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Russia e USA giocano a scacchi sullo scacchiere globale, tra guerra, pressioni economiche e strategie occulte. LโItalia? Oscilla tra fedeltร atlantica e tentazioni russe, senza mai davvero imporsi. Sovranitร o adattamento forzato? Una riflessione sulle ambiguitร della politica italiana.
Le conseguenze della vittoria russa in Ucraina
La vittoria della Russia in Ucraina, se confermata, segna una svolta epocale che va ben oltre il conflitto stesso. Non si tratta soltanto di un successo militare, ma di un evento che ridisegna gli equilibri geopolitici globali e segna la fine dellโunipolarismo statunitense. Le implicazioni di questo scenario sono molteplici e riguardano lโassetto economico, le alleanze internazionali e il futuro dellโOccidente stesso.
Negli ultimi decenni, gli Stati Uniti hanno basato la propria egemonia su un sistema unipolare, incentrato su un dominio economico e militare senza rivali. Tuttavia, la guerra in Ucraina ha mostrato i limiti di questo sistema.
Nonostante il massiccio sostegno economico e militare fornito allโUcraina da parte della NATO e delle โ40 democrazie ben organizzateโ, la Russia ha saputo resistere e infliggere un colpo durissimo alle strategie occidentali. Questo ha sancito la fine di unโepoca: il mondo non รจ piรน dominato da unโunica potenza, ma si avvia verso un assetto multipolare irreversibile.
La sconfitta statunitense, tuttavia, non si limita allโUcraina. Il tentativo di contenere lโascesa della Cina, avviato giร con lโamministrazione Obama nel suo Pivot to Asia e proseguito con la guerra economica di Trump e Biden, si รจ rivelato un fallimento totale.
La Cina, anzichรฉ crollare sotto il peso delle sanzioni e delle tensioni commerciali, ha consolidato la sua posizione di potenza economica e tecnologica globale, rinsaldando i legami con la Russia e altri attori del blocco emergente, come i BRICS.
Le due vie del multipolarismo: scontro o cooperazione?
Se la vittoria russa ha decretato la fine dellโunipolarismo, resta aperta la questione di quale forma prenderร il nuovo ordine globale. Da un lato, gli Stati Uniti โ sotto la nuova amministrazione Trump โ potrebbero tentare di gestire la transizione con una โrivoluzione gattopardescaโ, cercando di mantenere il controllo attraverso una nuova strategia di vassallaggio dei propri alleati. Dallโaltro, la Cina promuove un modello di governance multilaterale che, almeno in teoria, dovrebbe garantire maggiore inclusione e stabilitร .
Trump, in particolare, sembra intenzionato a imporre un multipolarismo imperialista, basato sul rafforzamento dei legami di subordinazione degli alleati e sulla creazione di un equilibrio instabile tra le potenze, simile a quello che ha preceduto le due guerre mondiali.
Per farlo, mira a ridurre il peso dellโEuropa e a concedere alla Russia ampi margini di manovra, nel tentativo di separarla dalla Cina. Questo approccio si traduce in unโulteriore perdita di autonomia per lโUnione Europea, che si troverebbe ancora piรน vincolata alla politica statunitense, sia economicamente (attraverso il dollaro e i dazi) sia strategicamente (con il mantenimento della dipendenza dalla NATO).
Le implicazioni per la Russia: opportunitร e sfide
Per Mosca, la vittoria in Ucraina rappresenta una conquista importante, ma apre anche scenari complessi. La Russia ha consolidato la propria influenza nellโex spazio sovietico e ha dimostrato di poter resistere alle sanzioni occidentali, sviluppando una maggiore autosufficienza economica e rafforzando i legami con la Cina e il Sud globale. Tuttavia, il nuovo equilibrio di potere presenta anche rischi.
Lโeconomia russa, sebbene resiliente, รจ ancora esposta agli effetti delle sanzioni, con unโinflazione superiore al 10% e tassi di interesse che superano il 20%. Inoltre, il crescente peso della Cina nei rapporti commerciali pone Mosca in una posizione di dipendenza che potrebbe diventare problematica nel lungo periodo.
La strategia di Trump, che mira a concedere alla Russia tutto il necessario per allontanarla dalla Cina, potrebbe trovare sponde allโinterno delle รฉlite russe, molte delle quali guardano con interesse al modello occidentale piuttosto che a quello cinese.
LโEuropa: il grande sconfitto?
Se gli Stati Uniti devono fare i conti con la fine della loro egemonia, lโEuropa รจ forse il vero grande sconfitto di questa crisi. Le classi dirigenti europee, incapaci di svincolarsi dal rapporto di subordinazione con Washington, si trovano ora in una posizione di estrema debolezza.
La politica economica dellโUE, giร provata dalle crisi energetiche e finanziarie, rischia di essere ulteriormente compromessa dalle manovre di Trump, che chiede agli alleati di sostenere economicamente il debito USA e di sacrificare lโeuro in favore di strumenti finanziari ancorati al dollaro.
Inoltre, il fallimento delle politiche europee in Ucraina e lโincapacitร di sviluppare una strategia autonoma rendono il continente sempre piรน irrilevante negli equilibri globali.
Lโunica alternativa per lโEuropa sarebbe quella di approfittare della crisi dellโunipolarismo per ridefinire il proprio ruolo, sviluppando una politica estera indipendente e rafforzando i legami con il nuovo blocco multipolare.
Tuttavia, la realtร attuale mostra unโEuropa incapace di svincolarsi dal dogma atlantista, ostaggio di una classe dirigente che preferisce essere vassalla piuttosto che costruire unโalternativa autonoma.
La transizione รจ appena iniziata, e le sue conseguenze si faranno sentire per anni. Ma una cosa รจ certa: il mondo di ieri non tornerร piรน.
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