“Stop al 110% necessario. Fermare lo spopolamento”

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Senatore Guido Castelli, commissario alla ricostruzione post sisma, inizio citandola: “Temo di ricostruire case che non abiterà nessuno”. Sono parole sue.

“Vero, ma è una sintesi giornalistica che vorrei precisare”.

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“La mia paura è che la crisi demografica che per vari motivi affligge le aree interne, specie quelle del cratere, se non contrastata, rischi di portarci a ricostruire case antisismiche dove non abiterà più nessuno, perché nessuno vorrà vivere in quei luoghi. La sfida della ricostruzione e della strategia di rigenerazione del cratere è tutta qui: fermare lo spopolamento”.

D’accordo, ma come?

“Glielo dico in due parole: sicurezza e attrattività. Ecco i nostri obiettivi. Sono le condizioni minime perché la gente possa continuare (o tornare) a vivere nelle cosiddette aree interne”.

Ricostruire non basta più.

“Ha ragione e le do un dato. Dopo anni di crisi demografica, il cratere – ottomila chilometri quadrati in quattro regioni, più grande dell’Olanda – è composto così: 70% di superfici boscate, attività agricole e zootecniche per il 25%, 5% di superfici urbanizzate. Non è un dettaglio. Sarebbe assurdo dedicarci solo a queste ultime. Tanto più che fenomeni di spopolamento e abbandono del suolo hanno reso l’Appennino più debole e fragile. Il rischio a ogni evento calamitoso è di piangere vittime provocate anche da questa condizione di estrema fragilità”.

Attrattività, dice lei. Parliamo di lavoro. Con la legge di bilancio è stata introdotta la cumulabilità di Industria 5.0 con agevolazioni del piano Next Appennino. Immagino una buona notizia.

“Altroché. Industria 5.0 è una delle misure del Pnrr cui il governo sta dedicando più attenzione. La faccio semplice e diretta: con questo meccanismo si può arrivare alla copertura del 100% con credito d’imposta per investimenti in economia circolare, innovazione, efficientamento energetico e così via. Le politiche industriali pubbliche possono accompagnare il rilancio economico del cratere”.

E lo stop al Superbonus che tipo di notizia è per i terremotati? Buona o cattiva?

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“Necessaria. Preciso a beneficio di tutti: usufruire del Superbonus è stato legittimo e possibile già per tre anni. E ancora: la nostra è una ricostruzione che si occupa di tutto, anche di seconde e di terze case, ma deve essere una ricostruzione a costi ragionevoli. Lo sottolineo. E ora le cito io don Milani: non c’è ingiustizia più grande che fare parti uguali tra diversi”.

A quale proposito?

“In cabina di coordinamento abbiamo varato l’aumento del contributo parametrico (per la ricostruzione privata, ndr) e la revisione delle maggiorazioni già previste dal Testo unico. Il fine: compensare, almeno in parte, la fine delle agevolazioni derivanti dalla combinazione tra Superbonus e contributo per la ricostruzione, garantendo la continuità dei cantieri ed evitando accolli per i terremotati. Ma attenzione: le maggiorazioni sono state cucite sulle situazioni che generano maggiori costi di costruzione. Non diamo aumenti a tutti, ed ecco don Milani, ma presidiamo le situazioni in cui ci sono maggiore necessità di acciaio e spese più consistenti: mi riferisco al cratere ristretto, alle zone dove c’è maggiore amplificazione sismica o alle casistiche in cui obiettivamente il contributo era inadeguato, ad esempio gli alberghi”.

Di recente lei ha parlato del rischio di infiltrazioni mafiose.

“In audizione in commissione antimafia ho spiegato le misure che presidiano la ricostruzione da appetiti criminali (e nei giorni scorsi ho incontrato il ministro Piantedosi). Sono il costo da pagare per proteggere la qualità del territorio nel momento in cui si mobilitano capitali consistenti, specie dopo la fine del Superbonus. Abbiamo una anagrafe dei professionisti e delle ditte e c’è il durc di congruità: ogni volta che una ditta chiede lo stato di avanzamento e la liquidazione dei lavori verifichiamo che sia in regola col pagamento dei contributi e se il saldo corrisponde effettivamente a quanto fatto. La misura più innovativa è il badge di cantiere”.

Si aspettava da tempo.

“Lo abbiamo introdotto con un’ordinanza divenuta operativa di recente. Previsto dal 2016, ci consentirà di sapere chi lavora in ciascuno dei 10mila cantieri del cratere. Sappiamo che la malavita si infiltra attraverso il lavoro nero, per sfruttare gente e pulire denaro. Ecco, la misura ci permette di visualizzare la consistenza delle squadre che lavorano nei cantieri. Ma non vogliamo sia percepita come orpello burocratico, perciò abbiamo previsto un’introduzione modulare. Cominciamo dai lavori di importo superiore a 500mila euro, tra dodici mesi la estenderemo agli interventi di importo superiore a 150mila euro e a tutti cantieri tra un anno e mezzo”.

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Lo stabilimento Beko di Comunanza è salvo. La chiusura sarebbe stata una mazzata.

“Notizia importante per i lavoratori, il Piceno e l’Appennino, frutto dell’azione di ministro Urso e governo. La salvaguardia di realtà produttive importanti, di lavoro e indotto contribuisce in modo determinante al percorso di riparazione e rinascita”.

Infrastrutture. A che punto siamo?

“L’accordo strategico con Anas per la sistemazione del reticolo viario rischiava di bloccarsi per l’aumento dei costi. Così abbiamo stanziato altri 146 milioni per finanziare 178 interventi. L’operazione va di pari passo col piano Revita, che riguarda la grande viabilità, muove lavori per due miliardi e 200 milioni e si prefigge di collegare attraverso la Pedemontana Fabriano con Ascoli, ma anche Ascoli con Amatrice (Salaria), Norcia (Valnerina) e L’Aquila. Servono connessioni viarie e digitali. Abbiamo stanziato 22 milioni per finanziare quattro data center. Vogliamo creare un sistema in cui la digitalizzazione possa trovare possibilità di sviluppo”.

Sul Green Deal europeo ha espresso posizioni critiche.

“Guardo con preoccupazione a misure che sembrano sfavorire la presenza dell’uomo nell’ambiente, ad esempio al Restoration Law. Mi preoccupa perché invita all’abbandono della natura. Magari può essere buono per l’Europa del nord, ma qui c’è la necessità opposta, abbiamo bisogno di tenere l’uomo nella natura. Prenda la piana di Castelluccio e i suoi splendidi colori, frutto della semina delle piante di lenticchie. I roditori si nutrono di lenticchie e l’aquila reale mangia i roditori. Capisce? Senza contadino non c’è l’aquila reale e la biodiversità è il risultato di una natura artificiata, come diceva Leopardi. L’uomo deve essere considerato parte della soluzione, non il problema. L’ambientalismo combatte l’abbandono del territorio, non lo favorisce”.

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Le opposizioni accusano il governo di avere sottratto 90 milioni alla ricostruzione. Per il Pd, l’odg votato alla Camera (Giorgianni) non fissa paletti finanziari, né restituisce lo “scippo”. Che cosa risponde?

“Polemica pretestuosa ma comprensibile: nei prossimi mesi si vota nelle Marche e la tentazione di strumentalizzare la ricostruzione a fini elettorali, almeno per qualcuno, è ghiotta. Ma la situazione è chiara: nessuno perde niente. L’avvio della ricostruzione ad Ancona e Umbertide sarà garantita per i primi due anni da un’anticipazione (30 milioni per il 2025 e 60 per il 2026) a carico della contabilità 2016. Il governo restituirà alla contabilità 2016 i 90 milioni anticipati, rispettivamente nel 2027 e 2028. Abbiamo cassa in abbondanza e questa anticipazione consente di soddisfare i diritti dei terremotati di Umbertide e Ancona senza penalizzazione per nessuno. Detto questo, stiamo per programmare un nuovo piano per le opere pubbliche di importo superiore al mezzo miliardo di euro. Questi i fatti, tutto il resto è noia”.



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