“La protesta arbitrale di dicembre non ha portato a nulla”

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Interessantissima chiacchierata con il vicepresidente della LND Lazio Dario Scalchi con il quale la redazione di My Soccer Player ha trattato soprattutto il tema arbitrale

Il vicepresidente della LND Lazio Dario Scalchi si è espresso in esclusiva ai microfoni di My Soccer Player, toccando diversi punti focali in merito al tema arbitrale, essendo stato direttore di gara per ben 25 anni.

Periodo abbastanza delicato e particolare per gli arbitri, sia nelle categorie professionistiche che nei dilettanti e nei campionati giovanili. Addirittura si è arrivati ad uno stop delle partite nel fine settimana del 6-7-8 dicembre a causa di uno sciopero delle designazioni arbitrali. È servita a qualcosa quella protesta?
No, non è servita a niente perché è la società che ci porta alla violenza. Nel Lazio specialmente sono aumentate anche le violenze sulle donne, su tutti, perciò non ci ha portato a niente.

E secondo lei quale potrebbe essere un modo per arrivare effettivamente a dama per risolvere questa situazione?
Secondo me dovrebbero essere tutti più preparati sotto il profilo della disciplina e sotto il profilo delle norme e delle regole. Gli arbitri dovrebbero fare più palestra nelle sezioni, essere più presenti per poter sviscerare bene il regolamento. Allenarsi molto di più perché le esigenze ormai sono tante. I dirigenti delle società dovrebbero studiarsi bene le regole, le norme e i comportamenti. Noi qui come Comitato abbiamo fatto dei corsi anche di recente.

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I giocatori non dovrebbero imitare le tante proteste che vediamo nei campionati professionistici. Sia l’arbitro che i calciatori e i dirigenti dovrebbero prendere un esempio da quello che succede nei campionati internazionali e nazionali dove ci sono sei arbitri che sbagliano spesso. È una cosa normale. Non si può pretendere la perfezione da un giovane alle prime armi, ma nemmeno da uno che già sono due o tre anni che arbitra.

Quindi fondamentalmente una formazione adeguata sia per la classe arbitrale che per i dirigenti e gli allenatori, ma anche magari il porre freno a certi comportamenti perché si dice che molto spesso alcuni atteggiamenti possono condizionare la direzione di gara, soprattutto se si tratta di un giovani arbitri?
Assolutamente sì, quei comportamenti condizionano pesantemente l’operato dei giovani arbitri. La colpa è sempre delle panchine.

È vero che c’è una penuria di arbitri proprio a livello numerico come una mancanza di vocazione?
Penso di sì, questo ci viene detto ed io ci credo.

Qual è la qualità più importante che dovrebbe avere un arbitro?
Prima di tutto l’educazione. Quando si presentano nei campi di gioco, loro sono ospiti, è vero che vanno ad arbitrare una partita, ma sono ospiti di quella società e pertanto devono avere un comportamento idoneo. Tante società  si lamentano della loro arroganza, io ci credo poco. Non penso che siano tanto arroganti come dicono, però in mezzo a 3.000-4.000 associati ci sta sempre la pecora nera.

L’eccessiva autorevolezza in mezzo al campo non serve a nessuno. Sempre meglio il dialogo, che tra l’altro c’è sempre stato e ora non capisco come mai ce ne sia molto meno. Magari saranno indicazioni che arrivano dall’alto. A me quando ho iniziato a fare l’arbitro, la prima cosa che mi hanno detto i grandi maestri che ho avuto all’epoca, è che quando si va al campo, ci si deve presentare decentemente vestiti, portando rispetto a tutti.

Ecco, nel salutarla posso chiederle una battuta veloce sulla VAR? Secondo lei ha migliorato e ha aiutato gli arbitri oppure paradossalmente gli ha reso ancora più difficile il compito?
Ma secondo me, secondo me la VAR serve poco o niente.  Se venisse utilizzata con lo stesso metro di giudizio per tutti, andrebbe benissimo, ma dato che i cervelli sono tanti e ognuno la pensa diversamente, allora non si può pensare tutti allo stesso modo. L’arbitro in mezzo al campo deve decidere, non il VAR, che deve essere solo di supporto.

Prima il VAR non c’era e gli arbitri facevano molti meno errori di adesso. Un ragazzo giovane che esordisce in Serie A e al VAR si trova fischietti internazionali o direttori di gara che arbitrano da 10 anni potrà avere un po’ di timore reverenziale? È inevitabile che venga condizionato e che ci pensi due volte prima di contraddirlo.

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L’organismo degli arbitri va comunque sempre rispettato perché se uno prende un dirigente, di qualsiasi società, e gli dice di andare ad arbitrare una partita di giovanissimi, ti dice di no perché non è in grado, e poi magari si mette in panchina e fa quello che deve fare. Questi ragazzi hanno il coraggio di poterlo fare ed è un peccato che non ce ne siano tanti.

Sono convinto di una cosa. Se noi facessimo giocare un match fra allievi o giovanissimi senza arbitro e senza le panchine, io penso che giocherebbero tranquilli. Quando c’è qualcosa che non quadra in mezzo al campo parte sempre dalla panchina. Non sono i giocatori. I calciatori si arrabbiano a mezzo al campo, fanno falli, dicono parolacce, ma non vanno oltre. Se in panchina fossero tutti tranquilli, limitandosi a dare delle disposizioni tecniche e tattiche alla squadra, penso che la violenza al 90% sparirebbe. E poi non parliamo di genitori.

 

 

 





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