Non è la più bella o la più veloce delle “bix six”, ossia delle “rosse” top di gamma in serie limitata, vetrine tecnologiche della casa emiliana, ma la Ferrari F50 ha un fascino conturbante. Per quel che mi riguarda la adoro. Certo, non ha lo stesso appeal della F40, di cui ha preso idealmente il posto, ma seduce in modo incredibile. Nessuna vettura del “cavallino rampante”, poi, ha avuto un rapporto più stretto del suo con le monoposto di Formula 1.
Torneremo più avanti sull’argomento, perché prima devo dare un senso a questo articolo, pubblicato in quanto un esemplare della specie, nato nel 1996, viene offerto alla tentazione dei potenziali acquirenti, che potranno contendersi la vettura con telaio 105768 nella vendita all’asta di Miami, organizzata dagli specialisti di RM Sotheby’s. La data da segnare in agenda è quella di venerdì 28 febbraio.
Ovviamente, per accarezzare l’idea dello shopping bisogna disporre di finanze particolarmente robuste. Qui non c’è spazio per i sognatori squattrinati: le stime della vigilia si muovono in un ventaglio da 5.5 a 6.5 milioni di euro. Siamo ben oltre le quotazioni medie del modello, ma a suo favore gioca la percorrenza, davvero minima, che fa la differenza: da nuova questa Ferrari F50 ha accumulato appena 2.174 chilometri. Possiamo dire che è praticamente “vergine”.
Siamo in presenza di una supercar perfettamente conservata, che gratifica in tutte le dimensioni sensoriali. La carrozzeria è nel classico Rosso Corsa, con interni in nero e rosso: il mix tipico del modello. Poi c’è la certificazione Ferrari Classiche, con Red Book: un ulteriore plus. Inizialmente l’auto di cui ci stiamo occupando fu consegnata a un cliente di Monte Carlo, collezionista di opere d’arte a quattro ruote.
Nell’asta di Miami, qualche facoltoso appassionato avrà la possibilità di assicurarsi la vettura, che è uno degli esemplari meno usati e più autentici di Ferrari F50, entrando così nel mondo delle “Big Six” o rafforzando la raccolta di questa serie, composta insieme a lei dalle GTO, F50, Enzo, LaFerrari ed F80. A passare di mano, nel corso dell’asta statunitense, sarà il 154° dei 349 gioielli della specie costruiti.
Sapientemente curata nel corso degli anni, questa “belva” brilla ancora oggi col suo fascino stellare. Al momento si trova a Coral Gables, in Florida, nelle mani dell’attuale owner. Presto dovrebbe averne un altro, pronto a concedersi le scariche di adrenalina di matrice analogica regalate dalla meravigliosa “rossa”, nata per celebrare, con due anni di anticipo, il mezzo secolo di vita della casa di Maranello.
La Ferrari F50 fa pulsare il cuore a 10 mila battiti al minuto. Roba di un altro pianeta rispetto alle asettiche hypercar amate dagli elettrofili, che sembrano strappate dalla pista della Polistil. Qui tutto batte al ritmo delle emozioni più belle, secondo la filosofia del “cavallino rampante”. Il compito della spinta è affidato a un motore V12 aspirato da 4.7 litri di cilindrata, derivato da quello della 640 F1 del 1989, che eroga 520 cavalli di potenza massima a 8500 giri al minuto, con una coppia massima di 471 Nm a 6500 giri al minuto.
L’unità propulsiva, insieme alla trasmissione, svolge una funzione portante, ed è imbullonata a una monoscocca in fibra di carbonio, in una tela che discende da quella della monoposto da Gran Premio del 1991. Anche le sospensioni push-rod sono imparentate con quelle del Circus. Sublime il suo comportamento dinamico, che appaga i palati più raffinati. I proprietari la considerano una supercar straordinariamente appagante nella guida, con il suo comportamento da prima della classe.
Di riferimento anche il piacere sensoriale, solo in parte rappresentato dalle cifre prestazionali, che riporto per dovere di cronaca: accelerazione da 0 a 100 km/h in 3.87 secondi e da 0 a 1000 metri in 21.7 secondi, velocità massima di 325 km/h. Questa verve della Ferrari F50 è accompagnata da musicalità meccaniche della miglior specie, che si fissano in modo perenne nel cuore, dove guadagnano uno spazio centrale. Sublimi anche le linee disegnate da Pietro Camardella per Pininfarina, che raggiungono il massimo splendore nella versione aperta. In questa veste, la “rossa” in esame sembra un prototipo scappato dalla pista di Daytona, ma con classe da vendere. Chapeau!
Fonte | RM Sotheby’s
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