La Filiera Pelle di Confindustria Accessori Moda, che comprende circa 10.000 imprese nei settori della calzatura, pelletteria, concia, pellicceria e abbigliamento in pelle, presenta i dati economici del 2024 in occasione dell’inaugurazione di Micam Milano, Mipel, TheOneMilano special by Micam e Lineapelle, che si svolgono a Fiera Milano Rho e sono organizzate dalle associazioni Federate (a cui si aggiunge Milano Fashion & Jewels, organizzata da Fiera Milano).
Il fatturato preconsuntivo stimato delle aziende della Filiera Pelle raggiunge i 30 miliardi di euro, segnando una diminuzione di 2,8 miliardi rispetto al 2023, riflettendo un andamento negativo che coinvolge tutti i settori della filiera.
Export e Import
Nel 2024, l’export ha raggiunto i 25 miliardi di euro, registrando un calo dell’8,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre l’import è sceso a 11,5 miliardi (-4,5% rispetto al 2023). La bilancia commerciale evidenzia un saldo positivo di 13,5 miliardi di euro, a conferma di una congiuntura particolarmente difficile. In questo periodo, la significativa riduzione degli ordinativi, sia nazionali che esteri, dovuta a un contesto economico e geopolitico incerto, ha gravemente influenzato i livelli di attività delle imprese.
Tra i principali mercati di destinazione dei prodotti del settore, all’interno dell’Unione Europea, la Francia ha registrato una flessione dello 0,5% nei primi dieci mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La Germania ha visto un calo dello 0,2%, mentre la Spagna e la Polonia hanno mostrato un incremento del 10,6% per entrambe.
Fuori dall’UE, l’export verso la Svizzera è crollato del 59,1%, a causa della continua scelta logistica dei brand di sostituire i transiti nei depositi elvetici con spedizioni dirette verso i mercati finali di destinazione. Gli Stati Uniti hanno registrato una diminuzione del 3,9%, con un futuro incerto a causa di possibili nuovi dazi annunciati dalla nuova amministrazione. In crescita invece l’export verso il Giappone (+8,8%), Hong Kong (+4,8%) e gli Emirati Arabi (+37,1%). In calo la Corea del Sud (-14,4%) e la Cina (-9,5%).
Occupazione
Le difficoltà del settore si riflettono inevitabilmente sui livelli occupazionali. Dopo un 2023 con un debole (e parziale) recupero (+1,8%), nel 2024 si prevede, secondo i dati di Infocamere-Movimprese, una contrazione di oltre 5.900 unità rispetto a dicembre 2023 (-4,1%), portando la forza lavoro a scendere sotto i 140.000 addetti. I dati confermano anche le informazioni diffuse dall’INPS riguardo al numero di ore di CIG autorizzate nella filiera pelle: nel 2024 (su
base annuale) sono state concesse 36 milioni di ore, con un incremento del +128,2% rispetto ai 15,8 milioni di ore registrati nel 2023. Questo valore risulta più che quadruplicato rispetto al
2019, periodo pre-Covid (+334,1%), e superiore del +21,4% rispetto ai livelli del 2010, durante la crisi economica globale.
Giovanna Ceolini, Presidente di Confindustria Accessori Moda, ha commentato: “La situazione delle imprese del comparto è particolarmente complessa e l’inizio del 2025 non ha ancora mostrato, fino ad oggi, i segnali di ripresa che speravamo. Tuttavia, proprio in questo momento, sentiamo il dovere di mantenere la fiducia: le Fiere che stanno per iniziare rappresentano un’opportunità unica, una vetrina internazionale grazie alla presenza di buyer provenienti da tutto il mondo. Il Made in Italy, come mostrano i dati sull’export, soprattutto in alcuni Paesi, continua ad essere apprezzato e riconosciuto in tutto il mondo, grazie alla qualità, al design e all’eccellenza del nostro saper fare. In questa prospettiva, acquista ancora maggiore importanza l’accordo firmato poche settimane fa con il MAECI, volto a sostenere l’eccellenza e la competitività delle imprese italiane nel mondo. Ci tengo a sottolineare, però, come in una situazione in cui aziende e lavoratori sono estremamente in affanno, sia necessario un supporto da parte del Governo, con interventi strutturati e a lungo termine, per sostenere il comparto ed evitare di perdere manodopera, lavoratori e posti di lavoro. Penso, per esempio, a un’estensione della CIG speciale per il 2025 o a soluzioni che semplifichino l’accesso al credito, fino alla risoluzione della questione del credito d’imposta, che rimane purtroppo ancora aperta. Apprezziamo gli sforzi fatti fino ad oggi, ma non possiamo non evidenziare le difficoltà che stiamo ancora affrontando.
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