Meloni annuncia che gli Emirati Arabi investiranno 40 miliardi di dollari in Italia: dove andranno i soldi

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Giorgia Meloni ha annunciato che l’Italia ha firmato oltre 40 intese bilaterali con gli Emirati arabi uniti, un “livello di cooperazione mai sperimentato prima”. Gli Emirati “investiranno in Italia 40 miliardi di dollari”, ha detto la premier. Il testo degli accordi chiarisce dove andranno quei soldi.

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È stata la prima visita di Stato di un presidente degli Emirati arabi uniti in Italia, e ha portato un annuncio che Giorgia Meloni ha definito “storico”: oltre quaranta intese bilaterali tra i due Paesi, e la promessa di più di quaranta miliardi di dollari di investimenti dagli Emirati. Da quanto il governo Meloni è entrato in carica i rapporti tra Italia e EAU si sono stretti: la presidente del Consiglio ha visitato il Paese per tre volte, e oggi come detto il presidente Mohamed bin Zayed Al Nahyan è stato a Roma.

Meloni: “Giornata storica”

D’altra parte, la stessa Meloni ha sottolineato che “negli ultimi cinque anni gli investimenti delle nostre aziende nell’economia emiratina sono aumentati del 50%”, e oggi l’Italia è “il secondo partner europeo degli Emirati“. Nel 2023 gli scambi tra i due Stati, escludendo il petrolio, sono valsi 11,7 miliardi di dollari.

Il governo ha deciso di stringere ancora di più i legami con il Paese, raggiungendo “un livello mai sperimentato prima”, ha detto la presidente del Consiglio. Per questo, ha insistito, la firma di questi accordi è stata “storica”. In particolare, si parla di 14 accordi nel settore pubblico e 28 in quello privato. La promessa di 40 miliardi di dollari è “una dimostrazione di fiducia verso l’Italia e la sua economia”, e porterà a “uno degli investimenti esteri più rilevanti, più imponenti della storia della nostra nazione”.

L’iniziativa si inserisce nella collaborazione che ha portato anche a Imec, il progetto di corridoio economico che colleghi le città portuali di India, Medio oriente e Europa, per facilitare il trasporto delle merci. Naturalmente, non si tratta di un progetto solamente italiano ed emiratino: lo hanno presentato nel 2023 anche l’Arabia Saudita, l’India, la Francia, la Germania, l’Unione europea e gli Stati Uniti.

A chi andranno i soldi investiti dagli Emirati Arabi in Italia

Per quanto riguarda i settori in cui si riverseranno i soldi dagli Emirati, la presidente del Consiglio ha dato una prima traccia: “Dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale ai data center, dal dominio subacqueo alla ricerca spaziale, dalle energie rinnovabili alle terre rare”. Ma anche la “cultura, a partire dal progetto della creazione di un grande polo museale negli Emirati arabi uniti”, e infine “il piano Mattei per l’Africa. Gli Emirati sono stati tra i primi a credere e a sostenere questa strategia italiana”, che in realtà sta procedendo a rilento. Soprattutto, gli accordi firmati “ci permetteranno di coinvolgere sempre meglio e sempre di più il settore privato”.

Scorrendo l’elenco degli accordi, e partendo da quelli governativi, si nota che è molto presente il tema della difesa: si parla di una “cooperazione strutturata”, in questo settore. Nuovi investimenti nel “settore dei minerali”, un accordo-ombrello che copre “tecnologie verdi, salute, Ia e agroalimentare”, e poi trasporti, settore farmaceutico, energia, istruzione, e anche una missione spaziale per esplorare la Luna e un’altra per andare su una cintura di asteroidi. Spunta anche il piano Mattei, toccato da due accordi che riguardano la collaborazione nei Paesi africani.

Ben più numerosi, però, gli accordi che riguardano il settore privato e le grandi aziende. Fincantieri è coinvolta nell’ambito della sicurezza sottomarina. Il gruppo assicurativo Sace è messo in campo con fino a 400 milioni di investimenti per il piano Mattei, soprattutto per il settore idrico, dove entra in gioco anche Acea.

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Una fetta della ‘torta’ va a Tim, con un progetto per banda larga e telecomunicazioni. Coinvolte anche Leonardo – per una collaborazione nel settore navale – e Intesa Sanpaolo per le strategie commerciali nel settore dell’energia. E, naturalmente, proprio l’energia la fa da padrona: un accordo sulle rinnovabili comprende Enel, e ben tre riguardano Eni. per collegamenti elettrici e data center.





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