“L’Altra Toscana” ed i suoi territori da conoscere e da scoprire, alla prova del bicchiere

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 


Con il 40% delle produzione vitivinicola regionale rappresentato in seno all’associazione, “L’Altra Toscana”, guidata da Francesco Mazzei, racconta con autorevolezza i territori più “nascosti” della regione: quelli meno conosciuti al grande pubblico o ridotti nelle dimensioni, dove però la vite si coltiva da secoli e dove storici produttori locali lavorano al fianco di marchi blasonati. “L’Altra Toscana” è nata nel novembre 2021 e rappresenta denominazioni e consorzi a cui è stata dedicata la penultima giornata delle “Anteprime di Toscana” 2025, ieri, al Palazzo degli Affari di Firenze. Presenti i produttori e quasi 300 vini in assaggio di 8 consorzi (e relative 13 denominazioni a Dop e Igp) riuniti nell’associazione, quali Maremma Toscana, Montecucco, Cortona, Chianti Rufina, Terre di Casole, Suvereto e Val di Cornia, Carmignano e la grande Toscana Igt.
Quest’ultima, notizia di ieri, rappresenterà d’ora in avanti anche l’Igt Costa Toscana, denominazione che coinvolge la fascia costiera nelle province di Massa, Lucca, Pisa, Livorno e Grosseto (che si aggiungono a quelle di Firenze, Pistoia, Prato e Siena dell’Igt Toscana), per 1.500 ettari vitati, 5 milioni di bottiglie e 64 produttori, con un esempio di quel “fare squadra” che piace anche alla Regione Toscana, con l’Assessore all’Agricoltura e vicepresidente Stefania Saccardi che, ha spiegato a WineNews, spera sia l’inizio di un percorso più ampio, che coinvolga sempre più attori territoriali.
Guardando ai numeri che raccontano questi territori e denominazioni, il Consorzio Vino Toscana, riconosciuto nel 2023 e guidato dal presidente Cesare Cecchi e dal direttore Stefano Campatelli, raccoglie sotto l’Igt Toscana 390 soci (che diventano 1.600 considerando i viticoltori afferenti alle cooperative) e 15.000 ettari di vigneto, un dato in crescita negli ultimi anni, segno che sempre più produttori credono nel marchio. Nel 2024 ha prodotto 89 milioni di bottiglie certificate – che per il 69% vengono esportate – per un valore alla produzione di 500 milioni di euro, grazie anche al fatto che il 40% delle bottiglie commercializzate ha un prezzo di vendita rilevante rispetto alle altre denominazioni regionali e nazionali. In merito al mercato in difficoltà, la contrazione del 2024 sul 2023 è stata del 1%.
Il Consorzio Vini Maremma Toscana, guidato dallo stesso Francesco Mazzei, è invece nato 11 anni fa, nel 2014, su iniziativa di 9 produttori, che hanno ottenuto il riconoscimento ministeriale l’anno successivo. Oggi i produttori associati sono diventati 473, mentre quelli che rivendicano vini a Doc Maremma sono 950 con 2.565 ettari iscritti (+218 ettari sul 2024), contro un potenziale viticolo dell’intera Provincia di Grosseto pari a 9.400 ettari: il 44% di questi – quindi circa 4.200 ettari – è a conduzione biologica o in conversione. Nel 2024 la produzione di uva rivendicata è cresciuta del 38,8% sul 2023 (oltre 184.600 quintali contro i 140.100 del 2023), mentre la produzione dell’imbottigliato è cresciuta del 8,1% (55.923 ettolitri contro i 51.709 ettolitri del 2023); crescite accompagnate da un aumento del prezzo medio del 3%. Secondo Mazzei, la produzione del 2024 si è chiusa con 7,5 milioni di bottiglie, con una crescente attenzione verso la denominazione, trainata soprattutto dal Vermentino, dato l’interesse che i consumatori stanno rivolgendo da qualche anno sempre più verso i vini bianchi.
Sono 25, invece, gli anni che festeggia il Consorzio Vini Montecucco nel 2025: fondato, infatti, nel 2000, ha visto approvare la Doc Montecucco nel 1998 e la Docg Montecucco nel 2011. La denominazione – che si estende sulle pendici del Monte Amiata verso il Mar Tirreno ed è guidata da Giovan Battista Basile – conta oggi su 65 soci: un numero stabile nell’ultimo lustro, con un centinaio di aziende che rivendicano i propri vini sotto la denominazione. Il 2024 si è rivelato generoso in termini di produzione, che è aumentata del 41% sull’anno precedente, passando da oltre 12.600 quintali a più di 17.900 quintali di uva. È cresciuto, in questo caso del 10%, anche l’imbottigliato, toccando i 5.500 ettolitri di Doc e Docg, corrispondenti a poco più di 720.000 bottiglie. Sempre il 2024 ha visto nascere il Distretto Biologico del Montecucco, che va così a rafforzare la posizione della Toscana tra i leader nel biologico (con il 37,5% di superficie coltivata bio): la percentuale di superficie agricola biologica in Montecucco supera attualmente il 56% della superficie agricola utilizzata e ora 8 aziende del vino la rappresentano nel Biodistretto.
La Denominazione Terre di Casole è stata riconosciuta ufficialmente nel 2007, per caratterizzare, valorizzare e tutelare la produzione vitivinicola del territorio del Comune di Casole d’Elsa in Provincia di Siena. È un territorio piccolino che conta 10 iscritti al Consorzio Terre Casole d’Elsa, ma ha una tradizione vitivinicola millenaria, risalente agli etruschi. La denominazione si estende a Ovest della città di Siena, oltre alla Montagnola Senese, fino ai confini della Provincia di Pisa a Ovest, ed a Radicondoli verso Sud. Il territorio è morfologicamente variegato, per i suoli che contiene e per il clima protetto dai rilievi adiacenti. Un paesaggio prevalentemente collinare, che raggiunge i 400 metri di altezza e che vede convivere in equilibrio vigneti, boschi, oliveti, prati e pascoli. “Credo si possa affermare che il territorio di Casole d’Elsa è 100% coltivato in biologico. E la produzione vitivinicola non fa eccezione”, sostiene il presidente del Consorzio Paolo Caciorgna, soddisfatto anche dell’annata 2024 che “finalmente è tornata ai livelli standard in termini di quantità, molto espressiva delle caratteristiche varietali, con punte qualitative eccellenti”.
Il Consorzio Vini Cortona, oggi presieduto da Stefano Amerighi, è nato nel 2000 su iniziativa di pochi produttori per cercare di valorizzare un territorio e un vitigno ancora poco conosciuti anche tra gli appassionati. Una enclave francese, una sorta di Valle del Rodano in terra Toscana, dove domina un vitigno insolito a queste latitudini: il Syrah. Attualmente le aziende produttrici sono circa 60 e le vigne iscritte alla denominazione coprono una superficie attorno ai 500 ettari, per una produzione che si attesta sulle 500.000 bottiglie: il vino da Syrah ne copre circa il 70%. Chi abbia introdotto questo vitigno in zona Cortona non è certo: si pensa che uno dei primi a portarla sia stato il Conte di Montecarlo di Lucca, nei primi del Novecento, di ritorno da un viaggio in Francia. Le prime testimonianze recenti di Syrah utilizzato a Cortona per produrre vini di qualità risale, invece, agli anni Sessanta, quando alcune aziende private, trovandone traccia nei propri vigneti, decisero di coltivarlo e di sviluppare delle indagini intorno alla sua origine genomica, con l’aiuto dell’Università di Milano.
Diversi ritrovamenti, ancora, testimoniano che a Carmignano si produceva vino fin dai tempi dei romani e degli etruschi. Inoltre Carmignano può essere orgogliosa di essere stata scelta dal Granduca Cosimo III de’ Medici, come una delle quattro zone a vocazione viticola del Granducato di Toscana, con un Bando del 1716 che costituiva di fatto la prima “Doc” esistente al mondo. La denominazione e il relativo Consorzio Vini Carmignano è tra le più piccole d’Italia, con circa 250 ettari a vigneto (370 considerando anche le Igp). Qui la presenza di Cabernet Sauvignon e Franc varia dal 10 al 20%, del Sangiovese dal 50 al 90%. La Docg comprende, inoltre, la Doc Barco Reale, nelle tipologie Rosato Vin Ruspo e Rosso, e il Vin Santo di Carmignano. Il Consorzio è stato riconosciuto nel 2016 ed è presieduto da Fabrizio Pratesi.
Il Consorzio Suvereto e Val di Cornia, nasce sulla spinta di una rinnovata voglia di comunità manifestata dalla filiera vitivinicola locale. Partendo da una rete di imprese organizzatasi a Suvereto durante il periodo pandemico, le oltre 20 cantine aderenti hanno deciso di compiere un ulteriore passo in avanti, costituendosi in Consorzio nel 2021, presieduto da Daniele Petricci. La Val di Cornia è una pianura alluvionale che si caratterizza per essere l’anello di congiunzione tra il mare e le Colline Metallifere, tra la Maremma pisana e la Maremma grossetana. Un luogo dove la produzione di vini internazionali fatti con uvaggi bordolesi ha trovato casa insieme ai vini ottenuti con vitigni autoctoni: dove Sangiovese, Vermentino, Trebbiano, Ansonica, Aleatico e Clairette, convivono in condizioni ideali assieme ai vitigni di origine francese del Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Syrah e Viognier.
Infine, il Consorzio Chianti Rùfina, il “Chianti più alto”, ce ha ottenuto la sottozona come Doc nel 1967 e come Docg nel 1984. Oltre ad essere la più alta, quella di Rùfina (posta a 20 chilometri da Firenze, verso Nord-Ovest) è anche la più piccola tra le sette specificazioni del Chianti: occupa una superficie di 12.483 ettari, con 750 ettari iscritti all’Albo (destinati a diventare circa 1.000), con una produzione attorno ai 27.000 ettolitri, corrispondenti a 3,5 milioni di bottiglie sul mercato ogni anno. Ventidue sono i produttori che rivendicano la denominazione, mentre sono 20 gli associati al Consorzio fondato nel 1980 e presieduto attualmente da Federico Giuntini. Nel 2018 è stato introdotto il marchio volontario Terrælectae, utilizzabile solo in relazione ai vini Chianti Rùfina Riserva composti per il 100% da Sangiovese e con la menzione di “Vigna” o “Vigneto” in etichetta.
È un percorso davvero variegato nell’enologia Toscana quello che affrontano le papille gustative in questi assaggi tra bianchi, rossi, rosati e passiti, vitigni internazionali e locali e annate diverse. Ecco, allora, le etichette rimarchevoli assaggiate dalla staff di WineNews tra quelle presenti.

Toscana Igt
Prima Pietra, Toscana Rosso Permassimo 2021
Dal sorso pieno e carnoso, molto saporito, spiccano fiori e frutta nera, sapidità e calore.
Petra, Toscana Rosso Petra 2021
Si imprime a lungo sulla lingua, con la dolcezza del calore, la gentilezza dei fiori, la freschezza balsamica.
Tenuta Monteti, Toscana Rosso Caburnio 2020
Prevalgono le tonalità rosse di ematico, melograno e arancia rossa in questo rosso dai tannini fini.
Tenuta Buon Tempo, Toscana Sangiovese La Furba 2023
Un Sangiovese sanguigno, ma aperto, dalla freschezza fruttata e dalla pulizia vegetale.

Maremma Toscana
Podere San Cristoforo, Maremma Toscana Petit Verdot 2022
Profondo e violaceo, rivela dolcezza succosa e aderenza vegetale della susina rossa e della sua buccia.
Le Mortelle, Maremma Toscana Rosso Poggio alle Nane 2022
China, pepe verde, mora e foglia di pomodoro: toni dolci e vegetali in un sorso fine e scuro.
Sassotondo, Maremma Toscana Ciliegiolo Vigna San Lorenzo 2021
Vino materico e dolce, dall’aderenza succosa di visciola e sapida, persistente in bocca.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Montecucco
Montenero Winery, Montecucco Sangiovese 2020
Un vino chiaro e ricco di polpa rossa, caratterizzato da stratificazioni dolci, sapide e vegetali.
Villa Patrizia, Montecucco Sangiovese Istrice 2021
Vino dalle tonalità più scure, che rivela complessità sia aromatica che strutturale.
Peteglia, Montecucco Sangiovese Riserva 2019
Fiori essiccati, prugna e cenni mentolati, si aprono ad un sorso dalla spiccata freschezza agrumata.

Terre di Casole
Caciorgna, Terre di Casole Sangiovese Alberaia 2022
Vino aperto, fresco e accogliente, profumato di fragola, basilico, ribes rossi e ricordi ematici.

Cortona
Stefano Amerighi, Cortona Rosso Apice 2021
Materico e vinoso, ha un’aderenza polposa su cui pepe e fiori rossi dialogano animatamente.
Baldetti, Cortona Syrah Crano 2021
Un naso rosso e chiaro di piccole bacche e pepe bianco, un sorso scuro di mora e sottobosco.

Carmignano
Il Sassolo, Barco Reale di Carmignano Rosso 2024
Vino carnoso, minuto e ben ricamato nei toni speziati, di macchia mediterranea, fiori e frutti rossi.
Tenuta Ceri, Barco Reale di Carmignano Rosso Barbocchio 2024
Ribes rossi, arancia rossa e mirto, per un sorso fresco e sapido che chiude su tonalità floreali.

Suvereto e Val di Cornia
Bulichella, Suvereto Cabernet Sauvignon Coldipetrerosse 2019
Tonalità severe e dolci si alternano in un vino intenso, di frutta nera e cenni vegetali.

Vini bianchi di varie denominazioni
Tenuta Moraia, Maremma Toscana Bianco Riserva Albus 2023
Vino ispido e intenso, morbido e luminoso, intenso di note di limone, melone bianco e nepitella.
Collemassari, Motecucco Vermentino Irisse 2023
Fiori di biancospino, ananas e cenni erbacei danno profondità ad un sorso molto sapido e balsamico.
Le Pianore, Toscana Bianco Zancona 2022
Stratificato di pietra focaia, camomilla e balsami gentili, si trasforma fine e floreale in bocca.
Tenuta di Capezzana, Vin Santo di Carmignano Riserva 2017
Ci vorrebbero molte righe per elencare l’eccezionale complessità di un vino che non smette di stupire ad ogni annata, e che lascia al palato molte più sensazioni fresche che morbide.


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall’archivio di WineNews – Tutti i diritti riservati – Copyright © 2000/2025

Richiedi prestito online

Procedura celere

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link