Il racconto drammatico di un presunto stupro a Ossi.
La mamma che era andata a prenderla da un locale l’aveva trovata piena di ferite, sangue e vestiti sporchi di terra. Poi la confessione drammatica della ragazzina: “Sono stata stuprata da un ragazzo più grande”. L’episodio drammatico, che sarebbe avvenuto a Ossi quasi tre anni fa contro una minorenne del Sassarese, è arrivato al tribunale di Sassari, dove si è aperto il processo contro un 21enne.
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In aula hanno parlato quattro testimoni, tra cui la mamma della presunta vittima, che si è costituita parte civile. La donna ha fornito tra le lacrime un racconto drammatico e crudo sulle condizioni in cui è stata trovata la figlia minorenne, la quale ha raccontato che un giovane l’ha trascinata in una grotta con lo scopo di costringerla ad avere rapporti sessuali.
I fatti.
Quella sera di ottobre era andata in una discoteca di Ossi per trascorrere una serata con le amiche. Quello che per lei doveva essere un debutto all’adolescenza si è trasformato in un incubo. Nella discoteca aveva conosciuto l’imputato, che quella sera l’avrebbe portata in un posto appartato, ma non prima di averla ridotta in stato di minore vigilanza, a causa dell’assunzione di alcolici e cannabis.
Anche le amiche in aula tra i testimoni avevano affermato che la giovanissima era scomparsa da circa un’ora e non rispondeva al telefono. Così come non aveva risposto alla mamma, che era andata a prenderla. E anche le amiche hanno raccontato di averla trovata in stato confusionale, sporca di terra e con diversi tagli e morsi sul corpo. Una volta riportata a casa, la ragazzina dopo diverse ore ha trovato la forza di raccontare ciò che è successo, dicendo di aver cercato in tutti i modi di convincere il ragazzo a non avere rapporti sessuali con lei. Tuttavia, nonostante si fosse opposta, lui le avrebbe imposto un rapporto completo. La stessa confessione l’aveva fatta alle amiche, ripetendo al telefono di aver subìto uno stupro.
L’imputato si è difeso sostenendo che lei era consenziente, ma la Procura gli contesta il fatto che ha approfittato dello stato di incoscienza dell’adolescente per trascinarla in una grotta e imporle rapporti sessuali non solo senza tenere conto del mancato consenso, ma anche con una ferocia tale da causarle ferite profonde. Una delle quali nella clavicola: un taglio netto e sanguinante, che sarebbe compatibile con un rapporto sessuale imposto con la forza.
Ma quella sera non le ha lasciato solo ferite fisiche: quelle più irreparabili sono quelle interiori. La presunta vittima, infatti, ha dovuto seguire un percorso psichiatrico e diversi ricoveri, lottando tra attacchi di panico e ansia. Inoltre sono ancora tanti i problemi legati ai vuoti di memoria della presunta vittima, che non ricorda ancora come è finita in quella grotta. La prossima udienza si terrà il 21 maggio.
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