Per essere sicura l’Italia deve essere competitiva. Ecco perché

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Per essere sicura l’Italia deve essere competitiva. La sicurezza nazionale da tutelare nel tragico scenario delle guerre e negli squilibri geopolitici attuali. La vocazione italiana all’export, messa a rischio con i nuovi dazi annunciati da Trump. Ma anche il nodo della dipendenza energetica dall’estero, il contrasto all’evasione e la sempre più necessaria razionalizzazione della spesa pubblica. Sono tante le sfide che l’Italia sta già affrontando e dovrà affrontare nel prossimo futuro per mantenere alta la competitività e i livelli di benessere. Per farlo non basterà adottare misure a livello europeo, ma serviranno anche nuove, più incisive politiche nazionali. Ne sono convinti Roberto Garofoli e Bernardo Giorgio Mattarella autori del lungo saggio “Governare le fragilità. Istituzioni, sicurezza nazionale, competitività“, pubblicato da Mondadori. Ricchissimo di dati, numeri e analisi approfondite e puntuali – in un’ottica sia italiana che internazionale – il libro esamina le tante debolezze che rischiano di oscurare i pur numerosi punti di forza del nostro Paese. Il tema cruciale per gli autori, osserva l’Ansa, è la necessità non più rinviabile di poter contare su un sistema di governo rafforzato e su una macchina amministrativa più efficiente, che siano non solo all’altezza delle sfide da condurre ma anche in grado di avere il giusto tempo, dando cioè continuità alle riforme.

Foto di Marco Oriolesi su Unsplash

Fragilità dell’Italia

Nonostante i suoi importanti punti di forza l’Italia presenta fragilità che, oggi più che mai, rischiano di mettere a repentaglio la sicurezza nazionale, la competitività, i livelli di benessere. Le guerre, gli squilibri geopolitici, la frammentazione dell’economia globale, le grandi transizioni in atto – digitale e ambientale – hanno infatti mutato profondamente lo scenario, amplificando gli effetti di alcune storiche debolezze del Paese. Se alcuni divari rispetto ad altre aree del mondo esigono misure europee, ancor più urgenti dopo l’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, altri vanno governati a livello nazionale con nuove politiche. Alcune sono state messe a punto, in particolare con il Pnrr, altre vanno definite. Tutte richiedono, però, un tempo di attuazione spesso più lungo di quello “della politica e dei governi”. In questa prospettiva, Roberto Garofoli e Bernardo Giorgio Mattarella mettono in luce quanto sia decisivo poter contare su un sistema di governo rafforzato e su una macchina amministrativa più efficiente, all’altezza delle sfide da condurre e in grado di dare continuità alle riforme necessarie. Una riflessione che gli autori sviluppano per i principali settori da cui dipendono sicurezza e competitività.

Italia
Credito: UFFICIO IMAGOECONOMICA

Asset

Ecco gli ambiti fondamentali. Politica estera, per consolidare la grande vocazione italiana all’export, attrarre investimenti, importare materie prime strategiche; politiche energetiche. Per ridurre la dipendenza dall’estero, oltre che i prezzi, tra i più alti in Europa. Misure per l’approvvigionamento idrico, indifferibili a fronte di sprechi di acqua non più tollerabili. Difesa e sicurezza nazionale, per fronteggiare le crescenti minacce. Politiche per il sistema industriale, comprese quelle volte a regolare il rapporto tra Stato e mercato, a coinvolgere i privati nella realizzazione delle infrastrutture critiche, a proteggere gli asset strategici del Paese. Politiche economiche, dirette fra l’altro a rafforzare il contrasto all’evasione e a razionalizzare la spesa pubblica, anche nel sistema sanitario, afflitto da perduranti inefficienze oltre che da diseguaglianze profonde. Politiche educative, ancor più essenziali in una fase in cui i lavori cambiano repentinamente. Non meno rilevanti alcuni fattori trasversali. Produzione e attuazione delle leggi, funzionamento e digitalizzazione dell’amministrazione, giustizia. Per ciascun settore il libro esamina le fragilità italiane, le ragioni per le quali è necessario oggi governarle, le politiche e gli adattamenti istituzionali da valutare.

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Italia
Foto di Hans da Pixabay

Geopolitica d’Italia

Tanti, e tutti complessi, i temi affrontati nel volume, anche alla luce delle nuove criticità, non soltanto i conflitti che insanguinano il Pianeta, ma anche la nuova amministrazione Trump. Sul fronte dell’export, proprio per poter competere ad armi pari di fronte ad attori internazionali sempre più aggressivi, gli autori sottolineano per esempio come le dimensioni piccole e medie di una parte non marginale delle imprese italiane coinvolte nei processi di internazionalizzazione richiedano una particolare efficienza del sistema italiano di supporto all’export. Anche in vista dell’attuazione della riforma sull’autonomia differenziata. Capitolo interessante è quello dedicato alle fonti rinnovabili di energia. Qui il tema dell’aumento della produzione si lega anche a quello dell’adeguatezza della rete e quello dello stoccaggio. Va cioè evitata quella che Garofoli e Mattarella definiscono una situazione “paradossale”. Ossia nuovi impianti che finiscano per non essere adeguatamente utilizzabili, generando energia in aree geografiche e in fasce orarie nelle quali di energia ce n’è già in abbondanza. Oltre a un approfondimento su scuola e università, con l’accento posto su livelli di apprendimento e spesa pubblica ma anche sui divari – sociali, di genere e territoriali – che il sistema scolastico italiano non riesce a colmare, ampio spazio viene dato nel libro all’annosa questione della sanità.

Foto di carlos aranda su Unsplash

Urgenze

Secondo gli autori è quanto mai urgente riqualificare la spesa sanitaria, perché il semplice aumento delle risorse potrebbe non bastare per centrare l’obiettivo dell’innalzamento in termini di qualità e quantità degli standard dei servizi offerti. Nel volume torna anche il vecchio problema, tutto italiano, del ritardo rispetto ai Paesi europei per tassi di efficienza amministrativa, livelli di digitalizzazione, tempi giudiziari di definizione delle liti. Fattori purtroppo molto rilevanti nel condizionare competitività e attrattività del Paese.



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