«Per le case di riposo contributi troppo bassi». Pressing sulla Regione

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MACERATA Contributo regionale per le Rsa ancora fermo al palo. Nelle Marche continua a essere tra i più bassi d’Italia e, nonostante le incessanti richieste di intervento dei sindaci alla Regione, ancora nulla è cambiato se non i costi di gestione delle strutture che sono in continuo aumento e che ricadono sui bilanci delle amministrazioni comunali. Un tema pronto a tornare in consiglio regionale con il vicepresidente dell’Assemblea legislativa delle Marche Maurizio Mangialardi (Pd) che ha depositato una interrogazione per chiedere l’aumento del contributo «che è oggi pari a 37 euro giornalieri – sottolinea -, uno tra i più bassi d’Italia, quasi la metà rispetto a quello delle Regioni più virtuose, come la Toscana che percepisce 60 euro giornalieri». 

La richiesta

Una richiesta che, al di là degli schieramenti politici, si allinea a quella che da anni i sindaci del Maceratese rivolgono alla giunta regionale aggiungendo per questa provincia una ragione in più: «Macerata – sottolinea Leonardo Catena, primo cittadino di Montecassiano – è l’unica provincia a non aver ottenuto il 100% dei posti convenzionati nelle Residenze protette rispetto alle altre della regione, è assurdo». E sul tema dei contributi incalza: «L’auspicio è che la Regione adegui la propria quota di partecipazione alla spesa sanitaria per Residenze protette: non è stato ancora fatto, se non in una minima parte che non contribuisce né alla sostenibilità finanziaria delle strutture né agli strumenti per migliorare la qualità e la quantità dei servizi erogati. Comprendo comunque che ormai l’auspicio sia inutile perché tergiversiamo da anni: si trovano risorse per tante cose, evidentemente la Regione non vuole trovarle per i nostri anziani e ne siamo molto dispiaciuti». Secondo Catena è una questione di visione: «Penso che le scelte politiche vadano valutate in base ai fatti e non alle parole. Lo diciamo tutti gli anni, ma tanto non cambia nulla e non si tratta di un capriccio. Ci sono stati aumenti oggettivi dei costi: dagli adeguamenti contrattuali dei lavoratori delle cooperative, che ora sono finiti nel carico delle casse comunali, fino alle utenze e alle derrate alimentari; sono motivi che dovrebbero essere sufficienti per prendere in mano la situazione senza voler essere al top, ma nemmeno una regione fanalino di coda».

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Il contributo

Secondo gli amministratori comunali, l’aumento del contributo servirebbe almeno a offrire ulteriori servizi per migliorare la qualità di vita degli ospiti: «Siamo stati costretti a tagliare tutti i servizi aggiuntivi – dice il sindaco di Treia, Franco Capponi -. È urgente che la Regione decida come intervenire perché per noi questa latitanza è distruttiva e ci costringerebbe a chiudere. Gli enti non possono più sopportare le passività». Capponi e il collega di Civitanova, Fabrizio Ciarapica, parlano anche di uno spiraglio annunciato dal direttore generale dell’Ast di Macerata, Alessandro Marini: «Per il 2025 ha parlato di un aumento a 43 euro – dicono – ma non è stato ufficializzato e di fatto non abbiamo ancora niente di scritto». La cifra non consentirebbe comunque di alleggerire il carico sui bilanci comunali: «È una miseria rispetto alle altre Regioni – dice Capponi -, la Regione deve mettere sul piatto il 50% del costo medio complessivo di un ospite che oggi arriva vicino ai 3.000 euro, mentre con il contributo l’ente arriva a 1.200. Si dovrebbe fare uno sforzo in più».

Le opinioni

Sulla stessa linea il sindaco Ciarapica: «Oggi i costi di gestione delle case di riposo, con i rincari che ci sono stati, sono diventati insostenibili per i Comuni. Noi compensiamo ogni anno le perdite, ma non si può andare avanti così. Quando parliamo di case di riposo parliamo di questioni sanitarie e i Comuni finora si sono fatti carico di spese che non sono di loro competenza. Apprezziamo lo sforzo di prevedere un leggero aumento, ma è sempre poco, soprattutto se ci paragoniamo ad altre regioni dove il contributo è di gran lunga superiore. Serve un intervento e presto». Sulla questione dice la sua anche il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli: «Al momento, per quanto riguarda la nostra casa di riposo, il convenzionamento è all’85%. L’Ircr di Macerata, per il 2024, ha mantenuto invariate le rette e non ha effettuato alcun aumento nonostante i costi siano incrementati. Ci auguriamo che la situazione possa rimanere così anche per il 2025 e faremo tutto il possibile ma non possiamo assicurarlo perché l’aumento dei costi per le case di riposo è oggettivo. È stata avviata un’azione sinergica e collegiale con il Comitato degli enti gestori delle case di riposo marchigiane per chiedere un intervento da parte della Regione Marche che adegui la tariffa pubblica; anche l’Ircr di Macerata, grazie al lavoro del presidente Amedeo Gravina e di tutta la struttura, si è fatta portavoce di questa esigenza per evitare che questa situazione possa ricadere sulle famiglie».





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