Caro bollette, lo tsunami povertà energetica. La Caritas: “Bonus non bastano”

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Caro bollette, lo tsunami povertà energetica. La Caritas: “Bonus non bastano”

A furia di bollette energetiche sempre più care per il mercato libero, il Paese scopre la povertà energetica. Lo denuncia la Caritas di Roma che sottolinea l’aumento vertiginoso della famiglie che si rivolgono all’organizzazione, denunciando “sistemi di vendita poco chiari, con vendite di servizi accessori che erodono i risparmi energetici ed i bonus sociali”.

Ben 13 mila i possibili contratti

Scrive la Caritas in una nota: “Sono circa 13.200 i possibili contratti del libero mercato di energia tra i quali una famiglia dovrebbe scegliere il più adeguato alle proprie esigenze. In molti casi, oltre al costo di luce o gas, questi contratti obbligano ad acquistare servizi accessori: assicurazioni, canoni di manutenzione delle caldaie, servizi di telemedicina oltre costi occulti in caso di recesso anticipato e cambi tariffe. Costi e servizi accessori che spesso nulla hanno a che vedere con l’erogazione del gas o dell’elettricità”.

Giustino Trincia: Carità sì ma anche promozione della Giustizia”

Spiega Giustino Trincia direttore della Caritas di Roma: “La carità non può limitarsi, come è giusto fare da parte nostra, nel donare per quanto si può aiuti e sussidi a chi non ce la fa, ma deve accompagnarsi alla promozione della giustizia, alla capacità di contribuire ad intervenire sulle cause che escludono ancora di più i poveri e le persone in evidenti difficoltà”.

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Le istruzioni per il caro energia

Ipocrisie e paradossi del “mercato libero” nei contratti le cui offerte economiche sono consultabili sul Portale ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, che risultano incomprensibili ai più e soprattutto quasi mai effettivamente convenienti. 

Non va meglio nemmeno per i clienti “vulnerabili” – anziani, disabili, e percettori di redditi bassi -, rimasti gli unici ad aver diritto al mercato “tutelato”. Al momento, per il complesso meccanismo della formazione del prezzo, stanno pagando circa il 18% in più rispetto ai clienti non vulnerabili approdati al Servizio di Tutele Graduali (STG). I vulnerabili adesso hanno tempo fino al 30 giugno 2025 per accedere al STG cercando di risparmiare così qualche centinaio di euro su base annua. 

Il manuale della Caritas

Per far fronte a questa nuova ed ennesima crisi, la Caritas diocesana di Roma ha attivato una serie di strumenti attraverso il Manuale operativo dei diritti per accompagnare le parrocchie nella tutela delle famiglie fragili (www.caritasroma.it/manualediritti/).

Allo stesso tempo, chiede un intervento urgente su più fronti:

1. Stabilizzare bonus sociali elevando le soglie ISEE a euro 15.000 e rivedendo la soglia di età dei beneficiari abbassandola dall’attuale 75 a 70 anni. A copertura della misura può contribuire anche quanto ricavato dalle truffe del 110% in considerazione del fatto che l’efficientamento energetico degli edifici doveva e poteva essere pensato come leva principale per contrastare la povertà energetica con una seria riqualificazione dell’edilizia popolare.

2. Ripulire da bolletta da costi impropri vietando la vendita abbinata di servizi estranei alla fornitura di energia elettrica e gas almeno per i clienti definiti vulnerabili, introducendo idonee sanzioni in caso di violazioni, da destinare al sostegno delle famiglie in difficoltà.

3. Introdurre una valutazione (Rating) di legalità obbligatoria e specifica per le aziende che operano nel settore della vendita di energia elettrica e gas per estirpare il fenomeno delle truffe telefoniche e delle diverse pratiche commerciali scorrette.

4. Rafforzare la campagna di comunicazione per avvertire i clienti vulnerabili della possibilità di accesso al Servizio a Tutele Graduali entro il 30 giugno 2025

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5. Semplificare e rafforzare gli strumenti di tutela rendendo maggiormente accessibile il servizio conciliazione energia predisposto da ARERA adottando anche strumenti di moral suasion e leve reputazionali per favorire la risoluzione delle controversie

6.  Alle aziende chiediamo infine maggiore senso di responsabilità sociale, evitando il fenomeno della fuel poverty washing, spesso solo per campagne pubblicitarie, rendendosi invece credibili su questo tema adottando le misure idonee a contrastare le truffe i raggiri ai danni soprattutto dei più fragili.



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