“Sognare di essere sepolti vivi non giova a nessuno, in quanto perlopiù significa prigione e catene. Ciò che di bello o di brutto è indicato dalla morte, se ci si suicida, sarà causato da noi stessi, mentre, se si viene uccisi da un’altra persona, gli esiti del sogno saranno causati da quest’altra persona.” ‒ “Sognare di morire” di Artemidoro
Ventiduesima puntata della rubrica “Significato dei sogni” nella quale si presenta un estratto del paragrafo Sognare di morire tratto da “Il libro dei sogni” di Artemidoro (Rizzoli, 2006, con introduzione di Giulio Guidorizzi e traduzione e note di Angela Giardino).
Artemidoro (Ἀρτεμίδωρος) nacque ad Efeso circa attorno al 120 e morì dopo il 192. Citò se stesso e fu citato in seguito come Artemidoro di Daldi, lo scrittore e filosofo greco non deve essere confuso con il geografo Artemidoro di Efeso nato nel II secolo a.C. e morto nel I secolo a.C. Si deve immaginare Efeso come una grande città (sulla costa dell’odierna Turchia) importantissima per il commercio ma ancora di più per l’arte e la filosofia, basti ricordare che fu città natale di Eraclito, Ipponate e Senofonte Efesio.
Gli Oneirocritica (Ὀνειροκριτικά da oneiros e critica), ergo “Il libro dei sogni”, rappresentano per noi Occidentali una tra le più antiche e corpose testimonianze dell’arte dell’interpretazione dei sogni. Questa originaria sapienza fu ovviamente oggetto di studio da parte di Sigmund Freud tanto da diventarne punto di riferimento per il suo “L’interpretazione dei sogni”.
Artemidoro, dopo un attento studio di tutto il materiale in circolazione in Asia, Grecia ed Italia degli studiosi di almeno sette secoli precedenti (sono tanti gli autori citati che si incontrano durante la lettura del volume ma dei quali purtroppo non ci è rimasto altro che la menzione del nome), decise di scrivere egli stesso cinque libri sull’importante tematica dedicando i primi tre a Cassio Massimo (si presume il sofista di Tiro, città dell’attuale Libano, di cui conserviamo 41 discorsi) e gli ultimi due a suo figlio omonimo Artemidoro.
49° paragrafo del secondo libro Sognare di morire illustra il significato di varie tipologie di sogni nei quali il soggetto muore, non è presente alcun preambolo, dunque il lettore troverà direttamente le varie caratteristiche. L’estratto che si andrà a leggere comprende anche i paragrafi 50° (Sognare di strangolarsi ed impiccarsi), 51° (Sognare di tagliarsi la gola), 52° (Sognare di essere bruciati vivi), 53° (Sognare di essere crocifissi), 54° (Sognare di combattere contro le belve), 55° (Sognare di scendere nell’Ade).
È importante tenere sempre a mente che alcune tipologie dei sogni, non simili ai nostri, erano invece tipici nell’epoca dell’autore.
Questa differenza di contenuti fa riflettere sulla corrispondenza tra epoca e sogno, società e sogno, essere umano e sogno. Oltre a questo bisogna considerare che duemila anni fa colui che interpretava i sogni svolgeva un mestiere accreditato, chi aveva bisogno di comprendere ciò che aveva visto in sogno non andava da un esponente religioso ma da un professionista che aveva capacità di chiarimento grazie all’esperienza diretta e grazie al rigore dello studio.
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Estratto da 49° Sognare di morire ‒ Oneirocritica di Artemidoro
“Sognare di morire, di essere portati al sepolcro e di essere sepolti predice libertà a uno schiavo che non ricopre incarichi di fiducia: infatti chi è morto non ha padroni e smette di faticare e di servire. Invece, se si tratta di uno schiavo che ricopre incarichi di fiducia, la morte lo priva di quegli incarichi. A un uomo non sposato questo sogno predice il matrimonio, poiché entrambi ‒ matrimonio e morte ‒ sono considerati punti d’arrivo per gli uomini e si indicano sempre l’un l’altra. Perciò sposarsi predice morte agli ammalati, in quanto ad entrambi ‒ sia a chi si sposa sia a chi muore ‒ accadono le stesse cose, ovvero una processione di amici, sia uomini che donne, corone, unguenti, profumi, elenco dei beni. La morte separa chi è sposato dalla moglie e divide e separa gli uni dagli altri soci, amici e fratelli, poiché i morti non hanno relazioni con i vivi né, di contro, i vivi hanno relazioni con i morti.
Questo sogno conduce in un paese straniero chi si trova in patria, giacché chi è morto non rimane più nello stesso posto; inoltre riconduce in patria chi si trova in un paese straniero, poiché chi è morto viene deposto nella terra, che è la patria comune di tutti.
La morte fa vincere gli atleti nei giochi sacri,[1] dal momento che i morti, come i vincitori, sono giunti al punto d’arrivo.
Morire è propizio anche per i letterati e per i padri: infatti i secondi lasceranno come monumento i figli, i primi gli scritti con la loro dottrina.
Inoltre ho osservato che la morte è propizia per chi prova dolore e paura, poiché i morti non provano queste emozioni; è propizia pure per chi ha una causa in corso per questioni di terre e per chi vuole comprare della terra, in quanto i morti sono padroni della terra.
Nelle altre cause, invece, sognare di morire è sfavorevole, perché i morti non agiscono più e sono nelle mani dei vivi. Se una persona malata o sofferente sogna di morire, sarà liberata dalla sofferenza e dalla malattia, giacché i morti non sono sottoposti alle sofferenze né alle malattie.
Non c’è alcuna differenza tra sognare semplicemente di morire e sognare di essere portati al sepolcro o essere sepolti.
Sognare di essere sepolti vivi non giova a nessuno, in quanto perlopiù significa prigione e catene. Ciò che di bello o di brutto è indicato dalla morte, se ci si suicida, sarà causato da noi stessi, mentre, se si viene uccisi da un’altra persona, gli esiti del sogno saranno causati da quest’altra persona. Tutte le morti determinate da una condanna rafforzano gli eventi indicati, sia positivi che negativi. Ma è giusto trattare dei vari tipi di morte caso per caso.
50° Significato di sognare di strangolarsi ed impiccarsi
Strangolarsi e impiccarsi indicano pene e ristrettezze per via di quello che capita a chi si impicca; inoltre significano che non si rimarrà in patria né dove si era quando si è fatto questo sogno, perché chi si è impiccato non ha più i piedi sulla terra e non ha più una sede.
51° Significato di sognare di tagliarsi la gola
Tagliarsi la gola o essere sgozzati da un altro ha lo stesso significato di quello che si è detto prima a proposito della morte, ma realizza gli esiti più velocemente. Essere sacrificati e sgozzati presso l’altare di un dio oppure in pubblico nell’assemblea o nella piazza del mercato è positivo per tutti, ma soprattutto per gli schiavi, in quanto saranno liberi in modo onorevole e illustre.
52° Significato di sognare di essere crocifissi
Essere crocifissi è propizio per tutti i naviganti, perché la croce è fatta di legno e chiodi, come la nave, e perché l’albero della nave con la gabbia è simile a una croce. Questo sogno è propizio anche per un povero, in quanto chi viene crocifisso sta in alto e nutre molti uccelli. Inoltre scopre i segreti: infatti chi viene crocifisso perde le proprie carni. A un uomo non sposato predice nozze per via dei legami, ma non si tratta di nozze molto vantaggiose; lo stesso discorso vale anche per le amicizie e le società. Questo sogno libera gli schiavi, poiché chi viene crocifisso non è più sottomesso a nessuno. Per quanto riguarda chi vuole vivere in patria, chi coltiva la propria terra e chi teme di essere mandato via da un luogo, questo sogno li caccia e non lascia che rimangano dove si trovano, in quanto la croce impedisce di tenere i piedi sulla terra. Sognare di essere crocifissi in una città indica una carica connessa al luogo in cui si erge la croce.
53° Significato di sognare di combattere contro belve
Combattere contro delle belve è propizio per un povero, giacché potrà nutrire molte persone: infatti chi combatte contro delle belve le nutre con le proprie carni. A un uomo ricco questo sogno predice che subirà delle ingiustizie da parte di uomini corrispondenti a belve. A molti ha predetto una malattia, perché una malattia consuma le carni allo stesso modo delle belve. Per quanto riguarda gli schiavi, se muoiono a causa delle belve, questo sogno li libera.
54° Significato di sognare di scendere nell’Ade
Sognare di scendere nell’Ade[2] e vedere quello che si crede che vi si trovi indica disoccupazione e danno per chi ha buona fortuna e vive secondo i propri desideri, poiché chi si trova nell’Ade non agisce più ed è freddo e immobile. A chi sta in guardia o è preoccupato e addolorato questo sogno predice la liberazione dalle preoccupazioni e dai dolori, giacché chi si trova nell’Ade è libero dal dolore e non ha alcuna preoccupazione. Invece per gli altri questo sogno significa viaggi, o comunque li caccia dai luoghi in cui si trovano: infatti gli antichi dicevano che chi era lontano da casa da lungo tempo «stava facendo un viaggio nell’Ade», e il ragionamento stesso dimostra che chi è nell’Ade non si trova nello stesso posto di prima. Se si sogna di risalire dall’Ade, si tornerà in patria da una terra straniera, altrimenti, si morirà in un paese straniero; spesso, però, anche scendere nell’Ade ha ricondotto in patria chi si trovava in una terra straniera. Sognare che, una volta scesi nell’Ade, il ritorno tra gli uomini viene impedito significa che si verrà trattenuti a forza da qualcuno o che si verrà gettati in prigione; tuttavia per molti ha significato una lunga malattia e, in seguito alla malattia, morte. Risalire dopo aver trovato una via di scampo salva il malato da un estremo pericolo: infatti anche nel linguaggio corrente diciamo che chi è stato salvato contro ogni aspettativa «e risalito dall’Ade».
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Per continuare la lettura in modo proficuo e con attenzione si consiglia di distogliere gli occhi dal computer o dal cellulare e di recarsi nella propria libreria per cercare il libro tra gli scaffali impolverati; se non si possiede il volume in casa si consiglia di acquistarlo (rigorosamente in cartaceo).
Leggere è un compito importante, la carta è di grande ausilio rispetto al formato digitale non solo per la concentrazione necessaria all’atto della riflessione e comprensione ma anche per instaurare un rapporto fisico con l’oggetto-pozzo che conserva amorevolmente le considerazioni degli esseri umani del passato, in questo caso di Artemidoro.
Un ulteriore consiglio: un bel quaderno (cartaceo) con penna (o matita) posto sul comodino per annotare i sogni al risveglio (con data ed orario). È importante non perdere l’uso della scrittura sia per la manualità delle dita sia per la stimolazione del cervello astratto e creativo.
Inoltre, è possibile partecipare al nostro nuovo studio sulla casistica del sogno in contatto con la tecnologia dei social inviando un’e-mail ad oubliettemagazine@hotmail.it nella quale allegare un file .doc con un sogno connesso alla tecnologia (smartphone, internet, pc, social, intelligenza artificiale, et cetera). Il sogno raccontato sarà salvato in forma anonima e servirà per la compilazione di un testo in comparazione alla letteratura del passato.
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Nella prima puntata della rubrica si è presentato un estratto tratto dal primo capitolo “La letteratura scientifica sui problemi del sogno” del libro “L’interpretazione dei sogni” di Sigmund Freud; nella seconda un estratto tratto dal primo paragrafo intitolato “Il rapporto tra sogno e veglia” dello stesso capitolo; nella terza puntata si è presentato un estratto tratto dal secondo paragrafo intitolato “Il materiale onirico. La memoria nel sogno” dello stesso capitolo; nella quarta si è selezionato un estratto da “Relazione, imago e proiezione” del febbraio 1959, tratto dal capitolo “Attività medica e analitica” del libro “In dialogo con Carl Gustav Jung” di Aniela Jaffé, che mostra il sogno in rapporto con l’ex partner; nella quinta si è ripreso il discorso con Sigmund Freud con un estratto estratto tratto dal quarto paragrafo intitolato “Perché si dimentica il sogno dopo il risveglio” del primo capitolo “La letteratura scientifica sui problemi del sogno”; nella sesta si è selezionato un estratto dal primo capitolo intitolato “Sogni lucidi e la loro impostazione filosofica” del libro “Sogni lucidi” dalla parapsicologia e scrittrice britannica Celia Green; nella settima si è presentato un estratto tratto dal secondo capitolo “L’uomo e l’esperienza” del libro “Sogni, profezie e apparizioni” di Aniela Jaffé affrontando la tematica della precognizione della morte; nell’ottava si è ripreso il libro “L’interpretazione dei sogni” di Sigmund Freud con un estratto tratto dal terzo paragrafo intitolato “Stimoli e fonti del sogno” del primo capitolo “La letteratura scientifica sui problemi del sogno”; nella nona un estratto tratto dall’introduzione del libro “Alchimia” di Marie-Louise von Franz mettendo l’accento sulla trascrizione del sogno; nella decima si è presentato un estratto tratto dal libro “La schizofrenia” di Carl Gustav Jung, dal capitolo “Psicogenesi della schizofrenia”; nell’undicesima si sono mostrate “Le peculiarità psicologiche del sogno” tratto del libro “L’nterpretazione dei sogni” di Sigmund Freud; nella dodicesima si è parlato del libro “Il codice dei sogni” di Charles Maillant finendo nel paragrafo Diventare ciechi; nella tredicesima il capitolo Anatomia di un sogno tratto dal libro “I sogni” di Edgar Cayce e Mark Thurston, nella quattordicesima si è presentato il tema della resposanbilità ed inconscio dal libro “Elogio dell’inconscio” di Massimo Recalcati; nella quindicesima si è parlato dell’assenza di sonno trattata da Simon Monneret; nella sedicesima si è toccato il tema della maternità in carcere con Lella Ravasi Bellocchio; nella diciassettesima I sentimenti morali nel sogno espresso da Sigmund Freud, nella diciottesima Il simbolismo del cibo di Serena Foglia, nella diciannovesima Le discordanze della memoria di Igor Sibaldi, nella ventesima l’Incubo di Jorge Luis Borges. nella ventunesima Sognare di volare di Artemidoro.
“La Natura ti sia guida, seguila lieto ad arte:/ Fallirai se non ti sarà compagna di strada;/ La ragione ti sia bastone, fortifichi l’esperienza/ Gli occhi tuoi, che possa tu vedere in lontananza./ La lettura sia una chiara lampa nelle tenebre,/ Perché ti guardi dagli ammassi di parole e cose.” – Epigramma del quarantaduesimo Emblema de Atalanta fugiens
Note
[1] I giochi sacri erano in Grecia quelli organizzati nell’ambito delle grandi celebrazioni religiose panelleniche che andarono sorgendo dall’VIII secolo a.C. in poi: i giochi olimpici si tenevano ogni quattro anni ad Olimpia in onore di Zeus, i giochi pitici si tenevano pure ogni quattro anni a Delfi in onore di Apollo, i giochi istmici si tenevano ogni due anni a Corinto in onore di Poseidone, e i giochi nemei si tenevano ogni due anni a Nema, non lontano di Argo, ed erano dedicati a Zeus.
[2] L’oltretomba (il regno della morte che nel Cristianesimo è tripartito in Inferno, Purgatorio e Paradiso) era spesso chiamato Ade, perché il dio Ade era il dio dell’oltretomba.
Bibliografia
Artemidoro, Il libro dei sogni, Rizzoli, 2006
Michael Maier, Atalanta fugiens, Edizioni Mediterranee
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