Un presidente sempre piĆ¹ innamorato della sua Pallacanestro Trieste. Arrivato a Milano lo scorso 26 gennaio, Paul Matiasic ha vissuto fino alle Final Eight di Coppa Italia la quotidianitĆ di una societĆ e di una squadra che sente, sempre piĆ¹, come una famiglia. Rientrato da poco negli Stati Uniti, ci ha concesso un poā del suo tempo. Con lui abbiamo tracciato un bilancio di questi primi mesi cercando di dare uno sguardo anche al futuro.
Come giudica lāesperienza appena conclusa dalla sua squadra in Coppa Italia?
Ā«Credo che la nostra esperienza nelle Final Eight possa essere considerata complessivamente positiva. Ci sono diverse ragioni per affermarlo: superando i quarti di finale abbiamo raggiunto un risultato che Trieste non vedeva da trentāanni, abbiamo dimostrato ancora una volta di essere tra le migliori squadre del campionato di Serie A e di poter essere davvero competitivi con chiunque, e nonostante lāassenza di Colbey (che ĆØ un elemento fondamentale per noi) la squadra si ĆØ unita per raggiungere le semifinali.
Dāaltra parte, perĆ², non ho mai nascosto di essere una persona estremamente competitiva, che gioca sempre con lāobiettivo di vincere. Siamo arrivati a un soffio dal giocare la finale del torneo, che siamo sicuri, nonostante lāinfortunio di Valentine, sarebbe stata una partita molto competitiva, con i nostri giocatori che si sarebbero elevati allāaltezza della situazione per portare a casa una vittoria su un palcoscenico cosƬ importante. CāĆØ quindi un poā di rammarico per aver avuto la possibilitĆ di portare a Trieste il suo primo trofeo nella sua storia, ma lāappuntamento ĆØ solo rimandato: torniamo a casa con la consapevolezza di essere al livello dei migliori, siamo uno di loroĀ».
Final Eight che le hanno dato modo di incontrare il gotha del basket italiano? Cosa ne ha ricavato?
Ā«La sensazione ĆØ quella di un movimento che ha un grande desiderio di lasciarsi alle spalle i vecchi schemi e modi di fare impresa che hanno in qualche modo ostacolato la crescita del nostro sport in Italia in termini di evoluzione del prodotto, sponsorizzazioni e visibilitĆ . Il mio dialogo con gli altri proprietari e presidenti dei club di Serie A mi ha lasciato lāimpressione che siamo tutti dāaccordo sul fatto che la qualitĆ del gioco sia innegabilmente cresciuta, cosƬ come la competitivitĆ delle squadre (come dimostra la classifica molto corta), ma dobbiamo essere piĆ¹ bravi a vendere il nostro prodotto.
Molti esponenti di spicco del basket italiano ci hanno fatto i complimenti per come ci comportiamo e per i nostri risultati come organizzazione, sia dal punto di vista del basket, sia in termini dellāapproccio piĆ¹ imprenditoriale, che ho implementato in tutte le nostre linee di business. Come dirigenza, abbiamo unāesperienza che credo possa portare un grande contributo al movimento del basket italiano, per cercare di dare una nuova prospettiva. La nostra organizzazione ĆØ indubbiamente un catalizzatore per far soffiare un vento del cambiamento nel basket italianoĀ».
A Torino si ĆØ affrontato il meglio della nostra serie A. Come giudica il livello del nostro basket e, ragionando in un contesto di vertice, cosa puĆ² fare la Pallacanestro Trieste per crescere e migliorare il suo livello anche in unāottica europea?
Ā«Come ho giĆ detto, siamo al livello delle migliori squadre del campionato. Abbiamo anche giĆ battuto molti top team e ovviamente intendiamo affrontarli di nuovo tutti nei playoff. Non ĆØ un caso che cosƬ tanti ex giocatori Nba abbiano firmato con noi, e che altrettanti abbiano espresso il desiderio, tramite i loro agenti, di indossare i nostri colori. Siamo orgogliosi che la comunitĆ del basket europeo abbia riconosciuto la soliditĆ e gli attributi positivi della nostra organizzazione. Il percorso che abbiamo intrapreso ĆØ quello giusto, con un occhio allo sviluppo accelerato, per permetterci di giocare sui palcoscenici piĆ¹ importanti dāEuropa.
Per sostenere lo sviluppo, la Pallacanestro Trieste ha bisogno del supporto del territorio come partner nella nostra crescita: i tifosi stanno certamente facendo la loro parte, facendoci sentire un calore che, secondo gli stessi triestini, non si vedeva da tempo sugli spalti del Pala Rubini (vorrei ricordare che siamo il secondo pubblico dāItalia per presenze in palazzetto).
Abbiamo bisogno che il tessuto economico del nostro territorio capisca quale grande ricchezza sia avere una squadra di Serie A, quanta visibilitĆ porti alla nostra cittĆ e quante opportunitĆ apra il poter ospitare qui da noi il meglio del meglio del basket italiano (e in futuro europeo). Inoltre, la nostra organizzazione si sforza non solo di intrattenere i nostri tifosi, ma anche di diffondere gioia e di servire come forza unificante per la gente di questa regione, nella comunitĆ Ā».
Trieste ĆØ tornata ad avere un ruolo centrale in molti scenari geopolitici, anche attraverso la prospettiva di stabilire nuove rotte commerciali, ad esempio con lāIndia nellāaccordo firmato per la āvia del cotoneā. Potrebbe essere anche una possibilitĆ che il mercato americano veda il sostegno della Pallacanestro Trieste come sponsor?
Ā«Siamo in stretto contatto con AmCham (lāorganizzazione che sviluppa e favorisce le relazioni economiche e culturali tra Stati Uniti e Italia, ndr) e abbiamo partecipato a diverse riunioni come azienda con loro negli ultimi due anni. Infatti, Michael ed io abbiamo partecipato a un meraviglioso evento ospitato da AmCham a Milano poche settimane fa. Non ĆØ certo un segreto che Trieste stia diventando sempre piĆ¹ centrale nelle politiche di sviluppo della zona.
Siamo certi di poter essere un importante vettore di valori per le aziende che vogliono investire qui. Siamo gli interlocutori giusti e sponsorizzare la Pallacanestro Trieste sarebbe indubbiamente un modo meraviglioso per le aziende sia di presentarsi che di entrare a far parte del tessuto della comunitĆ in generale. Trieste ĆØ una cittĆ di basket, lo apprezzerebbe senza dubbioĀ». ā
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