Il 13 febbraio 1985 veniva inaugurato in Contrada Selva Piana, il Nuovo Romagnoli, con la celebre sfida di Coppa Italia tra Campobasso e Juventus, vinta dai molisani per 1-0. Oggi l’impianto è nominato alla memoria di Tonino Molinari, presidente dei lupi sia in quella occasione, che negli anni d’oro dei rossoblu in Serie B, affiancato per ragioni di sponsorizzazione dal nome Avicor.
Per l’occasione, la società di casa, con un’importante campagna social, ha voluto celebrare il quarantesimo anniversario dell’impianto locale con una patch speciale che accompagnerà ogni comunicazione ufficiale per tutto il mese di febbraio.
Nel prepartita di questo Campobasso-Ternana invece, il capitano attuale dei rossoblu Antonio di Nardo, ha consegnato una targa speciale per l’occasione a due ex giocatori dell’epoca, Raffaele Di Risio e Domenico Progna, presenti in campo in quella storica vittoria dei lupi.
Bella cornice di pubblico in questa domenica sera (tralasciamo l’orario di disputa della partita, le 19:30…), con quasi 4.000 spettori che presenziano per questa sfida tra due belle tifoserie, sfida che avevo segnato personalmente col classico cerchio rosso ad inizio stagione.
Bella la Curva Nord Scorrano oggi, l’ambiente è decisamente più carico delle scorse uscite: nei primi 45 minuti staziono sotto il loro settore, i decibel sono decisamente alti, parecchio seguito dei cori lungo tutta la parte centrale della curva, ottimo sventolio dei bandieroni, vari battimani e cori secchi perfettamente eseguiti.
Classico repertorio canoro, in aggiunta del quale si evidenzia il coro secco “Campobasso olé”, che nonostante sia cantato da poche settimane, pian piano sta raccogliendo il seguito desiderato dai lanciacori.
Nel secondo tempo è forte il loro boato alla rete della squadra, un vero urlo di liberazione. Purtroppo, complice la foschia che scende alle spalle della loro curva, faccio fatica a immortalare la loro prestazione dei secondi quarantacinque, ma recupero nel finale, quando celebrano il ritorno alla vittoria del Campobasso dopo tre mesi. Un’autentica boccata d’ossigeno per squadra e pubblico, dopo una lunga striscia negativa.
Di fronte a loro, 250 i tifosi della Ternana giunti questa sera in Molise. Ho sempre avuto un debole per la tifoseria delle Fere, sarà per i colori sociali diversi dal solito (poche compagini in Italia posso sfoggiare il rossoverde), sarà per le varie occasioni in cui li ho visti da “tifoso normale”, ma dopo la sfida di andata, non vedevo l’ora di rivederli all’opera, col privilegio di assistere al loro tifo a pochi metri di distanza.
Dietro i drappi di Curva Nord, Campetto Ultras, Quelli della Est e Vecchio Stampo, si assiste un bel tifo retrò, col tamburo che accompagna i loro cori per tutti i novanta minuti. Quattro bandieroni vengono tenuti in piedi per tutta la partita, ma sono i cori il loro cavallo di battaglia questa sera, soprattutto nei secondi quarantacinque minuti in cui staziono nelle loro vicinanze: è incredibile la costanza nel seguire gli stessi cori, nell’intera frazione avrò udito al massimo 5-6 cori, il celebre “…ovunque sarai, ovunque io sarò” (ripreso dagli amici doriani, sulle note di “Ovunque Proteggi” di Vinicio Capossela) non solo è cantato per quasi venti minuti, ma non viene interrotto nemmeno nell’istante in cui la loro squadra subisce la rete. Scene che non accadono tutti i giorni.
Durante la partita accendono 3-4 torce che non riesco a immortalare data la mia breve distanza da loro. Unica pecca nella loro prestazione, l’assenza di una sciarpata, ma pazienza perché per tutto il resto sono pressoché perfetti.
Al fischio finale, nonostante la sconfitta per 1-0, richiamano la loro squadra sotto al settore per rimarcare il massimo sostegno in vista di queste ultime undici sfide di campionato, con le Fere in aperta corsa per la promozione diretta in Serie B.
Tutto tranquillo tra le due tifoserie, come già nella partita di andata. Nel complesso dunque, una sfida che ha onorato a pieno il compleanno dello stadio di Campobasso, con la speranza che possa ritornare alla sua intera capienza il prima possibile.
Francesco Passarelli
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