Jacinta Allan: “Ci saranno decisioni difficili da prendere”.
MELBOURNE – In base a una verifica del Revisore generale, il costo dei 113 maggiori progetti infrastrutturali in via di costruzione nel Victoria è aumentato di $11,7 miliardi nell’ultimo anno, mettendo quindi in discussione l’impegno del governo Allan di ridurre la spesa pubblica in vista di un’altra manovra di bilancio complicata per lo Stato.
Il ministro delle Infrastrutture Gabrielle Williams ha affermato che il Revisore nella sua valutazione ha usato “metodologie datate e inadeguate per creare un grossolano travisamento della realtà”, ma forse è proprio per la nuova esplosione dei costi che la premier Jacinta Allan la settimana scorsa ha annunciato una revisione del pubblico ufficio, mettendo in subbuglio tutte le agenzie governative, con fonti ben informate che hanno detto che fino a 6.500 posti di lavoro sarebbero a rischio.
“Ci saranno delle decisioni difficili da prendere, che sono importanti per garantire che ogni centesimo dei contribuenti vada a beneficio delle comunità del Victoria”, ha detto Allan.
Il ministro del Tesoro Jaclyn Symes ha parlato di un taglio di 3.000 posti di lavoro nel settore pubblico, dopo un’impennata di $3 miliardi nei costi salariali.
Fonti del settore pubblico hanno segnalato che l’intenzione del governo è ridurre del 12,5% la forza lavoro di 55.000 unità, potenzialmente più di 6.500 posizioni. I tagli non interesseranno servizi di assistenza diretta, incluse le posizioni negli uffici ministeriali.
Symes ha detto che la revisione servirà a “identificare duplicazioni di servizi e inefficienze”, e i programmi non più necessari.
L’ex segretaria del dipartimento del Premier nei governi Brumby e Baillieu, Helen Silver, presiederà la revisione e presenterà un rapporto al governo entro giugno.
Il ministro ombra responsabile per le Innovazioni nel settore pubblico, Brad Rowswell, ha detto che “dopo un decennio di sperperi, esplosione dei costi, malamministrazione ed eccessiva crescita del pubblico ufficio, i laburisti pretendono di interessarsi a ottimizzare l’uso del denaro pubblico”. “Questa cosiddetta ‘revisione’ non servirà a nulla se non considererà l’opportunità della trasformazione digitale del servizio pubblico”, ha aggiunto Rowswell.
La crescita del pubblico ufficio nel Victoria è stata superiore a quella nel NSW, Queensland e Western Australia, e anche all’aumento di popolazione dello Stato.
I costi dei salari sono quasi raddoppiati da quando i laburisti governano a Spring Street, da $418,8 miliardi a $37,52 miliardi in quest’anno finanziario. Nel 2023 il governo aveva annunciato la riduzione di 5.000 posti di lavoro nel settore pubblico, ma il numero di dipendenti è invece tra il 2023 e il 2024, da 54.760 a 54.839.
Fonti ben informate hanno segnalato che la spirale di aumenti dei costi salariali sta seriamente impensierendo il governo il cui debito raggiungerà quota $188 miliardi entro il 2028.
Le agenzie di rating Moody’s e S&P Ratings hanno ripetutamente fatto sapere che il Victoria rischia un dannoso declassamento, che provocherebbe un aumento degli interessi sul denaro preso a prestito, se non riuscirà a limitare la spesa.
Il ministro del Tesoro non ha escluso nuove tasse o l’aumento di imposte esistenti nella sua prima manovra di bilancio, ma ha enfatizzato l’impegno a ridurre la pressione per il carovita sulle famiglie.
La segretaria del sindacato del servizio pubblico, Karen Batt, ha detto che il governo ha speso milioni di dollari per consulenze esterne del Nous Group e Deloitte, per revisioni sull’efficienza, al fine di limitare le spese e ridurre posti di lavoro.
Batt ha segnalato che la ventilata campagna di esuberi nel settore pubblico avrà ricadute politiche per il governo Allan, dopo la risicatissima vittoria alle elezioni suppletive a Werribee, precedentemente una roccaforte laburista: “Mi era sembrato di aver capito che il governo aveva appreso la lezione di Werribee”, ha detto.
Il laburista John Lister si è aggiudicato il seggio con il 50,71 voti, suscitando la reazione della premier Jacinta Allan, che ha detto di aver sentito “forte e chiara” la voce dell’elettorato.
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