in gran parte proprio dalle potenze occidentali! Avete presente cos’ha fatto l’ONU nei suoi 80 anni di vita per proteggere il popolo palestinese dall’infinita guerra sionista?

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A proposito di pace e di meriti dell’emerito… Mattarella era il vice di D’Alema, con delega ai servizi segreti, quando il 24 marzo 1999 – senza neppure l’autorizzazione di quell’ONU che a Marsiglia ha omaggiato – partì dall’Italia un attacco proditorio della NATO contro la Serbia, con il pretesto di un assolutamente inesistente genocidio in Kossovo. Lo stesso indimenticabile governo D’Alema I, che rifiutò di dare asilo politico ad Abdullah Ocalan espellendolo dall’Italia…

La “pace” di Mattarella è in sostanza la pace della élite occidentali sicure di poter imporre con il terrore il proprio colonialismo finanziario e termonucleare al mondo intero senza subirne i contraccolpi – una sicurezza, ormai, fondata sulla sabbia. Nasce da qui la rabbia che ha dettato la sua provocatoria “lezione” di Marsiglia, una rabbia alimentata anche dall’esclusione dal tavolo negoziale Russia-Stati Uniti sulla spartizione delle ricchezze dell’Ucraina.

La cordata politica e mass-mediatica nostrana, più o meno convinta che sia, ha prontamente levato gli scudi in suo favore. Tutti uniti per il pronto riscatto dell’Europa, vuoi nella forma attuale dell’U.E., vuoi in quella della sovranista Europa delle Nazioni! E per riaffermare l’intoccabile diritto dello stato italiano e dell’UE a falsificare la propria storia e quella altrui a proprio piacere.

Rimane la figura stracciona fatta dal presidente dell’imperialismo italiano; il quale, nel suo paragone tra le guerre di conquista hitleriane e quella attuale di Putin, non si è nemmeno peritato di ricordare che le Forze Armate di cui egli è formalmente a capo, hanno ignominiosamente partecipato all’invasione nazista del 1941, contribuendo al massacro del popolo russo.

Una pagina vergognosa della storia della borghesia italiana, sostenitrice del fascismo, che il “nostro” democratico presidente, emerito storico, specialista in falsificazioni, si è guardato bene dal ricordare.    



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