Il libro di Pavel, suicida dopo aver investiti e ucciso una donna: “Velocità senza confini: a chi ha trovato pace nella velocità, ma ha imparato a frenare al momento giusto”

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Lo si trova su Amazon ed è un e-book autopubblicato in cui il protagonista è un ragazzo prima alle prese prima con l’ebbrezza della velocità, poi con la consapevolezza di chi «capisce che il suo legame con la velocità non può andare oltre il rispetto per la vita, sia la sua che quella degli altri». Quanto si legge squarcia il velo sul suo stato d’animo, sulla disperazione che ha provato nel momento in cui ha deciso di togliersi la vita

Pavel Garbarino aveva 21 anni. I motori e la velocità gli piacevano, ma della seconda aveva anche paura. Aveva lavorato come apprendista meccanico in una carrozzeria di San Quirico, poi aveva trovato posto in Aster. Ma la passione per le auto non l’aveva dimenticata. Sabato sera viaggiava sul fuoristrada del padre sulla sp2 quando ha travolto lo scooter su cui, in direzione opposta, viaggiava Barbara Wojcik Malwina, 35 anni, madre di un ragazzino di 13, L’impatto, come si vede anche dai danni riportati dai veicoli, è stato violentissimo, Barbara è morta sul colpo. Pavel la conosceva, perché abitavano entrambi a Sant’Olcese. È sceso dall’auto, ha capito che per la donna non c’era più nulla da fare, ha preso un cutter professionale che era nel cruscotto e si è tagliato la gola, non riuscendo a sopportare il peso della tragedia.

L’e-book di Pavel racconta di un ragazzo che trova la sua ragione di vita nei giri in auto.

«Marco (così si chiama il protagonista del racconto n. d. r.) è un ragazzo che cammina da solo, sempre avvolto da una sorta di nebbia invisibile che lo separa dagli altri – questo l’incipit della pubblicazione -. Anche quando si trova in mezzo a tante persone, si sente come un estraneo, uno che non riesce mai a trovare il proprio posto. Cresciuto in un piccolo paese dove tutti sembrano conoscersi, è sempre stato etichettato come il “ragazzo strano”, quello che preferisce pensare e sognare piuttosto che partecipare a feste o a chiacchierate superficiali. La sua vita è una routine che si ripete: va a scuola, torna a casa e passa ore nella sua stanza, immerso in fìlm e libri».

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Poi Marco scopre le auto e la velocità e incontra Luca, un ragazzo con le sue stesse passioni. Gareggiano un po’ sulle strade, poi Luca ha un incidente, da cui esce ferito, ma vivo. Marco comincia a vedere la velocità sotto un’altra prospettiva. «Nei giorni successivi Marco è tormentato dall’incidente, la corsa che prima lo faceva sentire libero ora è avvolta da un’ombra di paura – si legge nel libro -. Ogni volta che si siede al volante, l’adrenalina si trasforma in ansia. Marco si allontana da Luca, incapace di affrontare il rischio». E ancora «Marco comprende che deve affrontare i suoi demoni e, mentre riflette su ciò che è realmente importante, sente la necessità di prendere una decisione. Deve scegliere tra continuare a correre, ignorando il rischio, o fermarsi e riflettere sulla strada che ha scelto di percorrere. In quel momento di vulnerabilità, capisce che il suo legame con la velocità non può andare oltre il rispetto per la vita, sia la sua che quella degli altri». Marco «capisce di dover affrontare i suoi sentimenti e trovare un equilibrio tra la sua passione e la responsabilità. Quella notte ha cambiato tutto e ora deve riflettere sulle conseguenze delle sue scelte». Alla fine i due trovano il modo: correre, ma in una pista di kart. È evidente che Pavel comunica il senso della responsabilità che sente. È quasi una premonizione quella che è contenuta nelle parole che scrive.

«Una notte, col desiderio di scacciare i pensieri negativi, decide di prendere l’auto e uscire da solo – questo un altro passo del libro -, mentre guida cerca di sentirsi libero, ma nel profondo del suo cuore la paura lo accompagna come un’ombra; sfreccia lungo le strade deserte, il motore ruggente sotto il suo controllo, e per un attimo l’adrenalina inizia a farsi sentire, facendolo sentire VIVO (scritto maiuscolo nel testo n. d r.). Ma a un certo punto, la sua mente vaga verso l’incidente di Luca e l’immagine del suo amico ferito ritorna a tormentarlo».

Quell’immagine, infinitamente peggiorata, tormenta Pavel davanti al corpo devastato di Barbara, ormai senza vita. No, Pavel, stavolta, non è riuscito a frenare al momento giusto. Davanti a sé ha la donna esanime e decide, sotto shock, di non poter trovare più la soluzione alla malattia della velocità che il protagonista del suo libro aveva trovato. Prende il cutter e con furia disperata mette fine alla sua vita.

In copertina: la copertina del libro e l’auto di Pavel dopo l’incidente.


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