Ducati troppo veloci? Ecco come verranno rallentate

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Da un dominio all’altro: stabilire un certo equilibrio tecnico nella Superbike moderna pare diventato un esercizio impossibile. L’anno scorso la BMW aveva schiacciato la concorrenza, totalizzando 19 vittorie in 36 corse. Toprak Razgatlioglu ne aveva firmate 18, l’unica residua porta la firma di Michael van der Mark sul bagnato a Magny Cours, per altro in assenza del fuoriclasse turco inforunato. I tedeschi godevano delle super concessioni, cioè potevano utilizzare componenti di motore e ciclistica prototipo, telaio incluso. Apriti cielo, il 2024 è stato un continuo florilegio di discussioni.

Perchè la BMW si lamenta?

Quest’anno è cambiato tutto: la BMW non ha più gli aiutini regolamenti, ed è stata costretta ad usare il telaio standard, che invece i responsabili del gigante di Monaco erano convinti di poter ancora utilizzare, per via di una norma controversa che a novembre, per decisione Dorna, è stata riscritta. Ma soprattutto è stato abbandonato il concetto di limitazione di giri motore, sostituito dal controllo di carburante limitato a 47 chili/ora, sotto la soglia di consumo ideale delle Superbike di oggi (intorno ai 49 chili/ora).

Una supremazia mai vista in Superbike

La Ducati si è fatta trovare prontissima all’interpretazione del nuovo concetto. Ridurre la portata di benzina, significa smagrire la carburazione con una serie di effetti che abbiamo riassunto in questo articolo dedicato. Oltre alla perdita di potenza, si modifica il carattere del motore, che può diventare più brusco, e si alzano le temperature d’esercizio di camere di combustione, cilindri e scarichi. Significa rischio di rotture. A Phillip Island la Ducati ha dominato come mai prima, in particolare la domenica: cinque moto in fila indiana nella gara Sprint, addirittura sei davanti a tutte le altre in gara 2. La prima avversaria, la Yamaha di Andrea Locatelli, si è beccata 11 secondi di ritardo. Non era mai successo, neanche nel 2004 quando la Ducati si era ritrovata a correre praticamente da sola, perchè le giapponesi avevano lasciato la Superbike contestando l’adozione del fornitore unico di pneumatici.

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E adesso che succede?

La BMW ha preso molto male il divieto di utilizzo del telaio prototipo, incolpando Dorna di aver forzato la situazione, su imbeccata degli avversari (leggi: Ducati). Toprak ha cominciato a sparare a zero fin dal dopo prove del venerdi e in coda ad un week end di grande tensione ci ha messo il carico da undici: “Questa è la Ducati Cup, potrei andarmene”. Il pilota sta pubblicamente interpretando il sentimento dei responsabili della squadra. Ma il regolamento tecnico 2025 ha già previsto misure correttive nel caso una marca si riveli molto più veloce delle altre.

Come prendono la decisione?

A stabilire concessioni e limitazioni è un complicato sistema gestito da un algoritmo segreto, a disposizione dei commissari della Federazione Motociclistica Internazionale. Analizza punteggi, classifiche, prestazioni sul giro, velocità massime e molti altri fattori. Il verdetto è emesso ogni tre round (ceckpoint). Se dopo Phillip Island, Portimao (29-30 marzo) e Assen (14-15 aprile) la Ducati avrà maturato almeno 12 concession points più del costruttore più vicino nella tabella, scatterà una penalità.

Come verrà rallentata la Ducati?

Attenzione: da quest’anno la tabella viene stilata tenendo conto solo del risultato del miglior pilota di ogni Costruttore, e non due come in precedenza, per evitare giochetti, cioè rallentare deliberatamente la seconda guida per influenzare i dati e mantenere determinate concessioni o evitare penalità. Con un Nicolò Bulega così lanciato è molto probabile che la Ducati superi la soglia dei 12 concession points. Se succederà, da Cremona (quarto round) a tutte le Ducati verrà tolto mezzo chilo di benzina, cioè il regolatore di flusso sulle Panigale V4 sarà puntato su 46,5 chili/ora.

Sarà una limitazione consistente?

Chi può dirlo. Il problema del regolamento Superbike è essere definito in sede di MSMA, cioè dagli stessi Costruttori. Quindi quando gli ingegneri si trovano al tavolo di definizione, hanno la possibilità di spostare l’ago della bilancia nella direzione che più li favorisce. Significa che, sapendo di cosa parlano e cosa propongono, hanno già avuto modo di verificare quanto incide una determinata limitazione. Ricordate le polemiche sul limitatore dei giri motore? Per un certo periodo la Ducati è stata limitata a 15.850, invece di 16.500 della stradale. Ma anche con meno giri, Bautista volava comunque perchè modificando la curva di coppia i motoristi di Borgo Panigale erano riusciti a conservare il top della potenza nel range che più serve sui tracciati di oggi, quasi tutti molto guidati. L’esito tecnico è incerto, l’unico aspetto di cui abbiamo assoluta certezza è che le polemiche non finiranno. Anzi.





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