Nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale di Ivrea, la maggioranza di centro-sinistra ha accolto una mozione presentata dal centro-destra, impegnando l’amministrazione cittadina a organizzare ogni anno un evento dedicato alle vittime delle foibe e a installare una targa commemorativa. Una decisione che ha sollevato un’ondata di polemiche, con il Circolo eporediese di Rifondazione Comunista che denuncia un’operazione di revisionismo storico, accusando il Consiglio di aver sposato una narrazione unilaterale e strumentale.
Per Rifondazione, il provvedimento adottato non tiene conto del contesto più ampio, ignorando i crimini del nazismo e del fascismo nelle terre slave. “Ogni 10 febbraio assistiamo alla perpetua falsificazione della memoria, dove la storia viene riscritta a piacimento. I carnefici diventano vittime e gli oppressi diventano colpevoli”, denunciano in un comunicato.
Il Giorno del Ricordo, istituito nel 2004, viene visto dal circolo eporediese come un’operazione politica nata per contrapporsi al 27 gennaio, Giorno della Memoria, e al 25 aprile, Festa della Liberazione. Secondo questa visione, la narrazione dominante omette deliberatamente le atrocità commesse dal fascismo italiano nell’Alto Adriatico, dai rastrellamenti alle stragi, dagli incendi punitivi ai campi di concentramento italiani, come quello di Arbe.
La “resa dei conti” jugoslava viene così presentata esclusivamente come una campagna di sterminio anti-italiano, cancellando il ruolo dei partigiani italiani che combatterono al fianco dell’esercito di liberazione jugoslavo. Una semplificazione della storia che, secondo Rifondazione, mira a creare un’immagine distorta e polarizzante del passato.
“Deprechiamo la decisione del Consiglio Comunale di appoggiare una sola narrazione, quella divisiva del centro-destra, quando invece si dovrebbe promuovere un ricordo più articolato e complesso della vicenda”, continua il comunicato.
A supporto delle proprie critiche, il Circolo di Rifondazione Comunista cita le parole dello storico Eric Gobetti, esperto di queste vicende: “Ho forti perplessità sui tentativi di creare una ‘memoria condivisa’, cosa oggettivamente molto difficile in situazioni di violenze estreme e di lunga durata. Ritengo più logico un riconoscimento dei rispettivi torti e delle rispettive memorie, senza necessariamente condividerne gli assunti o trovare una, spesso impossibile, mediazione”.
La decisione del Consiglio Comunale di Ivrea si inserisce in un contesto nazionale in cui la memoria delle foibe è spesso strumentalizzata a fini politici. Da una parte, c’è chi ritiene che il Giorno del Ricordo sia un necessario atto di giustizia storica per le vittime italiane; dall’altra, chi vede in esso un’operazione revisionista, volta a distorcere il passato e ad equiparare fascismo e antifascismo.
Negli ultimi anni, il dibattito sul Giorno del Ricordo ha assunto contorni sempre più accesi, con accuse di manipolazione storica e di uso propagandistico della memoria. A Ivrea, questa frattura si è manifestata con forza, con Rifondazione Comunista che, pur non avendo rappresentanza in Consiglio, non ha esitato a esprimere con fermezza la propria posizione.
Il rischio, secondo il Circolo eporediese, è quello di legittimare una memoria selettiva, che non riconosce le sofferenze inflitte dal fascismo e che contribuisce a un’ulteriore polarizzazione della società. “Non permetteremo che una narrazione unilaterale si imponga come verità assoluta”, concludono da Rifondazione.
Il dibattito resta aperto, così come le ferite della storia. E mentre il Consiglio Comunale si prepara a dare seguito alla mozione approvata, la città di Ivrea si trova a fare i conti con una memoria ancora profondamente divisa.
IL COMUNICATO STAMPA
Decisione in consiglio comunale sulla giornata del ricordo. Un errore divisivo ricordare solo una parte della storia.
Nell’ultimo Consiglio Comunale la maggioranza di centro-sinistra ha accolto la mozione del centro-destra impegnando l’amministrazione comunale a organizzare ogni anno un evento sulle vittime delle foibe e ad affiggere una targa commemorativa.
Desta preoccupazione e sconcerto l’allineamento alla narrazione di centro-destra dell’intero Consiglio Comunale riguardo a una questione divisiva, di estrema delicatezza e rilevanza storica che include i crimini perpetrati dal nazismo e dal fascismo italiano nelle terre slave.
Il Giorno del Ricordo, istituto nel 2004, è stato fortemente voluto dalle forze di destra di allora, per speculare su una vicenda drammatica e per creare un contrappeso al 27 gennaio e al 25 aprile. Ogni 10 febbraio siamo costretti ad assistere alla perpetua falsificazione della memoria. Ogni anno la storia viene riscritta, i carnefici diventano le vittime mentre gli oppressi diventano colpevoli. I numeri dei morti delle foibe usati come semplice strumento di propaganda aumentano o diminuiscono a piacimento di chi scrive. Ora poche migliaia, ora diecimila ora quarantamila.
Eppure, la realtà storica parla di popoli, quelli slavi dell’Alto Adriatico, vessati e oppressi da un regime fascista che per anni ha vietato la loro lingua, la loro cultura e le loro tradizioni. Si parla del fenomeno del fascismo di confine, iniziato con stragi e violenze già nel 1919, ben prima della marcia su Roma. Si parla di rastrellamenti, incendi punitivi di villaggi e di migliaia di morti nei campi di concentramento italiani nel confine orientale, tra cui il tristemente noto campo di Arbe. Si parla di esecuzioni e rappresaglie legate al tremendo contesto bellico, inserite nel fenomeno della “resa dei conti”, vendute come un grande piano di sterminio anti-italiano. Come un presunto piano di pulizia etnica, dimenticando volontariamente che interi battaglioni dell’esercito di liberazione Jugoslavo erano composti da italiani. Dimenticandosi del distaccamento della Brigata Garibaldi attivo ed operante in Montenegro, al fianco dei partigiani jugoslavi.
Il Partito della Rifondazione Comunista di Ivrea si oppone al tentativo di mettere sullo stesso piano il fascismo e l’antifascismo, sovrapponendo e confondendo tragedie incomparabili come l’olocausto e le foibe. Deprechiamo dunque la decisione del consiglio comunale di appoggiare una sola narrazione, quella divisiva del centro-destra, fonte di continue tensioni, quando si dovrebbe invece unire la popolazione italiana nel ricordo articolato di quella complessa vicenda. Per tutto questo facciamo nostre le parole dello storico Eric Gobetti quando dice: “Ho forti perplessità sui tentativi di creare una “memoria condivisa”, cosa oggettivamente molto difficile in situazioni di violenze estreme e di lunga durata. Ritengo più logico un riconoscimento dei rispettivi torti e delle rispettive memorie, senza necessariamente condividerne gli assunti o trovare una, spesso impossibile, mediazione.”
Circolo di Ivrea del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
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