spunta il conguaglio IMU per delibere tardive

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Un emendamento approvato nell’iter di conversione in legge del decreto Milleproroghe 2025, attualmente in esame alla Camera, ha fatto scattare un nuovo conguaglio IMU da applicare ai Comuni con delibere tardive.


Il nuovo testo ha concesso ai Comuni una proroga per la pubblicazione delle delibere sulle aliquote e sui regolamenti IMU. Questa estensione permette agli enti locali di inserire i provvedimenti nel portale del Federalismo fiscale oltre i termini ordinari previsti dall’articolo 1, commi 762 e 767, della legge n. 160 del 2019.

Tuttavia questo differimento non è esente da effetti sui tributi locali: scopriamone di più.

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Nel Milleproroghe 2025 spunta il conguaglio IMU per delibere tardive

In pratica per gli immobili situati nei Comuni che abbiano trasmesso le delibere oltre i tempi stabiliti, ma comunque entro il 30 novembre 2024, scatta l’obbligo di versare un conguaglio IMU. Questo adeguamento è necessario perché, a causa della proroga, le delibere tardive non sono state disponibili in tempo utile per il calcolo dell’IMU ordinario. Di conseguenza, i contribuenti hanno effettuato il versamento dell’imposta sulla base delle aliquote dell’anno precedente o, in assenza di variazioni, su quelle applicate in via provvisoria. La pubblicazione ritardata delle delibere comporta quindi la necessità di ricalcolare l’imposta effettivamente dovuta, determinando un’eventuale differenza da saldare o, in alcuni casi, un credito da recuperare.

Il saldo dovrà essere corrisposto entro il 28 febbraio 2025, a condizione che le delibere siano pubblicamente accessibili almeno dal 7 febbraio dello stesso anno. Questo significa che i contribuenti dovranno verificare se il proprio Comune ha aggiornato le aliquote e, in caso affermativo, adeguare il pagamento. Qualora l’aggiornamento delle aliquote comporti un incremento dell’imposta dovuta, i contribuenti saranno tenuti a versare la differenza entro la scadenza stabilita, evitando così possibili sanzioni o interessi per omesso o insufficiente versamento.

Per coloro che, in base alle nuove aliquote, risulteranno aver pagato in eccesso rispetto all’imposta effettivamente dovuta, sarà possibile richiedere un rimborso. La procedura per ottenere il rimborso seguirà le modalità previste dalla normativa vigente, generalmente attraverso una richiesta formale al Comune di riferimento, che dovrà verificare l’importo versato e procedere al rimborso nei tempi stabiliti dalla legge. È quindi fondamentale che i contribuenti interessati monitorino le pubblicazioni delle delibere comunali e si attivino tempestivamente per regolarizzare la propria posizione fiscale.

Quali sono gli effetti del conguaglio sui contribuenti?

I proprietari di immobili in questi Comuni avranno inizialmente pagato l’IMU sulla base delle aliquote dell’anno precedente o di quelle provvisorie. Quando le nuove aliquote diventeranno ufficiali, potrebbe emergere una differenza tra l’importo già versato e quello effettivamente dovuto. Questo scostamento può comportare sia un conguaglio a debito (se l’aliquota è aumentata) sia un credito a favore del contribuente (se l’aliquota è diminuita).

Ecco i principali effetti sui contribuenti;

  1. Obbligo di pagamento di una differenza: se il Comune ha aumentato le aliquote rispetto all’anno precedente, i contribuenti dovranno versare un importo aggiuntivo rispetto a quanto già pagato. Il saldo dovrà essere corrisposto entro il 28 febbraio 2025, evitando così sanzioni e interessi per mancato o insufficiente pagamento.

  2. Possibile diritto al rimborso: se, al contrario, le aliquote stabilite con la delibera tardiva sono inferiori a quelle provvisorie applicate, il contribuente avrà versato più del dovuto. In questo caso, sarà possibile richiedere un rimborso al Comune secondo le procedure previste dalla normativa vigente.

  3. Maggiore incertezza fiscale: il ritardo nella pubblicazione delle delibere costringe i contribuenti a monitorare attentamente gli aggiornamenti pubblicati sul portale del Federalismo fiscale per verificare se la propria posizione debba essere regolarizzata. Questo può generare confusione e aumentare il rischio di errori nei pagamenti.

  4. Possibili ritardi nei rimborsi: sebbene la normativa preveda la possibilità di recuperare somme versate in eccesso, i tempi di rimborso possono variare da Comune a Comune, con possibili disagi per i contribuenti che hanno effettuato un pagamento superiore al dovuto.

  5. Necessità di un nuovo calcolo dell’IMU: i proprietari di immobili dovranno ricalcolare l’imposta dovuta sulla base delle aliquote definitive pubblicate dal Comune. Questo può comportare un ulteriore onere amministrativo, soprattutto per chi possiede più immobili o deve gestire pratiche per conto di aziende o enti.



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