Acciai Speciali Terni: Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl, “A confronto con le istituzioni per il futuro industriale ed energetico”

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Al centro dell’incontro c’è stato il nodo del caro energia e le possibili soluzioni


(UNWEB) – Perugia,   – Le segreterie territoriali di Terni di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl hanno incontrato i parlamentari europei eletti nella circoscrizione centro, i parlamentari umbri, insieme alla Regione Umbria e al Comune di Terni per una valutazione sul dossier Acciai Speciali Terni. Erano presenti alla richiesta di incontro avanzata dalle organizzazioni sindacali: per il Parlamento europeo Camilla Laureti e Dario Tamburrano; per la Camera dei deputati Anna Ascani, Raffaele Nevi, Emma Pavanelli, Elisabetta Piccolotti e in collegamento Marco Lombardo; per il Senato della Repubblica Walter Verini; per la Regione Umbria l’assessore all’Ambiente Thomas De Luca e l’assessore allo Sviluppo economico Francesco De Rebotti; per il Comune di Terni il sindaco Stefano Bandecchi e l’assessore allo Sviluppo economico Sergio Cardinali. “Da subito – esordiscono le sigle sindacali – ringraziamo chi ha manifestato la sensibilità e la disponibilità ad ascoltarci e accettare la premessa della discussione, ovvero, di non scaricare sui lavoratori le divisioni politiche. Lo spirito richiesto è stato colto e tutti i partecipanti sono intervenuti producendo un’ampia e articolata discussione con diverse proposte, motivo per cui le organizzazioni sindacali si sono prese qualche giorno prima di esprimere un giudizio compiuto”. La relazione introduttiva di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl ha ripercorso “i tre lunghi anni passati ad aspettare la firma dell’accordo di programma che non è mai arrivata disattendendo tutti gli orizzonti temporali dichiarati dall’azienda, dalla Regione e dai governi che si sono succeduti, compresi gli ultimi perentori dettati dal ministro Adolfo Urso: il 20 gennaio per risolvere la questione del caro energia, sia nella fase transitoria che strutturalmente, e alla fine di febbraio per sapere se ci sarà o meno una firma sull’accordo di programma. Come organizzazioni sindacali abbiamo ricordato che il nodo del caro energia è stato posto temporalmente prima di quello della discarica e abbiamo ribadito che senza l’accordo di programma c’è bisogno di discutere il piano industriale nei contenuti e nei tempi di realizzazione, tenuto conto del carattere strategico dell’azienda e delle sue produzioni a livello nazionale per rendere sempre più competitiva Ast nei mercati globali”. “Tutti i livelli istituzionali – fanno sapere i sindacati – hanno ribadito che il costo dell’energia è una questione rilevante sia in Italia che in Europa per tutte le aziende energivore e che bisogna lavorare per trovare una serie di soluzioni combinate, indipendentemente se il tema è a latere o dentro l’accordo di programma, per avvicinarsi alla proposta dell’azienda. Sempre da tutta la politica si è evidenziata, però, la necessità che l’azienda manifesti la propria disponibilità ed elasticità ad adottare gli strumenti in essere, come fu per l’interconnector ripreso nell’accordo ministeriale con le organizzazioni sindacali nel 2014 e attraverso nuovi strumenti futuri, sapendo che soluzioni diverse sono difficilmente realizzabili”.

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Tra le soluzioni possibili emerse nella discussione ce ne sono tre principali. Innanzitutto, un decreto che sarà discusso nel prossimo Consiglio dei ministri per affrontare il caro bollette, con particolare riferimento alle aziende energivore che potranno recuperare risorse attraverso il sistema ETS (Emission Trading Systems). Inoltre il bando Energy Release 2.0 che scade in proroga il 3 marzo. Infine, l’utilizzo della centrale Edison del polo chimico di Terni per il fabbisogno di Ast.

“Sul primo punto – commentano Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl – non possiamo che aspettare l’esito della discussione nel Consiglio dei ministri con la speranza che all’annuncio fatto due settimane fa si possa concretizzare il prima possibile. Sul secondo punto, nel confronto diretto con la Direzione di Acciai Speciali Terni abbiamo recepito la disponibilità dell’azienda a aderire al bando, anche se la stessa azienda non lo ritiene risolutivo come unica istanza. Sul terzo punto abbiamo preso atto delle dichiarazioni del sindaco di Terni che ha sostenuto che la soluzione della centrale Edison è risolvibile da subito e con la volontà politica del Governo si potrebbero risparmiare anche i costi del vettore. Il Sindaco inoltre ha dichiarato che Ast ed Edison sono già in contatto per valutare la fattibilità, il tutto monitorato dall’assessore Cardinali. Questa circostanza, però, non è confermata in quanto da una nostra verifica con l’azienda ci risulta che Edison, a oggi, ha solo un mero rapporto commerciale di fornitura. Dopo quasi 4 ore di discussione abbiamo ribadito che anche a fronte delle novità emerse, è ancora più urgente e necessario avere una convocazione del ministro Adolfo Urso al Mimit (Ministero delle imprese e del Made in Italy) per conoscere la risultanza della proposta con ‘solide basi giuridiche’ che Ast ci ha detto avrebbe avanzato e che merita indubbiamente una risposta, e poi, per valutare eventualmente la nuova fase aperta e consentire la discussione del piano industriale sottolineando che comunque l’AST non è un’azienda, a oggi, in crisi”.

Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl di Terni fanno sapere che, “in ogni caso, verificheranno la disponibilità dell’azienda ad avviare la discussione e ad avere garantiti gli investimenti ambientali aggiuntivi a quelli produttivi come base essenziale per l’obiettivo minimo di salvaguardare gli asset, gli assetti e i livelli occupazionali dell’intero sito che deve diventare ancora più compatibile con l’ambiente. Per questo motivo gli investimenti per l’ambiente devono rimanere un capitolo a sé, perché servono per coniugare la prospettiva di sviluppo e la convivenza, visto lo storico legame tra la fabbrica e la città e il rapporto tra ambiente, salute, sicurezza e lavoro”. Rimane ora l’appuntamento del 5 marzo convocato dal prefetto di Terni Antonietta Orlando su richiesta delle organizzazioni sindacali dove si conta di approfondire questi aspetti.





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