200 giovani a bordo della nave “Bel Espoir” per “spegnere il fuoco della guerra e accendere la fraternità”

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Si chiama “MED-25 Bel Espoir” la nave che salperà il 1° marzo da Barcellona con 200 giovani di diverse nazionalità, culture e religioni. Per otto mesi attraverserà il Mediterraneo, ispirandosi al pensiero di Giorgio La Pira e agli incontri di Bari, Firenze e Marsiglia

(Foto Siciliani – Gennari/SIR)

“Costruire una cultura del dialogo e della pace. L’attualità internazionale ci obbliga in qualche modo a fare questo lavoro, e cioè spegnere il fuoco della guerra e illuminare il fuoco dell’amicizia, della fraternità e della giustizia”. Con queste parole il cardinale Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia, ha presentato in Vaticano alla stampa la “missione” dell’iniziativa “Med 25 Odyssey – Bel Espoir”. 200 giovani di tutte le nazionalità, culture e religioni provenienti dalle cinque rive del Mediterraneo (Nord Africa, Medio Oriente, Mar Nero ed Egeo, Balcani ed Europa) salperanno il 1 marzo da Barcellona a bordo di una nave a tre alberi, Le Bel Espoir, e navigheranno nel Mediterraneo per otto mesi, da marzo a ottobre 2025, divisi in otto gruppi di venticinque persone.

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(foto Sir)

Il card. Aveline ha detto che il Papa tiene molto a questo progetto soprattutto alla luce di quello che sta succedendo nel Mediterraneo con la speranza che questa nave possa svolgere “un ruolo di laboratorio” per mettersi in ascolto delle sfide che attraversano le cinque sponde di questo Mare. Un progetto – ha sottolineato l’arcivescovo di Marsiglia – che fonda le sue radici nel pensiero e nell’intuizione di Giorgio La Pira e più recentemente negli incontri del Mediterraneo di Bari (2020), di Firenze (2022) e Marsiglia (2023). La novità di questa iniziativa sono i giovani. A bordo della Bel Espoir faranno scalo in una trentina di porti, parteciperanno a sessioni di formazione sul dialogo di pace e vivranno un’esperienza marittima e umana unica. Al loro ritorno a casa, prenderanno “un fermo impegno per la pace”. La nave – ha spiegato l’arcivescovo francese – avrà la missione di mettersi in ascolto “delle ferite dolorose e delle risorse” che emergono nel bacino del Mediterraneo; coinvolgere partner, diocesi e università per promuovere insieme incontri, convegni, festival, progetti; vivere concretamente la sinodalità in questo spazio geografico per contribuire alla fraternità; favorire una cultura del dialogo e della pace.

Mappa di navigazione della “Bel Espoir” (foto sir)

Il “varo” ufficiale della nave avverrà il 1 marzo a Barcellona, “città cosmopolita – ha detto l’arcivescovo card.  Juan José Omella Omella – porto e meta di turismo, crocevia di culture, lingue e religioni diverse ma chiamate tutte e ciascuna a mettersi in dialogo e capirsi”. E’ questo il “messaggio di speranza” che i giovani a bordo della nave vogliono portare ai popoli e ai paesi del Mediterraneo: “possiamo essere diversi ma le nostre diversità – ha detto Omella – possono essere riconosciute, accettate, valorizzate”. “E’ questa fratellanza che permette la costruzione della pace”. Al termine della navigazione, alla luce dei convegni che verranno promossi nelle città portuali di accoglienza e alla luce dell’esperienza vissuta a bordo, sarà redatto un “Libro Azzurro” che sarà consegnato al papa, ai sindaci e ai vescovi delle città del Mediterraneo.

Nel suo intervento, l’arcivescovo di Bari, mons. Giuseppe Satriano, ha ricordato l’incontro dei capi delle Chiese del Medio Oriente che si tenne proprio nella sua città nel 2018. In quella occasione, Papa Francesco pronunciò parole profetiche quando “le guerre oggi in atto non erano ancora scoppiate”: “Non le tregue garantite da muri nè prove di forza – disse in quell’occasione – porteranno la pace ma la volontà di ascolto e di dialogo”. “Questo Mare – ha osservato mons. Satriano – segnato da incontri e da conflitti, da scambi ma anche da tragedie, ha bisogno di un’anima nuova. Questo è il senso profondo di questo percorso che si sta facendo da diversi anni”. “La Chiesa – ha concluso – deve farsi protagonista di un cammino di unità e di riconciliazione Questo è il desiderio profondo del Papa, unendo le sue forze per dare voce agli ultimi e difendere la dignità di ogni essere umano e per testimoniare la bellezza di una comunione che supera le divisioni. L’esperienza della nave sarà una esperienza che dà concretezza a questo desiderio”.





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