Dopo un lungo periodo di assenza, il vertice politico del ministero dei Trasporti tornerà a incontrare le associazioni dell’autotrasporto il 26 febbraio 2025. Vi parteciperà il viceministro Edoardo Rixi, cui le sigle sottoporranno diverse questioni ritenute molto urgenti. La prima è di ordine economico e riguarda il taglio dei fondi strutturali dell’autotrasporto imposto dalla Legge di Bilancio 2025, che è controcorrente rispetto alle richieste delle associazioni di aumentare alcune voci, anche in modo consistente, come quella dei contributi per investire nel rinnovo delle flotte.
Ma le sigle vogliono portare al ministero anche temi normativi, che avrebbero dovuto essere oggetto del Tavolo delle Regole, che il ministro Salvini s’impegnò a programmare almeno una volta al mese, ma che è scomparso dall’agenda ministeriale dopo un paio d’incontri. Alla vigilia della riunione, la presidente di Assotir, Anna Vita Manigrasso, ha riassunto le questioni che l’associazione porterà a Roma, premettendo che “l’incontro cade in un contesto assai teso, anche a causa del lungo periodo di stallo dei lavori che si protrae da ben sette mesi. Ringraziamo in ogni caso il viceministro Rixi per aver ripreso il confronto, ma ricordiamo che il settore, nel frattempo, è soggetto a fortissime pressioni sul versante dei costi (veicoli, pedaggi, noli marittimi, etc), non compensati da adeguamenti delle tariffe di trasporto. Per questo sarà fondamentale fissare le priorità di un’agenda che altrimenti rischia di risultare velleitaria”.
Assotir pone al primo posto il recepimento in Italia del Regolamento UE 1055/2020, che obbliga chi vuole fare l’autotrasportatore ad avere un numero di veicoli e di addetti ‘proporzionato’ al volume di attività svolta. Ciò per evitare forme di subappalto che spesso si traducono in intermediazione parassitaria, svolta anche dai colossi della logistica. “Di conseguenza i trasportatori veri devono fare i conti con tariffe taglieggiate, nonostante debbano sostenere tutti i costi del personale e gli investimenti necessari per l’acquisto dei mezzi e per effettuare il servizio”, spiega Claudio Donati, segretario generale dell’associazione. “Ogni volta che abbiamo discusso questo problema con i ministri del governo Draghi, ci siamo scontrati contro un muro di gomma. Confidiamo adesso che il governo Meloni si decida a intervenire. Anche se il dato di fatto è che l’Italia disattende, da quattro anni, una norma che garantirebbe equità e stabilità al settore”.
La seconda questione che Assotir porterà a Roma il 26 febbraio è la carenza degli autisti. L’associazione sottolinea che “bisogna passare dall’attuale approccio – di fatto, poco concludente – a una progettualità di più ampio respiro. Occorre avviare relazioni con i Paesi che possono fornire la manodopera, altrimenti si mette a rischio la sopravvivenza dell’intero settore”. Manigrasso aggiunge che “per affrontare questa emergenza non basta l’impegno del ministro dei Trasporti, ma occorre l’intervento complessivo del Governo. È necessario, ad esempio, superare le strettoie del Decreto Flussi, rivelatosi per il nostro mondo uno strumento pressoché inutilizzabile”.
Assotir raccoglie anche le richieste degli autotrasportatori siciliani sull’incidenza della tassa Ets nei costi dell’autotrasporto. Sugli altri temi – come scarsità di risorse pubbliche e alcune norme del Codice della Strada – Donati afferma che “abbiamo già espresso le nostre valutazioni: si tratta di criticità da gestire, su cui non vediamo la necessità di fare barricate. E che, soprattutto, non devono diventare in nessun caso l’alibi per evitare di discutere della riforma del settore. Sappiamo tutti che, per fare un lavoro serio, occorrono provvedimenti legislativi. E questi ultimi necessitano di tempi tecnici difficilmente compatibili con la loro attuazione nel corso di questa Legislatura, se non c’è una reale volontà di un cambio di passo”.
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